Ha dormito con le mutandine e ha rischiato la setticemia: il racconto choc
Dormire con la biancheria intima può sembrare innocuo, ma per Kaela Tucker è stato l’inizio di un incubo durato nove mesi.

Nel marzo 2024, Kaela, 26 anni, si è addormentata indossando un paio di slip che aveva già usato “centinaia di volte”. Il giorno dopo, però, si è svegliata con un fastidio intimo che si è trasformato presto in un dolore bruciante. Quello che sembrava un piccolo irritazione si è rivelato un serio problema di salute: una ferita interna alla vagina, causata dallo sfregamento della biancheria, si è infettata ed è degenerata in un ascesso vulvare. Lo racconta il Daily Star.
Indice dell'articolo
- 1 Un dolore inspiegabile che peggiorava giorno dopo giorno
- 2 Il ricovero d’urgenza e la diagnosi choc
- 3 “Il dolore era peggiore delle mie operazioni ai piedi”
- 4 Una ferita mai curata davvero
- 5 Dolore ignorato e mancanza di empatia
- 6 La svolta: un nuovo medico e la diagnosi corretta
- 7 La scelta radicale: mai più mutandine
- 8 Un trauma diventato messaggio per altre donne
- 9 Consiglio utile: attenzione alla biancheria intima
- 10 FAQ – Domande frequenti
Un dolore inspiegabile che peggiorava giorno dopo giorno
Inizialmente Kaela ha pensato che il disagio sarebbe passato da solo. Ma nei giorni successivi, la sensazione di bruciore è aumentata fino a diventare insopportabile. Ha provato a curarsi con antibiotici prescritti dal medico di base, ma dopo appena due giorni ha temuto il peggio. “Pensavo che sarei morta se non fossi andata in ospedale”.
Il ricovero d’urgenza e la diagnosi choc
Arrivata in pronto soccorso, Kaela non riusciva né a sedersi né a stare in piedi o sdraiata. “L’unico modo per farmi portare all’ospedale era stendermi sul fianco sinistro, perché il dolore era localizzato sul lato destro della vagina.”
I medici le hanno eseguito un’ecografia e hanno scoperto un cisti di Bartolini di 4,8 cm: una sacca piena di liquido che si forma quando si ostruisce una delle ghiandole situate nelle piccole labbra vaginali. Le analisi del sangue hanno confermato la presenza di una forte infezione.
“Il dolore era peggiore delle mie operazioni ai piedi”
“I medici mi hanno detto che se avessi aspettato ancora, sarei andata in setticemia”, ha spiegato Kaela. Le hanno somministrato diversi antibiotici per via endovenosa, nella speranza che la cisti si rompesse da sola, evitando un intervento chirurgico.
Alla fine la cisti è esplosa spontaneamente durante il secondo giorno di ricovero. Ma il dolore è stato atroce: “Urlavo dal male, neanche la morfina riusciva a calmarmi”. Kaela ha raccontato che, al confronto, le due operazioni ricostruttive ai piedi subite in passato le erano sembrate passeggiate.
Il terzo giorno, mentre si alzava dal letto, ha avvertito una sensazione improvvisa: “È uscito un fiotto di liquido, come se mi si fossero rotte le acque. Ma era la cisti che finalmente era esplosa. Ho provato un sollievo immediato”.
Dopo altri due giorni di osservazione, i medici l’hanno dimessa con valori del sangue tornati nella norma.
Una ferita mai curata davvero
Purtroppo la sua odissea non era finita. Una volta tornata a casa, Kaela si è ritrovata con una ferita aperta non trattata, che ha continuato a peggiorare. “Ero esausta, frustrata, e pensavo di perdere la testa”, ha raccontato.
Ha consultato diversi ginecologi, che le hanno prescritto altri antibiotici e trattamenti antifungini locali. “Usavo creme da inserire manualmente nella vagina, ma la ferita peggiorava invece di migliorare.”
A giugno, tre mesi dopo l’inizio del problema, Kaela è tornata in ospedale: la cisti si era riformata e l’infezione era di nuovo presente.
Dolore ignorato e mancanza di empatia
Kaela afferma anche di essere stata maltrattata dal personale medico: “Alcuni mi hanno fatta sentire come se stessi esagerando. Un membro senior dello staff mi ha perfino chiesto scusa per come ero stata trattata.”
Ha trascorso altri cinque giorni in ospedale, ma senza che i medici capissero davvero come aiutarla. “Ho avuto la sensazione che, se nessuno mi avesse curata, sarei morta.”
La svolta: un nuovo medico e la diagnosi corretta
Solo a fine luglio, cambiando ambulatorio medico, ha finalmente ricevuto una diagnosi chiara: un’infezione fungina. “Mi hanno prescritto un antifungino orale e nel giro di una settimana mi sono sentita molto meglio. Non ti rendi conto di quanto stai male finché non stai meglio.”
Da lì in poi, la guarigione è stata lenta ma costante. La ferita si è chiusa, e Kaela è tornata alla vita normale, senza più infezioni o cisti.
La scelta radicale: mai più mutandine
Dopo questa esperienza traumatica, Kaela ha deciso di non indossare più biancheria intima. “L’unica eccezione è quando ho il ciclo: uso solo le mutandine assorbenti. I tamponi mi sembrano troppo rischiosi, dopo quello che ho passato.”
La sua decisione è radicale ma comprensibile, considerando le sofferenze patite per mesi a causa di un capo intimo apparentemente innocuo.
Un trauma diventato messaggio per altre donne
Oggi Kaela racconta la sua storia con ironia: “Fa ridere pensare che un paio di mutandine mi abbia causato così tanto dolore per nove mesi. Ogni volta che lo raccontavo a un medico o a un’amica, mi vergognavo da morire. Ora invece ci rido sopra.”
Dopo aver condiviso la vicenda su TikTok, è stata travolta da messaggi di altre donne con esperienze simili. “Alcune mi scrivono in privato per chiedere consigli su cisti vaginali. Mi sento come una sorella maggiore.”
Anche se teme che il suo capo possa scoprire i suoi video e conoscere dettagli intimi della sua vita, Kaela ha deciso di lasciarli online: “Valgono troppo per le altre donne. Non li cancellerò mai.”
Consiglio utile: attenzione alla biancheria intima
Il caso di Kaela ci ricorda quanto sia importante scegliere biancheria intima traspirante, non troppo stretta e in materiali naturali, come il cotone. Evitare di dormire con gli slip, soprattutto se attillati o sintetici, può aiutare a prevenire irritazioni e infezioni.
Un prodotto consigliato
Se anche tu vuoi evitare problemi intimi, potresti valutare l’uso di mutandine mestruali in cotone organico, ideali per il ciclo e per lasciare respirare la pelle. Un’opzione pratica, comoda e sicura è questa:
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FAQ – Domande frequenti
Cos’è una cisti di Bartolini?
È una sacca piena di liquido che si forma quando si ostruisce una ghiandola di Bartolini, situata nelle piccole labbra. Può causare dolore e infezione.
È pericoloso dormire con la biancheria intima?
Non sempre, ma se troppo stretta o sintetica può causare irritazioni. È consigliabile dormire senza slip o con capi in cotone leggero.
Come si cura una cisti vaginale infetta?
Dipende dalla gravità: può bastare un antibiotico, ma in casi più seri può essere necessaria l’incisione o il drenaggio.
Cosa fare se si sviluppa una cisti intima?
Consultare subito il ginecologo. Evitare rimedi fai-da-te e mantenere la zona pulita e asciutta.
Le mutandine mestruali sono sicure?
Sì, se realizzate con materiali traspiranti e lavate correttamente. Sono un’ottima alternativa ecologica e delicata.
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