“Ho visto gli angeli e scelto di tornare”: il racconto di una sopravvissuta alla morte

Un terribile incidente d’auto, il corpo distrutto e la consapevolezza di essere sospesa tra due mondi. Il racconto di Jeanette Hedström.

Quando la vita ti mette davanti a una scelta tra restare o andartene per sempre, cosa faresti?
Per Jeanette Hedström, 42 anni, quella domanda non era un semplice pensiero filosofico, ma una realtà concreta. Nel luglio del 2004, a Jönköping, in Svezia, un terribile incidente d’auto ha cambiato per sempre la sua vita.

La donna viaggiava insieme alla sorella, quando l’auto si è scontrata frontalmente con un altro veicolo. L’impatto è stato devastante: la cintura di sicurezza le ha spinto tutti gli organi interni sotto il cuore, l’intestino è stato lacerato, il diaframma rotto, entrambi i polmoni perforati. Jeanette non avrebbe dovuto sopravvivere.

Mentre i paramedici lavoravano disperatamente sul suo corpo “ridotto a pezzi”, Jeanette racconta di essersi sentita uscire dal proprio corpo, osservando la scena dall’alto. In quel momento, ha visto due angeli e lo spirito della sua madrina defunta.

“Lasciati andare, ti tengo io”

La voce era chiara, dolce e rassicurante: “Lasciati andare, ti tengo io”.
Jeanette si trovava immersa in una luce intensa, che la trasportava in un luogo che descrive come una “stanza d’attesa colma d’amore e pace”.

«Non riuscivo a respirare e sentivo dolore ovunque. Continuavo a ripetere: ‘Sto morendo’. Volevo solo tornare a casa… e poi ho lasciato il mio corpo».

Da lassù, vedeva la scena come in un film: il suo corpo era ancora nell’auto, ma lei era pura coscienza, un’anima sospesa. Non voleva morire, ma qualcosa l’ha spinta ad arrendersi.

La stanza tra due mondi

In quella dimensione sospesa tra vita e morte, Jeanette dice di aver provato una sensazione profonda di appartenenza. Era perfetto, e avrebbe voluto restarci per sempre. Ma le è stato spiegato che quel luogo era solo una tappa del suo cammino e che doveva tornare nel suo corpo per guarire.

Gli angeli le mostrarono due possibili futuri:

  • Cosa sarebbe accaduto se avesse scelto di restare morta.
  • Come sarebbe stata la sua vita se fosse tornata, compreso l’incontro con suo futuro marito e i figli che avrebbe avuto.

Jeanette racconta:

«Ho visto che, se fossi rimasta lì, avrei spento la luce e le vibrazioni dei miei figli, che ancora non avevo conosciuto. Ho sentito le preghiere di tutti: mia madre, mio padre, mia sorella, i miei amici. Non potevo deluderli».

Così ha deciso di tornare.

Il risveglio miracoloso

Jeanette si è svegliata tre giorni dopo in ospedale, dove era stata sottoposta a diversi interventi d’urgenza.
I medici, vedendo l’entità dei danni, non credevano potesse sopravvivere: tutti gli organi dell’addome erano stati temporaneamente rimossi e immersi in liquido per ridurre la pressione prima di essere ricollocati.

Nonostante le prognosi, il suo corpo ha iniziato a reagire. È rimasta attaccata al ventilatore per altri tre giorni, durante i quali ha subito altre operazioni:

  • Ricostruzione delle palpebre.
  • Inserimento di una barra di titanio nel braccio.
  • Fusione di tre vertebre.

La guarigione è stata sorprendentemente rapida: in un mese era di nuovo in piedi.

«La velocità con cui mi sono ripresa non ha spiegazioni. I medici lo hanno definito un miracolo».

Nessuna paura della morte

Oggi Jeanette non ha conseguenze fisiche permanenti, anche se ufficialmente è classificata come disabile. Vive nei boschi della Svezia e gestisce un centro di guarigione creativa chiamato Seven Lakes.

La sua convinzione è che quel luogo in cui si è trovata fosse una porta verso la rinascita della sua anima. E gli angeli avevano ragione: ha incontrato l’uomo che “aveva già sentito” in quella visione e con lui ha avuto due figli. Uno, però, non è mai nato:

«Forse era la terza energia che avevo percepito. O forse ci aspetta ancora una sorpresa».

Lezioni di vita da un’esperienza di morte

Jeanette descrive la sua esperienza come la morte del “falso sé” e la rinascita nel cammino della sua anima.

«Quasi morire è stato uno dei miei più grandi doni. Mi ha insegnato lezioni di vita preziose, che oggi condivido con gli altri. Non vivo più nella paura, ma nell’amore e nel coraggio. Non temo la morte, perché so cosa mi aspetta dall’altra parte».

FAQ

Cos’è un’esperienza di pre-morte?
È un fenomeno riportato da persone che hanno vissuto situazioni di arresto cardiaco o trauma grave, in cui percepiscono di lasciare il corpo e trovarsi in una dimensione diversa.

Tutti vedono le stesse cose?
No. Alcuni parlano di luce intensa, altri di incontri con defunti o sensazioni di pace. Ogni esperienza è unica.

Esiste una spiegazione scientifica?
Alcuni studiosi ipotizzano che sia dovuto a particolari reazioni del cervello in condizioni estreme, ma non esiste ancora una risposta definitiva.

Cambia il modo di vivere dopo un’esperienza simile?
Molte persone, come Jeanette, riferiscono di vivere con meno paura e più gratitudine.

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