Il fois gras, così vengono torturate le oche

Oggi parleremo di uno dei piatti tipici della cucina francese: il fois gras. La produzione di questa pietanza nasconde un trattamento poco etico nei confronti degli animali.

Come si ottiene il fois gras?

Il fois gras, la cui traduzione letterale è “fegato grasso”, è una delle pietanze più conosciuta e prelibata della cucina francese. Nonostante faccia parte di una lunga tradizione, la sua produzione attira non poche critiche. Essa prevede, infatti, che le oche e le anatre vengano ingozzate forzatamente (attraverso una tecnica chiamata “gavage”) per più volte al giorno e per diversi mesi e, in tal modo, viene causato un ingrossamento esagerato del loro fegato. Il fegato così accumula rapidamente grassi a causa di un fenomeno chiamato steatosi e, arrivato alla giusta grandezza, sarà pronto per essere immesso sul mercato.

Per produrre il fois gras vengono allevate ogni anno circa 80 milioni di anatre e 800mila oche. Nel primo caso, le anatre femmina non possono essere utilizzate e vengono scartate appena nate. I maschi, invece, verranno sottoposti al regime di sovralimentazione forzata. Questa pratica comincia intorno all’80esimo giorno di vita.

Gli animali verranno quindi alimentati anche 4 volte al giorno mediante l’inserimento di un tubo dentro la gola (e spesso capita che arrivi fino allo stomaco). In questo modo, oche e anatre ingurgiteranno forzatamente grandi quantità di cibo estremamente calorico e, a fine pasto, sperimenteranno di frequente episodi convulsivi e diarroici.

Con il passare dei giorni, questa pratica promuove lo sviluppo di una serie di patologie. Il funzionamento del fegato ne risulta fortemente compromesso, si manifesta così la steatosi epatica (malattia che può portare ad un’infiammazione dell’organo).

Inoltre, gli uccelli mostreranno difficoltà respiratorie dovute alla compressione derivante dall’ingrossamento spropositato del fegato e sperimenteranno forti dolori.

È possibile produrlo in maniera etica?

Secondo alcuni ricercatori di Tolosa sarebbe possibile produrre fois gras evitando le sofferenze a cui questi animali vengono sottoposti. Osservando il comportamento degli uccelli durante il periodo autunnale, gli studiosi francesi hanno notato infatti che una determinata combinazione di batteri intestinali comporta l’accumulo di grasso che li aiuterebbe per combattere il freddo imminente. Se riprodotto in laboratorio, questo insieme di batteri potrebbe essere utilizzato per stimolare in maniera meno invasiva la crescita del fegato e preservare così la commercializzazione del fois gras.

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