Ernia inguinale: che cosa fare quando compaiono i primi sintomi?

L’ernia inguinale può essere una condizione dolorosa e fastidiosa, in quanto può rendere difficile la risoluzione delle incombenze nella quotidianità. Ma con una diagnosi e un trattamento perlopiù tempestivi, la maggior parte delle persone è in grado di recuperare completamente e riprendere le proprie attività normali nel giro di poco tempo. Se si manifesta un’ernia inguinale: sintomi iniziali, è importante rivolgersi tempestivamente a un medico e seguire le raccomandazioni per il trattamento e la cura.

Uno dei sintomi più appariscenti è un anomalo gonfiore nella zona inguinale. A seguito del gonfiore compare anche il dolore, il quale si intensifica con il movimento o il sollevamento di pesi. La persona con un’ernia inguinale può anche soffrire di un leggero malessere e un po’ di febbre, tali da indurre a richiedere un po’ di riposo. Tuttavia, in questo caso, il riposo non serve a nulla poiché sarà necessario intervenire in maniera chirurgica e alquanto tempestiva, al fine di non peggiorare la situazione di salute.

Inoltre, è bene adottare delle misure preventive, così da ridurre il rischio di ernia, come mantenere un peso corretto, evitare di sollevare dei carichi pesanti o svolgere attività faticose e logoranti. Con le cure e le attenzioni giuste, potremo evitare questa problematica sebbene possa manifestarsi anche a seguito di comportamenti controllati e non eccessivamente stancanti. Difatti, l’ernia si presenta anche durante la gravidanza, a causa della sollecitazione richiesta al corpo nel sostenere il peso del bambino.

Ernia inguinale: ecco quali sono i sintomi più evidenti

L’ernia inguinale è una condizione clinica piuttosto comune, la quale si verifica quando parte dell’intestino o di altri tessuti molli sporgono attraverso un punto debole o una lacerazione dei muscoli dell’addome inferiore. Come è facile intuire, ciò provoca un antiestetico rigonfiamento ben visibile nella zona inguinale. Il gonfiore è destinato a crescere a seguito di sforzi o semplici colpi di tosse. Sebbene le ernie inguinali siano più comuni negli uomini, possono verificarsi anche nelle donne, soprattutto in quelle che hanno avuto gravidanze multiple o sono state sottoposte a interventi chirurgici all’addome.

A volte l’ernia può essere congenita e causata dalla debolezza della parete addominale. In pratica, si tratta di una patologia presente fin dalla nascita che si sviluppa solo in età avanzata. Tuttavia, gli sforzi eccessivi e i comportamenti ripetuti nel tempo possono essere la causa del suo manifestarsi. 

Il sintomo più comune di un’ernia inguinale è un rigonfiamento nella zona inguinale. Questo rigonfiamento può essere più evidente quando si sta in piedi o si tossisce e può scomparire quando ci si sdraia. In alcuni casi, l’ernia può essere accompagnata da dolore o fastidio, soprattutto quando ci si piega, si sollevano oggetti pesanti o ci si sforza durante i movimenti intestinali. Altri sintomi dell’ernia inguinale possono essere una sensazione di pressione o debolezza nella zona inguinale, nausea o vomito e un dolore sordo nel basso addome o nell’inguine. Se l’ernia rimane intrappolata o strangolata, può causare dolore intenso e può richiedere l’intervento di un medico d’urgenza.

Diagnosi di ernia inguinale: a chi rivolgersi

Se si sospetta di avere un’ernia inguinale, è importante rivolgersi tempestivamente a un medico. Come prima cosa, chiediamo un consulto al nostro medico di base, ma se vediamo che ci prescrive un semplice trattamento farmacologico, possiamo rivolgerci a un medico specializzato o al pronto soccorso. Non appena il dottore sospetterà la manifestazione di un’ernia inguinale eseguirà un esame fisico e potrà ordinare esami di imaging, come un’ecografia o una TAC, per confermare la diagnosi e determinare l’estensione dell’ernia. Talvolta, il medico può anche eseguire una visita più specifica, un tipo di radiografia che utilizza un colorante di contrasto per evidenziare l’ernia e i tessuti circostanti. 

Il trattamento successivo dell’ernia inguinale dipenderà dalla gravità dal gonfiore e dallo stato di salute generale dell’individuo. In alcuni casi, l’ernia può essere piccola e non causare sintomi significativi, nel qual caso il medico può consigliare un approccio di attesa vigile. Se l’ernia provoca dolore o fastidio significativi, o se rischia di rimanere intrappolata o strangolata, può essere necessario un intervento chirurgico per ripararla. Sempre più spesso i medici si avvalgono di operazioni mininvasive che non causano tempi di recupero lunghi.
In ogni caso, dopo l’intervento, è importante seguire le istruzioni del medico includendo l’assunzione di farmaci antidolorifici, il riposo assoluto e vestire un indumento di sostegno o un tutore per  sostenere l’area intorno all’ernia. La maggior parte delle persone è in grado di tornare alle normali attività entro poche settimane dall’intervento, anche se possono essere necessari diversi mesi per recuperare completamente.

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