Ernia inguinale: cos’è, cause, sintomi e trattamento

Un problema molto rilevante sia dal punto di vista economico sanitario che da quello della salute psico-fisica: la fuoriuscita del viscere addominale – definita ernia inguinale – può comportare delle complicazioni spesso sottovalutate: agire con cura, prima di ricorrere ad un intervento chirurgico, può diminuire gli accessi ospedalieri e le complicanze post-intervento.

Ernia inguinale, preoccuparsi con cura

Dati statistici dimostrano che incorrere nell’ernia inguinale non sia molto difficile, difatti si evidenzia una percentuale pari al 27% negli uomini e al 3% nelle donne.

Questa manifestazione si esplica quando un viscere contenuto nella cavità addominale (come l’intestino) fuoriesce dalla parete addominale verso una zona “debole”: quella inguino-femorale.

L’ernia inguinale può insorgere in diversi momenti della vita: durante il primo anno di vita (ernia congenita) oppure superati i 50 anni di età (ernie secondarie).

Come si presenta l’ernia inguinale?

Molte volte si accede dal proprio medico curante per la presenza di una tumefazione (aumento di volume) e fastidio nella regione inguinale. Il dolore è variabile, nell’uomo i sintomi possono manifestarsi anche al testicolo.

Questo rigonfiamento può nascondersi quando si assume la posizione supina (corpo con pancia verso l’alto).

Le cause? È noto che uno sforzo fisico protratto possa far “uscire” l’ernia inguinale ma anche una tosse ripetuta e alcuni fattori di rischio (fumo, obesità, diabete e l’asma) possono favorirne la comparsa.

Questo quadro patologico non è di difficile diagnosi: il medico tramite un esame obiettivo può coglierne la presenza.

In altri casi, in presenza di obesità oppure quando non è evidente la tumefazione la diagnosi può essere posta tramite degli esami strumentali (ecografia).

È sempre necessario ricorrere ad un intervento chirurgico?

Questa è una domanda che sorge in mente a molti pazienti coinvolti in un’ernia inguinale (che può essere confusa con l’aumento dei linfonodi), una valutazione attenta può rispondere a questo dubbio.

Infatti, prima di decidere di sottoporsi ad un intervento chirurgico è necessario conoscere anche le complicanze e se c’è la necessità di subire l’intervento.

Le complicanze più temute dell’ernia inguinale sono il suo “strozzamento” e l’”intasamento” soprattutto nei casi in cui non è possibile ridurre le sue dimensioni: le conseguenze sono un’occlusione intestinale. Cosa fare?

Sono le linee guida e le ricerche scientifiche a guidare i medici nella scelta: in caso di ernia inguinale di piccole dimensioni e asintomatica sarà sufficiente tenerla “sotto controllo” tramite periodici osservazioni e un monitoraggio nel tempo, nel caso di ernie sintomatiche e con un volume consistente non riducibile si può incorrere ad un aggravamento dei sintomi e delle importanti complicanze, sarà necessario – quindi – accedere ad un intervento chirurgico di ernioplastica.

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