15 batteri che indicano un cuore a rischio: ecco quali sono
Un nuovo studio rivela come il microbiota intestinale potrebbe aiutare a prevenire infarti e problemi cardiaci.
Da tempo sappiamo che ciò che accade nell’intestino non resta confinato lì. Ma che i batteri intestinali possano “avvisare” del rischio di infarto, è una scoperta che cambia prospettiva sulla salute del cuore. Un recente studio pubblicato sulla rivista mSystems ha identificato 15 specie batteriche che si comportano come veri e propri indicatori precoci della malattia coronarica.

Gli scienziati hanno confrontato la flora intestinale di pazienti colpiti da malattia coronarica – causata dal restringimento delle arterie a causa dell’accumulo di colesterolo – con quella di persone sane. Il risultato? Hanno trovato differenze evidenti non solo nella presenza di alcuni batteri, ma anche nei loro effetti metabolici sull’organismo.
Una scoperta che, se confermata, potrebbe cambiare il modo in cui preveniamo una delle principali cause di morte al mondo.
Indice dell'articolo
Cosa hanno scoperto i ricercatori?
Analizzando campioni di feci, i ricercatori hanno isolato 15 specie batteriche che si comportano in modo diverso tra chi è malato e chi è sano. Il disequilibrio è duplice: da un lato, si riducono i batteri “protettivi”, dall’altro proliferano quelli che favoriscono l’infiammazione e quindi il rischio cardiovascolare.
Le 7 specie batteriche aumentate nei pazienti con malattia coronarica
Nei soggetti malati, alcune specie si trovavano in quantità decisamente superiori:
- CAG-303 sp000437755 (famiglia Lachnospiraceae)
- AM51-8 sp003478275 (Lachnospiraceae)
- Faecalibacillus intestinalis
- UBA737 sp002431945 (Acutalibacteraceae)
- CAG-41 sp900066215 (UBA1381)
- Ventrimonas sp900538475 (Lachnospiraceae)
- UBA644 sp900547165 (ordine Oscillospirales)
Tutte queste specie sono state trovate in quantità significativamente superiori nei pazienti con arterie ostruite. Alcune di esse, come quelle della famiglia Lachnospiraceae, sono sospettate di avere un potenziale effetto pro-infiammatorio.
Le 8 specie protettive ridotte nei pazienti
Molto più preoccupante, secondo gli studiosi, è la diminuzione di batteri “buoni”:
- Slackia isoflavoniconvertens
- Faecalibacterium prausnitzii: un noto produttore di acidi grassi a catena corta (SCFA), con effetti antinfiammatori.
- Catenibacterium sp000437715
- CAG-83 sp900757415 (Oscillospiraceae)
- Prevotella copri_A
- Lachnospira eligens_A
- Holdemanella porci
- Lawsonibacter sp014287875 (Oscillospirales)
Queste specie, in particolare Faecalibacterium prausnitzii, aiutano a mantenere bassi livelli di infiammazione sistemica, un fattore chiave nella prevenzione della malattia coronarica.
Cosa ci dice questo squilibrio batterico?
La malattia coronarica non dipende solo da colesterolo alto o ipertensione. Secondo questo studio, è associata a un cambiamento nell’ecosistema intestinale:
- Perdita di batteri protettivi: specie che producono acidi grassi a catena corta e contribuiscono al benessere della mucosa intestinale vengono a mancare.
- Crescita di batteri infiammatori: specie sospettate di innescare o amplificare processi infiammatori sistemici aumentano.
Una situazione che favorisce la disfunzione dell’endotelio (la parete interna dei vasi), accelerando la formazione delle placche aterosclerotiche.
La prevenzione resta nelle nostre mani
Sebbene il microbiota sia in parte determinato da genetica e ambiente, lo stile di vita gioca un ruolo fondamentale. Ecco cosa puoi fare, secondo gli esperti, per proteggere cuore e intestino:
- Controlla la pressione arteriosa: l’ipertensione è il principale nemico del cuore.
- Tieni sotto controllo colesterolo e trigliceridi: con dieta e, se necessario, farmaci.
- Mantieni un peso sano: sovrappeso e obesità aumentano il rischio cardiovascolare.
- Mangia bene: privilegia fibre, cereali integrali, frutta e verdura. Riduci zuccheri, sale e grassi saturi.
- Muoviti ogni giorno: almeno 30 minuti di camminata veloce aiutano cuore, intestino e umore.
- Limita l’alcol: il consumo eccessivo danneggia fegato, cuore e microbiota.
- Dormi abbastanza: il sonno scarso è associato a pressione alta, obesità e diabete.
Lo sapevi che… ?
- Alcune aziende stanno già lavorando a test fecali per valutare il rischio cardiovascolare analizzando il microbiota.
- Faecalibacterium prausnitzii è considerato uno dei “batteri della longevità” per i suoi effetti antinfiammatori.
- Gli acidi grassi a catena corta (come il butirrato) prodotti dai batteri intestinali migliorano anche la sensibilità all’insulina.
- La dieta mediterranea, ricca di fibre vegetali e olio extravergine di oliva, favorisce la crescita di specie protettive.
FAQ – Domande frequenti
Come si fa a sapere se il mio microbiota è in salute?
Con esami specifici (non ancora di routine) è possibile analizzare la composizione batterica delle feci. Alcuni laboratori offrono test del microbiota intestinale.
Posso modificare il mio microbiota con l’alimentazione?
Sì. Una dieta ricca di fibre, verdure e alimenti fermentati può aumentare la presenza di batteri benefici.
Esistono probiotici utili per il cuore?
Alcuni studi indicano che probiotici contenenti Lactobacillus e Bifidobacterium potrebbero aiutare a ridurre colesterolo e infiammazione, ma servono ulteriori prove.
L’assunzione di antibiotici influisce sul microbiota?
Sì. Gli antibiotici, soprattutto se usati frequentemente, alterano l’equilibrio del microbiota intestinale.
I bambini sviluppano lo stesso microbiota degli adulti?
No. Il microbiota si sviluppa nei primi anni di vita ed è influenzato dal tipo di parto, allattamento e dieta.
Consiglio utile
Per sostenere la salute del cuore e dell’intestino, puoi valutare l’integrazione con un probiotico ad ampio spettro che contenga ceppi di Faecalibacterium, Bifidobacterium e Lactobacillus.





