Maternità spezzata: giovane mamma perde la vita dopo il parto
Tragedia al reparto maternità: una giovane mamma muore poche ore dopo il parto.
Era il 14 febbraio 2023 quando Ilona Kazik, 32 anni, ha dato alla luce il suo primo figlio, Antony, con un taglio cesareo presso il Luton and Dunstable University Hospital. Un momento di gioia atteso da tempo: lei e il marito, Rafal Kazik, avevano cercato una gravidanza per circa cinque anni.
Ma poche ore dopo il parto tutto è cambiato: un forte malessere e un’emorragia cerebrale che non ha lasciato scampo. Ilona non ha mai potuto tenere in braccio il piccolo Antony.

La notizia lascia senza parole. La mancata riuscita del parto — almeno per il contatto madre‑figlio — e l’esito tragico chiamano in causa domande sulla cura in reparto maternità, sui protocolli e sulla tempestività degli interventi. Il marito, distrutto dal dolore, ora cerca risposte.
Indice dell'articolo
- 1 La scoperta della gravidanza e l’attesa del figlio
- 2 Il ricovero, il parto e le prime avvisaglie di gravità
- 3 Dall’emorragia ostetrica alla tragica emorragia cerebrale
- 4 La reazione della famiglia e la richiesta di verità
- 5 L’impegno dell’ospedale e il contesto istituzionale
- 6 Perché questa vicenda pone interrogativi profondi
- 7 Lo sapevi che…?
- 8 FAQ – Domande frequenti
La scoperta della gravidanza e l’attesa del figlio
Come riportato su Express, Dopo cinque anni di tentativi, Ilona e Rafal gioivano finalmente per la maternità: “Eravamo così emozionati di accogliere Antony e iniziare un nuovo capitolo della nostra vita”, ha raccontato Rafal.
Ilona lavorava in ospedale e aveva una forte volontà di diventare madre. Secondo il marito: “Era bella, divertente e intelligente. Tutto sembrava combaciare”.
La gravidanza procedeva apparentemente bene. Purtroppo, il giorno prima del parto (13 febbraio), fu rilevata un’ipertensione. Nonostante la terapia fosse stata avviata, la situazione si invariò rapidamente.
Il ricovero, il parto e le prime avvisaglie di gravità
Ilona arrivò al reparto di triage maternità del Luton and Dunstable University Hospital poco dopo la mezzanotte del 13 febbraio, dopo la rottura delle acque a casa.
Durante la visita furono riscontrati valori elevati di pressione arteriosa e le fu data terapia farmacologica. Poco dopo fu dimessa circa alle 3 di notte con indicazione di tornare in caso di sintomi.
Quella stessa giornata rientrò in ospedale nel pomeriggio lamentando mal di testa: i familiari affermano che fu nuovamente dimessa, per tornare in ospedale in serata per l’induzione del travaglio. Alle 22.30 circa del 13 febbraio, Ilona rientrò per l’induzione programmata.
Il 14 febbraio, alle circa 17.35, ebbe luogo l’intervento cesareo e il piccolo Antony nacque in buone condizioni. Purtroppo quel momento felice fu subito in ombra.
Dall’emorragia ostetrica alla tragica emorragia cerebrale
Subito dopo il cesareo, Ilona fu curata per una emorragia ostetrica: furono necessari accertamenti e fu trasferita in reparto di recupero. Ma nella notte tra 14 e 15 febbraio comparvero segnali drammatici: emicrania intensa, visione offuscata, vomito.
Una TAC evidenziò una grave emorragia cerebrale. Fu trasferita urgentemente al Addenbrooke’s Hospital a Cambridge dove – secondo i medici – non fu possibile intervenire ulteriormente. Il supporto vitale fu interrotto il 25 febbraio, a undici giorni dalla nascita del figlio.
La reazione della famiglia e la richiesta di verità
Il marito Rafal, 43 anni, ha rinunciato al lavoro di operaio per prendersi cura del figlioletto orfano di madre. Ha incaricato avvocati esperti in negligenza medica per indagare sulle modalità di cura ricevute da Ilona.
Secondo la rappresentante legale della famiglia, “l’ipertensione durante la gravidanza e il parto può causare complicazioni gravi se non trattata adeguatamente”.
L’inchiesta della procura (inquest) è stata fissata a partire da lunedì 17 novembre presso il tribunale di Lawrence Court, Huntingdon, in Cambridgeshire, e potrà durare fino a cinque giorni.
Intanto il marito dichiara: “Ilona significava il mondo per me… aver così tante domande senza risposta aggiunge al dolore che vivo ogni giorno”.
L’impegno dell’ospedale e il contesto istituzionale
Il Bedfordshire Hospitals NHS Foundation Trust, che gestisce il Luton and Dunstable Hospital, ha dichiarato: “La Trust assiste pienamente l’HM Coroner nelle indagini. Tutti siamo profondamente addolorati e continuiamo a estendere le più sincere condoglianze alla famiglia. Restiamo impegnati ad apprendere da questo tragico evento”.
Questa vicenda richiama l’attenzione sulla sicurezza ospedaliera in caso di gravidanza a rischio e sulle procedure di gestione delle emergenze ostetriche.
Perché questa vicenda pone interrogativi profondi
- Una donna con ipertensione rilevata prima del parto: erano state attivate tutte le linee guida appropriate per monitoraggio e terapia?
- Gli avvisi iniziali (cefalea, visione offuscata, vomito) erano sufficientemente indagati?
- Il trasferimento e il tempo d’intervento tra la diagnosi di emorragia cerebrale e le decisioni ospedaliere sono adeguati?
- Quanto è importante la trasparenza e la comunicazione con la famiglia in questi casi?
Lo sapevi che…?
- L’ipertensione gestazionale è una delle complicazioni più comuni in ostetricia e può portare a condizioni gravi come la eclampsia o l’emorragia intracranica se non ben controllata.
- Le emorragie cerebrali post‑parto sono rare ma estremamente gravi; l’intervento immediato può fare la differenza.
- Le indagini di tipo inquest nel Regno Unito hanno l’obiettivo di chiarire cause e modalità dell’accaduto, non necessariamente di attribuire colpe penali, ma possono aprire alla responsabilità civile o disciplinare.
FAQ – Domande frequenti
Quanto è frequente l’ipertensione in gravidanza?
L’ipertensione gestazionale colpisce circa il 5‑10% delle gravidanze in molti Paesi occidentali.
Un’emorragia cerebrale può verificarsi subito dopo il parto?
Sì. Anche se rara, le donne in post‑parto con ipertensione o pre‑eclampsia presentano un rischio aumentato di emorragie cerebrali o altre complicanze neurovascolari.
Cosa succede durante un’indagine inquest nel Regno Unito?
L’inquest è un procedimento pubblico dove un giudice (Coroner) esamina le circostanze della morte, raccoglie prove e testimonianze, per stabilire cosa è accaduto; non è un processo penale.
Cosa può fare la famiglia se sospetta negligenza medica?
Può avviare una causa civile per responsabilità medica. In tal caso serve un legale specializzato in negligenza sanitaria che analizzi cartelle cliniche, protocolli e tempistiche.
Come possono gli ospedali migliorare la sicurezza in caso di gravidanza a rischio?
Le strutture devono avere protocolli aggiornati, formazione continua del personale, monitoraggio costante delle gravidanze «ad alto rischio», percorsi chiari per emergenze ostetriche e comunicazione trasparente con la paziente e la famiglia.





