“Donald Trump potrebbe avere l’Alzheimer”: i dubbi del nipote sulla sua salute mentale
Fred Trump III ha portato alla ribalta una questione delicata e personale, chiedendo che la salute mentale di Donald Trump sia affrontata con trasparenza, in considerazione della storia familiare e del ruolo pubblico ricoperto.
Fred Trump III, nipote di Donald Trump e figlio del fratello maggiore Fred Jr., ha recentemente sollevato in maniera pubblica preoccupazioni sulla salute mentale dello zio, collegandole a una lunga storia familiare di Alzheimer. L’allarme è stato lanciato durante un’intervista radiofonica a SiriusXM, dove Fred Trump III ha sottolineato di non essere un medico, ma di riconoscere nei comportamenti pubblici dello zio segnali simili a quelli vissuti con il nonno Fred Trump Sr., morto nel 1999 dopo otto anni di lotta contro l’Alzheimer.

I segnali osservati e le richieste di trasparenza
Fred Trump III ha descritto come, osservando i discorsi e le apparizioni pubbliche di Donald Trump, abbia notato comportamenti incoerenti, frasi interrotte, disorientamento temporale, giudizi fuori contesto e una certa difficoltà nel mantenere la coerenza verbale. Questi segnali, secondo il nipote, ricordano da vicino il declino cognitivo del nonno e altri casi di demenza nella famiglia Trump. Fred III ha dichiarato: “Non sono un medico, ma riconosco quei segnali… Serve più chiarezza, soprattutto per chi guida un Paese importante come il nostro”.
Non si tratta, secondo lui, di un’accusa politica ma di un appello alla trasparenza e alla responsabilità pubblica, vista la delicatezza del ruolo ricoperto da Donald Trump.
Il contesto familiare e la componente genetica
La storia familiare di Alzheimer è ben documentata: Fred Trump Sr., padre di Donald, fu diagnosticato con “mild senile dementia” all’inizio degli anni ’90 e la malattia progredì fino alla sua morte nel 1999. Fred Trump III ha ricordato come il nonno, negli ultimi anni, non riconoscesse più nemmeno i familiari più stretti, compreso Donald stesso. Nel corso dell’intervista, Fred ha anche sottolineato che la componente genetica non può essere ignorata, dato che altri membri della famiglia hanno manifestato sintomi di demenza.
Il libro “All in the Family” e il dibattito pubblico
Le dichiarazioni di Fred Trump III sono state amplificate dalla pubblicazione del suo memoir, All in the Family: The Trumps and How We Got This Way (luglio 2024), che ha rapidamente scalato le classifiche dei bestseller. Nel libro, Fred affronta apertamente le dinamiche interne della famiglia Trump, la disabilità del figlio William e i conflitti familiari, ma soprattutto invita lo zio a sottoporsi a un test cognitivo, ricordando come nel 2020 fosse stato lo stesso Donald Trump a vantarsi dei risultati ottenuti al Montreal Cognitive Assessment e a sfidare Joe Biden a fare lo stesso. Fred ribadisce che la questione non è politica, ma di salute pubblica, e chiede trasparenza per il bene del Paese.
Reazioni e possibili sviluppi
La Casa Bianca, almeno per ora, non ha rilasciato commenti ufficiali sulla vicenda. La questione, però, rischia di diventare centrale nel dibattito pubblico e politico statunitense, soprattutto considerando l’età avanzata di Donald Trump (79 anni) e la sensibilità del tema tra gli elettori.
Il fatto che l’allarme arrivi da un membro della famiglia, e non da avversari politici o esperti esterni, rende la richiesta di chiarezza ancora più difficile da ignorare.
Sintomi descritti e quadro clinico
Fred Trump III ha elencato sintomi tipici delle fasi iniziali dell’Alzheimer, come:
– Memoria fragile e dimenticanze frequenti
– Frasi interrotte e difficoltà di espressione
– Disorientamento temporale e spaziale
– Giudizi fuori contesto e sbalzi d’umore
– Isolamento sociale e ripetizione delle stesse domande
Questi segnali, se ricorrenti e combinati, secondo Fred, richiederebbero un’analisi clinica approfondita e non possono essere liquidati come semplici effetti dell’età.
In sintesi, Fred Trump III ha portato alla ribalta una questione delicata e personale, chiedendo che la salute mentale di Donald Trump sia affrontata con trasparenza, in considerazione della storia familiare e del ruolo pubblico ricoperto. La vicenda è destinata ad alimentare il dibattito sulla salute dei leader politici e sull’importanza proprio della trasparenza verso l’opinione pubblica.
I primi campanelli d’allarme del morbo di Alzheimer
Il morbo di Alzheimer si manifesta inizialmente con sintomi spesso sottili e variabili, ma esistono alcuni campanelli d’allarme ricorrenti che possono aiutare a riconoscere la malattia in fase precoce. Individuare tempestivamente questi segnali è fondamentale per avviare una diagnosi e un percorso terapeutico appropriato.
– Perdita di memoria recente: il sintomo più comune è la difficoltà a ricordare informazioni appena apprese, appuntamenti, conversazioni o eventi importanti. La persona tende a ripetere le stesse domande o affermazioni più volte e fa sempre più affidamento su promemoria o familiari per gestire la quotidianità.
– Difficoltà nelle attività quotidiane: compiti abituali come cucinare, gestire il denaro, seguire una ricetta familiare o completare attività sequenziali diventano complicati. Anche la cura della persona e l’igiene possono risentirne.
– Problemi di linguaggio: si manifestano difficoltà nel trovare le parole giuste, nel seguire o partecipare a una conversazione, con interruzioni improvvise o uso improprio dei termini.
– Disorientamento spazio-temporale: la persona può confondere date, stagioni, giorni della settimana, perdere il senso del tempo o dimenticare dove si trova e come ci è arrivata. Anche percorsi abituali possono diventare difficili da ricordare.
– Difficoltà visuo-spaziali: problemi nel giudicare distanze, riconoscere oggetti, leggere o guidare; talvolta si fatica a distinguere colori o a percepire correttamente lo spazio.
– Sbalzi d’umore e cambiamenti della personalità: possono comparire irritabilità, depressione, ansia, apatia, perdita di interesse per attività e relazioni sociali, atteggiamenti insoliti o inadeguati alla situazione.
– Riduzione della capacità di giudizio: scelte inappropriate, minore attenzione alla cura di sé, uso sconsiderato del denaro o trascuratezza nell’igiene personale.
– Smarrire oggetti e difficoltà a ripercorrere i propri passi: capita di mettere oggetti in posti insoliti e non riuscire più a ritrovarli, arrivando talvolta ad accusare altri di furto.
Altri segnali frequenti
– Difficoltà di concentrazione e attenzione.
– Problemi nel gestire impegni e attività sociali.
– Perdita di iniziativa e isolamento sociale.
Se uno o più di questi segnali si manifestano con frequenza e impattano sulla vita quotidiana, è consigliabile rivolgersi al medico di famiglia, che potrà indirizzare verso un centro specialistico per la valutazione approfondita. Una diagnosi precoce consente di pianificare strategie di supporto e intervento, migliorando la qualità di vita del paziente e dei familiari.