Ha solo 20 anni, pensa sia un semplice mal di testa: Esther finisce in coma per un ictus

Un mal di testa improvviso, apparentemente innocuo, ha cambiato per sempre la vita di Esther Littlewood, 20 anni, aspirante poliziotta inglese.

Era davanti alla TV insieme alla madre, guardando un programma di cronaca, quando ha avvertito un dolore improvviso dietro l’orecchio sinistro. Ha preso un paracetamolo e si è ritirata in camera per riposare. Non immaginava che, poche ore dopo, sarebbe finita in coma in ospedale.

Il fidanzato l’ha trovata priva di sensi nel letto. Esther è stata trasportata d’urgenza al Chesterfield Royal Hospital, dove i medici hanno deciso di sedarla per tentare di stabilizzarla. Gli esami hanno rivelato la causa: un ictus provocato da un foro al cuore mai diagnosticato, il cosiddetto “forame ovale pervio”.

Il cuore le ha tradito il cervello

Durante lo sviluppo fetale, il forame ovale è una piccola apertura tra le due camere superiori del cuore, che serve a far circolare l’ossigeno nel sangue prima che i polmoni siano pienamente sviluppati. Nella maggior parte delle persone, si chiude naturalmente dopo la nascita. Ma non in tutti.

Nel caso di Esther, quel minuscolo foro ha permesso a un coagulo di sangue di passare direttamente al cervello, provocando un ictus. Nessuno lo sapeva. Lei stessa racconta di essere sempre stata in ottima salute: “Facevo attività fisica ogni giorno, avevo superato i test per entrare in polizia. Mi sentivo fortissima”.

Unica avvisaglia: il mal di testa

“Con l’ictus, pensi di avere segni visibili, come la bocca storta o il braccio che non si muove. Invece io avevo solo un forte mal di testa”, racconta.
In ospedale, dopo il coma, i medici le hanno spiegato che avere un ictus a 20 anni è rarissimo. Grazie all’intervento tempestivo, è sopravvissuta. Dopo 12 giorni, è stata dimessa in attesa di un intervento per chiudere il foro cardiaco.

Ma le conseguenze sono state pesanti: “È come se avessi perso tutto. Il lavoro che avevo sempre sognato, la patente, la mia indipendenza. Mi sentivo un’altra persona”.

L’appello: “Non sottovalutate i segnali”

Ora che ha recuperato parte delle sue funzioni, Esther ha deciso di raccontare la sua esperienza per sensibilizzare i giovani e non solo: “Se avete un mal di testa che non vi convince, non aspettate. Anche se non ci sono altri sintomi, fatevi controllare. Chiamate il medico o il 111 (il numero di emergenza sanitaria nel Regno Unito)”, in Italia è il 112 o il 118.

Il suo messaggio è chiaro: l’ictus può colpire chiunque, anche i più giovani e sani.

Cos’è il forame ovale pervio

  • Si tratta di una piccola apertura tra le due camere superiori del cuore, presente alla nascita e normalmente destinata a chiudersi spontaneamente.
  • Circa il 25% degli adulti ne è ancora portatore senza saperlo, secondo la British Heart Foundation.
  • Nella maggior parte dei casi non comporta alcun problema.
  • In alcuni soggetti, però, può permettere il passaggio di piccoli coaguli di sangue verso il cervello, aumentando il rischio di ictus, soprattutto se l’apertura è grande o se il flusso è particolarmente forte (shunt).
  • L’unico trattamento efficace è la chiusura chirurgica, che si esegue solo nei pazienti che hanno già avuto un episodio o che presentano un alto rischio.

Lo sapevi che…?

  • Il forame ovale pervio è presente in 1 persona su 4, ma solo in una piccola percentuale può causare problemi.
  • L’ictus colpisce anche giovani adulti: secondo uno studio europeo, i casi sotto i 30 anni sono in aumento negli ultimi anni.
  • Il sintomo più comune di un ictus giovanile? Un forte mal di testa persistente e localizzato.

FAQ

Cos’è successo a Esther?
Ha avuto un ictus a soli 20 anni, causato da un foro nel cuore mai diagnosticato, chiamato forame ovale pervio.

Qual era l’unico sintomo?
Un forte mal di testa dietro l’orecchio sinistro. Nessun altro segno visibile.

Il foro al cuore è comune?
Sì, circa il 25% degli adulti ne è portatore, ma solo una minima parte sviluppa complicazioni.

Cosa consiglia Esther?
Di non sottovalutare i mal di testa improvvisi e anomali, specialmente se localizzati e intensi.

Dovrà operarsi?
Sì, è previsto un intervento per chiudere chirurgicamente l’apertura nel cuore.

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Fonte: Daily Mail.

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