Ipertensione, i dati dell’Iss: un adulto su tre ne soffre senza saperlo
Gli elementi che contribuiscono all'aumento della pressione arteriosa sono molti ma i principali sembrano essere fattori di rischio comportamentali legati allo stile di vita.
L’ipertensione arteriosa – la pressione elevata esercitata contro le pareti delle arterie – rappresenta una delle principali cause di morte prematura e disabilità nel mondo, aumentando significativamente il rischio di infarto, ictus, insufficienza renale, demenza e cecità.

La giornata mondiale
Ogni anno il 17 maggio si celebra la Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sui rischi legati all’ipertensione, promuovere la prevenzione e incoraggiare la corretta misurazione e gestione della pressione arteriosa.
Questa condizione colpisce circa 1 adulto su 3 a livello globale.
l’Italian Health Examination Survey – Progetto CUORE dell’Iss
Come si legge in un comunicato stampa dell’Istituto Superiore di Sanità, si parla di pressione elevata quando misurazioni effettuate su entrambe le braccia, più volte consecutivamente e in giorni differenti, danno valori di pressione arteriosa superiori o uguali a 140 mmHg per la pressione sistolica (massima) e/o a 90 mmHg per la pressione diastolica (minima).
In Italia, il Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss) conduce periodicamente l’Italian Health Examination Survey (HES) – Progetto CUORE, l’indagine che prevede l’esame di campioni di popolazione generale di età compresa tra i 35 e i 74 anni per monitorare lo stato di salute della popolazione.
I dati preliminari dell’Italian Health Examination Survey
I campioni sono stati esaminati nel 2023 e nel 2024. Ecco i risultati.
Pressione arteriosa elevata: 37% degli uomini e 23% delle donne.
Ipertensione (pressione elevata e/o in trattamento farmacologico): 49% degli uomini e 39% delle donne.
Valori medi della pressione
Uomini: sistolica 134 mmHg, diastolica 80 mmHg.
Donne: sistolica 126 mmHg, diastolica 75 mmHg.
Un terzo delle persone ipertese non conosce la propria condizione
Luigi Palmieri e Chiara Donfrancesco, ricercatori del Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Iss precisano: “Tra le persone risultate ipertese durante l’indagine circa un terzo non era consapevole di poter avere problemi di controllo della pressione arteriosa”.
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HES 2018/2019: una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica e diastolica in uomini e donne
Nel 2018/2019 rispetto alle indagini precedenti del 1998/2002 e del 2008/2012, è stata osservata una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica e diastolica sia negli uomini (1998/2002: 136/86 mmHg; 2008/2012: 132/84 mmHg; e 2018/2019: 132/78 mmHg) che nelle donne (132/82 mmHg, 126/78 mmHg e 122/73 mmHg, rispettivamente), della prevalenza di pressione arteriosa elevata (definita come pressione arteriosa sistolica>=140 mmHg o pressione arteriosa diastolica>=90 mmHg) (50%, 40% e 30% negli uomini e 39%, 25% e 16% nelle donne, rispettivamente), e di ipertensione, definita come pressione arteriosa elevata e/o uso di trattamento farmacologico specifico (54%, 49% e 44% negli uomini e 45%, 35% e 32% nelle donne, rispettivamente nelle 3 indagini). Queste tendenze temporali sono state riscontrate anche considerando i dati scorporati per classi di età e livelli di istruzione.
L’obiettivo dell’OMS: riduzione relativa della prevalenza del 33% entro il 2030
“Per contrastare la mortalità dovuta alle malattie non trasmissibili, durante la 66ª Assemblea mondiale della sanità del 2013 – ricordano Palmieri e Donfrancesco – gli Stati membri hanno elaborato un Piano d’azione globale definendo obiettivi globali che includono il raggiungimento di una riduzione relativa del 25% della prevalenza di pressione arteriosa elevata, in base alle circostanze nazionali, entro il 2025, proponendo di raggiungere una riduzione relativa del 33% entro il 2030, utilizzando il 2010 come base di riferimento”.
Le indicazioni dell’OMS sugli stili di vita
Gli elementi che contribuiscono all’aumento della pressione arteriosa sono molti ma i principali sembrano essere fattori di rischio comportamentali legati allo stile di vita, come una dieta di scarsa qualità, ricca di sodio e povera di potassio, sovrappeso e obesità, consumo di alcol, uso di tabacco, inattività fisica e l’esposizione a stress persistente. L’adozione di uno stile di vita salutare può contribuire a prevenire l’insorgenza dell’ipertensione arteriosa e gestire i livelli di pressione arteriosa nelle persone che sono in condizione di ipertensione.
“A questo proposito – riprendono Palmieri e Donfrancesco – L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce i seguenti stili di vita da adottare”:
– Consumare più frutta e verdura
– Limitare il consumo di sale mentre si cucina e scegliere cibi non troppo salati (cercare di rimanere sotto i 5 grammi al giorno di consumo di sale, che equivalgono a un cucchiaio da thè)
-Stare meno seduti
–Essere più attivi fisicamente, per esempio camminare, correre, nuotare, ballare o praticare attività di rinforzo muscolare
-Fare almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica di intensità moderata o 75 minuti a settimana di attività aerobica intensa
-Fare esercizi per aumentare la forza 2 o più giorni a settimana
–Perdere peso se si è in sovrappeso o obesi.
-Assumere i farmaci secondo le prescrizioni del medico
-Rispettare gli appuntamenti con il medico