Stai disinfettando bene? Questo virus potrebbe fregarti lo stesso

Un’infezione resistente e sottovalutata: l’adenovirus preoccupa i medici per la sua capacità di resistere a disinfettanti e detergenti

Un virus “resistente e contagioso” si sta diffondendo in maniera sempre più evidente, lasciando dietro di sé una scia di pazienti malati e preoccupazioni tra i professionisti sanitari. Si tratta dell’adenovirus, un’infezione virale spesso paragonata all’influenza o al Covid-19 per sintomi e diffusione, ma che presenta alcune caratteristiche peculiari che la rendono più difficile da affrontare.

Donna che si lava le mani con il sapone
Donna che si lava le mani con il sapone

A lanciare l’allarme è Eric Sachinwalla, direttore medico per la prevenzione e il controllo delle infezioni presso Jefferson Health, negli Stati Uniti. In un’intervista rilasciata a PhillyMad, lo specialista ha spiegato perché l’adenovirus merita maggiore attenzione.

“È piuttosto contagioso perché è più resistente rispetto ad altri virus – sapone e acqua, o i comuni disinfettanti, non lo uccidono, quindi tende a sopravvivere più a lungo nell’ambiente” ha dichiarato Sachinwalla.

In altre parole, l’adenovirus non solo si diffonde con facilità ma può anche permanere a lungo su superfici comuni, aumentando così il rischio di contagio anche in ambienti apparentemente puliti.

Un virus che resiste ai disinfettanti

Una delle principali preoccupazioni legate all’adenovirus riguarda la sua capacità di resistere ai detergenti di uso quotidiano. A differenza di virus come il SARS-CoV-2 o il virus influenzale, che vengono inattivati da sapone o alcol, l’adenovirus riesce a sopravvivere per tempi prolungati su oggetti e superfici.

Questo lo rende più difficile da eliminare, soprattutto in ambienti pubblici come scuole, ospedali e mezzi di trasporto. L’igiene delle mani resta importante, ma potrebbe non essere sufficiente se non accompagnata da una disinfezione più accurata.

Sintomi variabili, ma da non sottovalutare

L’adenovirus può manifestarsi in diverse forme, spesso simili a quelle di un raffreddore o dell’influenza. Tra i sintomi più comuni segnalati:

Alcuni pazienti possono presentare anche sintomi gastrointestinali, come diarrea, o sviluppare congiuntivite virale.

Esistono oltre 60 varianti di adenovirus, ognuna con manifestazioni leggermente diverse. Nella maggior parte dei casi, si tratta di un’infezione lieve, che può essere gestita con riposo e idratazione.

Quando il virus diventa pericoloso

Sebbene per molte persone l’adenovirus non rappresenti una minaccia grave, i soggetti più vulnerabili possono sviluppare complicazioni anche serie.

Secondo Sachinwalla, è fondamentale che anziani, donne in gravidanza e persone immunocompromesse prestino maggiore attenzione. In questi casi, anche un’infezione lieve può degenerare rapidamente e richiedere assistenza medica.

“Se la condizione di una persona peggiora, bisogna chiamare in anticipo per descrivere i sintomi. Questo perché la malattia si trasmette tramite il contatto diretto, e il personale medico deve valutare se il rischio per il paziente superi quello legato al contagio” ha aggiunto Sachinwalla.

Come si trasmette l’adenovirus

L’adenovirus si diffonde principalmente tramite:

  • Contatto diretto con una persona infetta
  • Goccioline respiratorie (tosse o starnuti)
  • Contatto con superfici contaminate
  • Mani sporche portate a bocca, naso o occhi

La resistenza del virus nell’ambiente lo rende particolarmente insidioso. Anche oggetti come maniglie, corrimano, tastiere e giocattoli possono diventare veicolo di contagio se non adeguatamente sanificati.

Trattamento e prevenzione

Attualmente non esiste una cura specifica per l’adenovirus. La gestione dell’infezione si basa su riposo, idratazione e monitoraggio dei sintomi, esattamente come per molti altri virus respiratori.

Non sono disponibili farmaci antivirali specifici per uso comune. Esistono però vaccini contro alcune varianti, utilizzati in ambito militare o in contesti particolari, ma non sono accessibili al pubblico generale.

Le principali misure di prevenzione includono:

  • Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone
  • Evitare il contatto con persone malate
  • Disinfettare regolarmente le superfici toccate frequentemente
  • Usare mascherine in luoghi affollati, soprattutto se si è fragili

Un’ondata in crescita: cosa aspettarsi

Secondo i dati raccolti negli Stati Uniti, i casi di adenovirus sono in aumento. Il virus non è nuovo ma, come sottolineato da Sachinwalla, la sua diffusione stagionale può generare ondate più consistenti, soprattutto quando l’attenzione cala.

“Non possiamo fare molto per trattarlo, quindi se lo si prende bisogna solo resistere” ha spiegato il medico.

Questa affermazione mette in evidenza la necessità di consapevolezza e prevenzione, soprattutto in un momento in cui molte persone considerano conclusa l’emergenza sanitaria.

Donna che si lava le mani con il sapone
Donna che si lava le mani con il sapone

Adenovirus in Italia: ci sono rischi?

Anche in Italia, l’adenovirus è presente da tempo. Viene comunemente diagnosticato nei bambini, specialmente nei mesi invernali. Tuttavia, la mancanza di sorveglianza specifica fa sì che i dati siano spesso sottostimati.

Non ci sono al momento allarmi ufficiali da parte delle autorità sanitarie italiane, ma il consiglio dei medici resta valido anche per il nostro contesto: massima attenzione per le persone fragili, e monitoraggio costante dei sintomi.

Lo sapevi che…

  • Gli adenovirus furono scoperti per la prima volta negli anni ’50, e sono noti per la loro capacità di colpire diverse parti del corpo: respiratorio, gastrointestinale e oculare.
  • Il virus può restare attivo sulle superfici anche per 7 giorni.
  • In ambito militare, gli USA vaccinano i soldati contro due ceppi specifici di adenovirus, dati i rischi in ambienti comunitari.

Domande frequenti (FAQ)

L’adenovirus è pericoloso?
Nella maggior parte dei casi no, ma può diventare grave per anziani, persone immunodepresse o con malattie croniche.

Come si cura l’adenovirus?
Non esiste una cura specifica. Si tratta con riposo, idratazione e controllo dei sintomi.

Quanto dura l’infezione?
Solitamente tra 7 e 10 giorni, ma può variare in base alla gravità.

Come si trasmette?
Attraverso contatto diretto, goccioline respiratorie e superfici contaminate.

Il sapone lo elimina?
No. Il virus è molto resistente e non viene eliminato facilmente dai disinfettanti comuni.

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