Ha sofferto di emicranie per 20 anni, poi la scoperta: “Era un tumore”

Per anni ha convissuto con sintomi che sembravano innocui. Oggi Nikita racconta la sua esperienza per aiutare chi, come lei, potrebbe ignorare segnali importanti.

Aveva solo 18 anni quando le sono comparse le prime emicranie improvvise, ma nessuno – nemmeno lei – immaginava che dietro quei mal di testa si nascondesse un tumore al cervello. Nikita Sterling, oggi 39enne, insegnante di psicologia in una scuola superiore del Kent, nel Regno Unito, ha scoperto nel 2025 che il suo tumore “poteva essere lì da 20 anni”.

Per decenni ha sottovalutato i sintomi: mal di testa sporadici, disturbi visivi, pressione alla testa, ma nulla di così frequente da destare allarme. “Succedeva due o tre volte all’anno, non pensavo fosse il caso di preoccuparsi”, racconta oggi a The Sun.

Poi qualcosa è cambiato.

Un cambiamento improvviso

Nell’ottobre del 2024, Nikita ha iniziato a notare episodi più frequenti e intensi. Le emicranie si presentavano ogni tre settimane e la sensazione era quella di avere la testa “riempita d’acqua”. Una sera, durante un colloquio con i genitori a scuola, ha perso completamente la capacità di parlare. “Non riuscivo a trovare le parole giuste, è stato imbarazzante”, confessa.

Nel giro di pochi mesi i sintomi sono peggiorati. Ha cercato di prenotare visite mediche, ma ottenere un appuntamento era diventato quasi impossibile. “Nessuno sembrava ascoltarmi”, dice Nikita.

L’intervento privato e la diagnosi

Nel febbraio 2025, grazie all’assicurazione sanitaria del marito Dean, è riuscita a rivolgersi a un medico privato che l’ha indirizzata da un neurologo. Ma il primo appuntamento disponibile era previsto per maggio.

“Pensavo di poter resistere fino ad allora, almeno sapevo che qualcuno mi avrebbe finalmente visitata”, racconta. Ma la situazione è precipitata: episodi di svenimento, risvegli in mezzo al vomito, e una preoccupazione crescente da parte della famiglia.

“Stavamo organizzando una vacanza importante e ho chiesto a mio marito di prenotarmi una risonanza magnetica, per sicurezza prima di volare”, spiega. “Per fortuna potevamo permettercelo, ma mi chiedo quante persone non possano fare altrettanto.”

A aprile 2025, durante un controllo presso una clinica di Maidstone, il verdetto: una massa anomala nel lobo frontale del cervello. Poche ore dopo la risonanza, una telefonata urgente: “Devi andare immediatamente al pronto soccorso”.

Un tumore benigno, ma ingombrante

All’ospedale di Medway, i medici confermano: si tratta di un meningioma, un tumore benigno del cervello. Ma le sue dimensioni erano preoccupanti. “Ho pianto. Avevo impiegato così tanto tempo per arrivare a una diagnosi”, racconta Nikita. “Non riuscivo a credere a quanto fosse grande. Tutta quella massa bianca attorno era gonfiore, responsabile della pressione che sentivo.”

Viene subito indirizzata al King’s College Hospital di Londra, dove un neurochirurgo consiglia un intervento tempestivo. “Non sapevano ancora che tipo di tumore fosse, ma aspettare avrebbe potuto causare danni seri.”

L’operazione e la rinascita

Il 22 aprile 2025 – il giorno del 40° compleanno del marito – Nikita entra in sala operatoria. L’intervento, durato quattro ore, riesce perfettamente. “È stato molto più difficile per la mia famiglia che per me. Io mi sentivo tranquilla e al sicuro. Ma se fosse stato il contrario, non so come avrei fatto a guardare mio marito venir portato via in barella.”

I suoi figli, Sebastian di 8 anni e Florence di 5, hanno reagito sorprendentemente bene. “Mi hanno dato i loro peluche per portarmeli in ospedale”, dice con il sorriso.

I medici ritengono che il tumore “potesse essere cresciuto per 20 anni”. La diagnosi definitiva – benigno – è stata un enorme sollievo: “È il miglior risultato che potessi sperare. Mi sento incredibilmente fortunata”.

I postumi e il ritorno alla vita

Oggi Nikita sta bene. Il tumore è stato rimosso completamente. Nei prossimi giorni effettuerà una nuova risonanza per il controllo a sei mesi dall’intervento. Ma i cambiamenti ci sono stati.

“Mi stanco molto facilmente, è la parte più difficile da gestire”, ammette. Le emicranie sono scomparse. E se nota qualche segnale premonitore, come disturbi visivi, riesce a fermare l’attacco con farmaci mirati.

Da settembre tornerà gradualmente in classe, con l’obiettivo di riprendere la sua attività di insegnante. Nel frattempo, il marito Dean ha deciso di partecipare a una sfida per raccogliere fondi a favore della Brain Tumour Charity: scalare tre grattacieli londinesi – il Cheesegrater, lo Scalpel e il Walkie-Talkie – salendo centinaia di gradini.

Una storia che insegna

La storia di Nikita è un invito all’ascolto del proprio corpo. Per anni ha ignorato sintomi che sembravano innocui, ma che col tempo si sono rivelati segnali di qualcosa di molto più serio. La sua testimonianza è un messaggio forte: non sottovalutare mai ciò che il corpo cerca di comunicarti.

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FAQ – Domande frequenti

Quali sono i sintomi di un meningioma?
Mal di testa, disturbi visivi, difficoltà di linguaggio, stanchezza cronica e, in alcuni casi, convulsioni.

È sempre necessario un intervento chirurgico?
Non sempre. Dipende dalle dimensioni, dalla posizione e dai sintomi. Ma in molti casi la rimozione è la soluzione consigliata.

Un tumore benigno è comunque pericoloso?
Sì, perché può comprimere aree delicate del cervello, causando danni anche gravi se non trattato.

Quanto tempo richiede il recupero?
La ripresa varia da persona a persona. In media, occorrono alcune settimane per tornare alle attività quotidiane, ma la stanchezza può persistere a lungo.

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