Il latte al banco degli imputati tra fake news e intolleranze in aumento

La dieta mediterranea è uno dei regimi alimentari più rinomati al mondo. In Italia, gran parte della popolazione vi fa affidamento per mantenersi in forma e in salute. Tra gli alimenti più importanti di questa alimentazione troviamo il latte, grazie ai numerosi benefici che questa bevanda naturale offre all’organismo umano.

L’essere facilmente reperibile, dal gusto godibile e a basso costo, farebbe pensare al latte come l’alimento più consumato dalla popolazione, ma la realtà è molto diversa.

Gli esperti nutrizionisti consigliano di assumerne una dose pari ad almeno 350 ml, suddivisa in tre porzioni al giorno tra latte e yogurt, per esempio.

Eppure, nonostante le tante raccomandazioni, in Italia si consuma appena un terzo di quanto richiesto dagli esperti. Probabilmente la colpa è da attribuire anche alla dilagante disinformazione che spopola in tv, social media e riviste, che spesso riconoscono il latte come nemico giurato del peso forma.

Questi canali di rapido accesso, infatti, sovente danno occasione a tanti guru del web di millantare competenze che, in effetti, non hanno sull’argomento. Per trovare informazioni attendibili sulle tematiche di latte e derivati basta consultare siti fondati su basi scientifiche, come Lattendibile.it, in grado di offrire un’adeguata divulgazione, nel rispetto dei diritti di chi li consulta.

Non solo fake news, però. La crescita del numero di persone intolleranti al lattosio è un altro dei fattori che contribuisce al poco consumo di latte in Italia e nel resto del mondo.

Ma è proprio impossibile consumare alimenti lattiero-caseari quando si è intolleranti al lattosio? Non è impossibile, vediamo insieme perché.

Intolleranza al lattosio: cos’è e quali cibi scegliere

Il lattosio è una sostanza presente in tantissimi alimenti la quale, in alcuni individui, può provocare malesseri come diarrea, flatulenza e gonfiore. Queste reazioni sono solitamente provocate dalla mancanza o dalla presenza parziale di lattasi, un enzima prodotto dall’intestino.

Fondamentale è una corretta diagnosi che si può ottenere rivolgendosi a un medico specializzato il quale, in seguito all’ascolto della storia clinica del paziente, eseguirà gli esami necessari a convalidare la diagnosi.

La condizione di intollerante al lattosio spinge spesso, erroneamente, tutti i soggetti affetti da questo disturbo a cessare l’assunzione dei latticini. In realtà, esiste un indice di tolleranza a cui si può fare affidamento per scegliere i cibi da consumare. C’è infatti chi pur essendo intollerante riesce a sopportare una discreta quantità di lattosio. Questi soggetti possono trovare in commercio una buona parte di prodotti lattiero-caseari da consumare in piena serenità.

A partire dagli alimenti delattosati, cioè privati di lattosio, fino ad alcuni formaggi, in quanto la stagionatura porta a un naturale processo di perdita di questo elemento. Imparare a consultare le etichette sul retro dei prodotti è il primo passo da compiere quando si è accertata un’intolleranza al lattosio.

La normativa vigente in Italia prevede che i livelli di lattosio in un prodotto debbano essere inferiori allo 0,1%. Tuttavia questo valore potrebbe creare problemi ai soggetti con minore tolleranza. Pertanto, per queste persone è consigliato l’acquisto di generi alimentari con una quantità di lattosio inferiore allo 0,01%, un valore molto inferiore rispetto al precedente.

Fare attenzione al contesto in cui si consuma un prodotto contenente lattosio è il secondo step da compiere. Una tazza di latte al mattino, prima di iniziare una faticosa giornata lavorativa, è sicuramente una condizione ottimale per assumere lattosio, rispetto a una deliziosa panna cotta al termine di una grande abbuffata a cena con gli amici.

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