I nuovi materiali usati per l’odontoiatria bio

Il tema del biologico sta interessando anche il mondo dell’odontoiatria, che proprio per questo motivo si è avvicinata all’uso di materiali che in precedenza non sono mai stati adoperati. La transizione dalle sostanze classiche ai materiali biocompatibili è ormai una realtà, che in ogni caso non influenza il buon esito dei trattamenti: i pazienti, dunque, possono essere certi di usufruire comunque di prestazioni di livello elevato. Un interesse sempre più significativo è quello che riguarda le sostanze non invasive, fermo restando che la scelta è sempre ben ponderata e mai affidata al caso. Questo vuol dire che gli odontoiatri non badano solo agli interventi, ma si preoccupano anche della durata nel tempo e dei postumi.

La concezione biologica

In precedenza in ambito dentale si è fatto un ampio ricorso ai metalli, che sono stati impiegati per il trattamento delle devitalizzazioni e delle carie, oltre che per altre pratiche. Uno dei materiali che venivano usati più di frequente era il mercurio. Il problema è che, con il passare del tempo, ci si è resi conto di quanto possa essere pericolosa tale sostanza: per questo motivo è scattato un allarme in merito, anche in riferimento all’esposizione al rischio fisiologico. La concezione biologica odierna si basa, per l’appunto, su tale scenario.

I materiali biocompatibili

La decisione di usare sostanze altamente biocompatibili è motivata in primo luogo dal desiderio di rispettare la natura e le caratteristiche del dente. Si spiega anche così la diffusione in aumento dell’odontoiatria biologica: si è giunti alla conclusione che i denti non devono essere considerati come degli elementi esterni rispetto all’organismo, ma al contrario ne sono parte integrante. Di conseguenza, richiedono il massimo rispetto. Il tema del biologico ha assunto una valenza di primo piano in numerosi settori, e il medicale è di sicuro tra questi.

Una rivoluzione in ambito dentale

Non è eccessivo parlare di una vera e propria rivoluzione in riferimento a quello che sta succedendo nel settore del dentale, con un cambiamento che favorisce l’abbandono dei materiali che contengono i metalli, destinati a cedere il passo alle sostanze biocompatibili. Si tratta di un trend che è frutto, tra l’altro, dell’alternarsi di concezioni opposte a livello odontoiatrico. La visione tradizionale, in particolare, si basa sulla constatazione che i denti rappresentino degli elementi a sé rispetto al resto dell’organismo. Al contrario, la scuola di pensiero più moderna a cui si è già fatto cenno mette in evidenza con convinzione la valutazione del cavo orale come elemento collegato con il resto dell’organismo e parte integrante di tutto il corpo.

I materiali del passato erano tossici?

A lungo tempo si è dibattuto a proposito del livello di tossicità delle sostanze che venivano usate nei trattamenti, anche per valutare gli eventuali effetti sulle condizioni di salute dei pazienti. Anche per questo motivo si è tentato di individuare soluzioni differenti che consentissero di non compromettere in alcun modo la natura dei denti sottoposti a trattamento.

I materiali bio, tra presente e futuro

Oggi un odontoiatra che decidesse di utilizzare i materiali biocompatibili non sarebbe certo un unicum nel settore. Nel corso degli ultimi tempi sono state approfondite con attenzione le ricerche riguardanti il rapporto tra le varie parti del corpo e i denti, mentre cresce il ricorso alle sostanze bio, che hanno il pregio di essere accettate senza problemi e di poter essere integrate in maniera facile.

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