I farmaci antidepressivi causano un rischio di morte del 33%

Non c’è dubbio che lo stress di tutti i giorni causi più gente depressa, alcune delle quali hanno bisogno di specifiche terapie e trattamenti.

Tuttavia, i farmaci antidepressivi come il Prozac e lo Zoloft, di cui spesso si abusa, possono provocare gravi effetti collaterali e danni a lungo termine.

In tal senso, un nuovo studio, condotto da un team di ricercatori canadesi, ha scoperto che le persone che usano antidepressivi (che non soffrono di malattie cardiache) hanno il 33% probabilità di morire per qualsiasi causa rispetto a chi non prende questo genere di farmaci.

La meta-analisi, condotta da un team della McMaster University, pubblicata sulla rivista Psychotherapy and Psychosomatics, ha analizzato i risultati di 17 studi precedenti che hanno coinvolto quasi 380mila partecipanti.

In un primo momento, i risultati sembravano per nulla allarmanti. L’aumento del rischio di morte individuato era del 9%, una percentuale non clinicamente significativa.

Tuttavia, il dato è diventato rilevante quando gli studiosi hanno rimosso i partecipanti portatori di patologie cardiache, giungendo così alla già citata percentuale del 33%.

Come riportato da Science Daily, la causa di questa elevata mortalità risiede nella serotonina cerebrale che influenza l’umore. Il trattamento antidepressivo più comunemente usato per la depressione, infatti, blocca l’assorbimento della serotonina da parte dei neuroni. È poco noto, però, che tutti gli organi principali del corpo – cuore, reni, polmoni, fegato – usano la serotonina.

Gli antidepressivi, quindi, bloccano anche l’assorbimento della serotonina in questi organi. Ecco perché i ricercatori avvertono che i farmaci antidepressivi possono aumentare il rischio di morte, impedendo che gli organi funzionino correttamente.

Siamo molto preoccupati da questi risultati“, ha dichiarato il ricercatore Paul Andrews, come riportato dal Daily Mail. “Suggeriamo che non bisogna assumere farmaci antidepressivi senza capire esattamente come interagiscano con il corpo. Ritengo che questi farmaci per la maggior parte delle persone stiano facendo più male che bene“.

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