Lotta al tabacco: 330 milioni di risparmio sulla sanità possibili 

A causare maggiori danni alla salute ci sono tutta una serie di comportamenti che quotidianamente le persone mettono in pratica, spesso senza attribuirgli un grande peso. Le abitudini comportamentali come il fumo, il consumo eccessivo di alcol e la scarsa attività fisica, infatti, incidono significativamente sulle qualità della vita. E anche sulle spese del sistema sanitario ed economico italiano.

Uno studio condotto dai ricercatori dalla Brunel Business School di Londra ha registrato dati sconcertanti, utilizzando fonti ISTAT ed Eurostat. Ogni anno il Sistema Sanitario Nazionale spende circa un miliardo di euro a causa di queste abitudini dannose per la salute degli italiani. Un impatto molto grande, soprattutto per la percentuale che riguarda il fumo.

L’impatto del vizio del fumo sulla sanità italiana

Iniziando ad adottare strategie di riduzione del rischio che le persone inizino a fumare, i potenziali risparmi che si potrebbero calcolare ammontano a circa 330 milioni di euro. La sanità italiana, allo stato attuale delle cose, spende cifre da capogiro associate al fumo e ai sui effetti determinanti sui decessi. La ricerca citata poco sopra, infatti, ha stimato che se anche soltanto l’1% dei fumatori smettesse di fumare o riducesse notevolmente la quantità di sigarette fumate, in Italia si risparmierebbero circa 331 milioni di euro all’anno.

Questa cifra serve a coprire le spese mediche per fronteggiare le malattie legate al fumo, dunque il risparmio per la sanità sarebbe molto consistente (oltre i 700 milioni di euro) se il 50% dei fumatori smettesse di fumare, anche considerando un percorso di passaggio dalle sigarette tradizionali ad una delle alternative che da qualche anno si trovano in commercio. Ci si riferisce alle sigarette elettroniche e a tutti i dispositivi da svapo, disponibili su https://www.svapostore.net/, il cui funzionamento non prevede la combustione, che poi è il principale fattore di rischio delle sigarette al tabacco.

Oltre che per l’assenza di combustione, alla sigaretta elettronica è stato attribuito il titolo di valido strumento per smettere di fumare, anche per via della possibilità di poter scegliere e controllare la quantità di nicotina assunta. In questi dispositivi elettronici, infatti, il consumatore può stabilire la percentuale di nicotina che intende aggiungere ai liquidi da svapo: la quantità massima che si trova in commercio è di 20mg/ml per i liquidi ad alto contenuto, ma si può scendere fino allo 0% e svapare la sigaretta elettronica senza nicotina.

È la nicotina, infatti, la responsabile principale della dipendenza dal fumo di sigarette, quella che fa desiderare di accendere un’altra sigaretta e poi un’altra ancora, per cui il passaggio alle e-cigarette influisce sulla riduzione della dipendenza.

Attività fisica e alcolici

In merito all’impatto dello sport e al consumo eccessivo di alcolici, i dati della ricerca hanno dimostrato che una diminuzione dell’1% di persone di età pari o superiore a 3 anni che non praticano mai sport, permetterebbe alla sanità di risparmiare circa 223 milioni di euro annui spesi a causa dei livelli inadeguati di attività fisica. A questi, vanno aggiunti i 60 milioni di euro risparmiati se una persona su mille diminuisse il consumo alcolico.

È chiaro che per educare gli italiani a fronteggiare questi comportamenti evidenziati dallo studio, ad alto rischio per la loro salute, oltre che gravosi sulla spesa sanitaria nazionale, è necessaria l’adozione di strategie mirate che favoriscano l’approccio nei confronti di soluzioni alternative e meno dannose.

È questo lo scopo per cui sono nate le sigarette elettroniche, tutt’ora costantemente sotto osservazione in merito alla loro effettiva efficacia ma, soprattutto, per l’assenza di rischi legati alla salute. Attualmente, le migliaia di ricerche sugli effetti delle sigarette elettroniche si sono risolti con dati positivi e incoraggianti.

L’incidenza degli stili di vita sulle spese sanitarie è davvero consistente, per questo è necessario che la popolazione si apra a tutte le possibili alternative che li aiuterebbero a ridurre il vizio del fumo e degli alcolici e a far entrare l’attività fisica nella propria routine.

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