Epatite virale: quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare

Mal di stomaco persistente, stanchezza inspiegabile, occhi giallastri? Potrebbero essere segnali di epatite virale.

Spesso ci preoccupiamo per un’influenza o per un mal di gola, ma sottovalutiamo i segnali più silenziosi del nostro corpo. L’epatite virale è una malattia che può colpire chiunque, anche chi si sente apparentemente in salute. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo ci sono circa 354 milioni di persone affette da epatite B o C cronica (dati 2024). Molti di loro non sanno nemmeno di esserlo.

Sapere riconoscere i sintomi precoci può fare davvero la differenza.
Vediamo insieme cosa osservare, quando preoccuparsi e perché parlarne subito con il medico.

Cosa si intende per epatite virale?

L’epatite è un’infiammazione del fegato. Quando a causarla è un virus, si parla di epatite virale. Esistono cinque tipi principali: A, B, C, D ed E. Ogni tipo ha modalità diverse di trasmissione, gravità e conseguenze a lungo termine.

Le epatiti B e C, in particolare, possono diventare croniche e causare cirrosi epatica o tumore al fegato se non trattate. La forma A è più comune nei paesi con condizioni igieniche precarie, mentre la B si trasmette soprattutto per via sessuale o tramite sangue infetto.

I sintomi iniziali possono ingannare

Molti confondono i primi segnali dell’epatite virale con un’influenza o una stanchezza passeggera. Ma ci sono alcuni campanelli d’allarme che non vanno ignorati:

  • Affaticamento persistente, anche dopo il riposo.
  • Perdita di appetito o nausea.
  • Dolore o fastidio nella parte superiore destra dell’addome (zona del fegato).
  • Urine scure e feci chiare.
  • Ittero, cioè colorazione giallastra di occhi e pelle.
  • Febbricola.
  • Dolori muscolari o articolari, specie nelle fasi iniziali dell’epatite B.
  • Prurito diffuso, soprattutto in caso di epatite colestatica.

Questi segnali possono comparire gradualmente e con intensità variabile.

Quando è il caso di fare controlli?

Se i sintomi durano più di una settimana, oppure se noti ittero o urine scure, è importante consultare subito il medico di base. Un semplice esame del sangue (transaminasi, bilirubina, markers virali) può indicare se c’è un’infezione in corso.

Alcuni soggetti sono più esposti al rischio e dovrebbero sottoporsi a screening regolari:

  • Persone che hanno ricevuto trasfusioni prima del 1992.
  • Chi ha comportamenti sessuali a rischio.
  • Operatori sanitari.
  • Chi usa o ha usato droghe iniettive.
  • Migranti da zone ad alta endemia.

Cosa succede se si ignora l’infezione?

Nel caso dell’epatite B o C, se non trattata, l’infezione può diventare cronica. Il fegato, nel tempo, subisce danni progressivi, che possono portare a:

  • Fibrosi (formazione di tessuto cicatriziale).
  • Cirrosi epatica.
  • Insufficienza epatica.
  • Epatocarcinoma (tumore del fegato).

Tuttavia, oggi molte epatiti sono curabili: per la C, esistono terapie antivirali orali efficaci in oltre il 95% dei casi.

Epatite A ed E: meno pericolose, ma non innocue

L’epatite A si trasmette con acqua o cibo contaminato, spesso in contesti di scarsa igiene. Non diventa cronica, ma può causare sintomi acuti debilitanti.

L’epatite E è simile alla A ma può essere pericolosa in gravidanza, con un tasso di mortalità elevato nel terzo trimestre.

In entrambi i casi, prevenzione e igiene sono le armi principali.

Vaccinazioni: protezione semplice ed efficace

Oggi esistono vaccini efficaci per epatite A e B. La vaccinazione per l’epatite B è obbligatoria per i neonati in Italia dal 1991. Chi non l’ha mai fatta può richiederla gratuitamente nei centri vaccinali.

Proteggersi significa evitare gravi complicazioni e contribuire a ridurre la diffusione.

Come si previene l’infezione?

Ecco alcune semplici precauzioni quotidiane:

  • Lavarsi sempre le mani dopo essere andati in bagno.
  • Evitare di condividere oggetti personali (rasoi, spazzolini, forbicine).
  • Usare preservativi nei rapporti occasionali.
  • Non tatuarsi o forarsi in ambienti non certificati.
  • Controllare la provenienza degli alimenti crudi (soprattutto frutti di mare).

Trattamenti e prospettive future

Per l’epatite C, oggi la cura è breve, efficace e accessibile. Le terapie antivirali ad azione diretta (DAA) sono disponibili anche nel Servizio Sanitario Nazionale.

Per l’epatite B, esistono farmaci antivirali che tengono sotto controllo il virus e riducono il rischio di complicanze.

La ricerca continua a fare passi avanti: l’obiettivo dell’OMS è eliminare l’epatite virale come minaccia globale entro il 2030.

Consiglio utile

Hai avuto anche solo uno dei sintomi descritti per più di qualche giorno? Fai un controllo. Anche una semplice analisi del sangue può salvare la vita.

Suggerimento

Per chi soffre di affaticamento epatico o vuole sostenere la funzione del fegato, può essere utile un integratore a base di cardo mariano. Un prodotto consigliato è questo, da assumere sempre previa indicazione medica.

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FAQ

Quanto dura l’epatite virale?
Dipende dal tipo: la forma A guarisce in poche settimane; B e C possono diventare croniche.

È sempre necessario il ricovero?
No. La maggior parte dei casi si gestisce a casa, salvo complicazioni.

Si può guarire completamente?
Sì, soprattutto con le terapie moderne per l’epatite C. Per la B, è possibile tenerla sotto controllo a lungo termine.

Chi dovrebbe fare lo screening?
Tutti gli adulti nati prima degli anni ‘90 e chiunque abbia fattori di rischio.

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