Dispositivi salvavita: tutto quello che c’è da sapere sul defibrillatore semiautomatico esterno

In caso di evento cardiaco un intervento tempestivo permette di incrementare le probabilità di sopravvivenza, sia attraverso la realizzazione di manovre salvavita come il massaggio cardiaco e la ventilazione, sia tramite l’impiego del defibrillatore semiautomatico esterno (DAE).

Secondo l’IRC (Italian Resuscitation Council), in Europa si verificano ogni anno circa 400 mila arresti cardiaci, dei quali circa 60 mila solo in Italia. È di fondamentale importanza, dunque, proseguire nel cammino normativo per promuovere la diffusione del DAE, aumentando la presenza di questo dispositivo salvavita presso aziende, enti pubblici, centri sportivi e luoghi affollati. Inoltre, sono essenziali attività formative certificate, per l’acquisizione di competenze adeguate nell’uso del DAE nei luoghi pubblici e privati.

Come funziona il defibrillatore semiautomatico esterno

Il defibrillatore semiautomatico esterno è un dispositivo che aiuta a interrompere l’aritmia, favorendo il ripristino della funzionalità cardiaca. In particolare, a differenza dei defibrillatori tradizionali ad uso professionale, il DAE è uno strumento semplice e intuitivo.

Una volta posizionate le piastre sul torace della persona colta da arresto cardiaco, infatti, è sufficiente procedere all’applicazione della scarica premendo un apposito pulsante: in ogni caso, sarà la macchina a fornire l’indicazione a procedere.

Questo aspetto lo rende un dispositivo perfetto al di fuori di ambulatori, ospedali e cliniche, in quanto può essere facilmente adoperato da persone con una formazione di base sull’uso di questi dispositivi.

Un altro tipo di DAE meno diffuso in Italia ma largamente utilizzato in Europa è il defibrillatore automatico esterno, che si attiva in modo autonomo, dopo il posizionamento delle piastre, eseguendo la diagnosi e attivando la scarica se necessario.

La normativa italiana sul defibrillatore

L’obbligo dei DAE è stato introdotto in Italia con il Decreto del Ministero della Salute del 24 aprile 2013. Nella norma è stato disposto l’obbligo della presenza del DAE per le società sportive professionali e dilettantistiche, mentre con il Decreto dell’11 gennaio 2016 è stato esteso anche ai professionisti.

Dal 1° luglio 2017, invece, è entrato in vigore il Decreto del 26 giugno 2017, con il quale sono stati aggiunti dei chiarimenti in merito all’uso e alla formazione relativi al DAE. In particolare, è stato rinforzato l’obbligo del DAE in ogni impianto sportivo, compresa la presenza di una persona qualificata all’utilizzo del defibrillatore in caso di gare sportive, obblighi applicati alle 396 discipline sportive riconosciute dal CONI.

Con la Legge 116 del 2021, invece, è stato varato un programma per la diffusione del DAE nei luoghi pubblici e la formazione professionale nell’impiego del defibrillatore. Nel dettaglio, la presenza del DAE è fortemente consigliata in aeroporti, porti, stazioni ferroviarie, istituti e scuole di ogni grado e ordine, comprese le università, e nelle sedi delle pubbliche amministrazioni con servizi aperti al pubblico e almeno quindici dipendenti.

Il DAE deve essere presente anche nei mezzi di trasporto ferroviari, marittimi, aerei e in quelli adibiti alla navigazione interna, quando realizzano tratte continuate senza fermate intermedie per almeno due ore. È stata introdotta anche la tutela legale per i soccorritori occasionali, ossia le persone senza competenze che utilizzano il defibrillatore in caso di emergenza per salvare la vita di una persona in arresto cardiaco.

Allo stesso tempo, oltre alla presenza capillare dei defibrillatori è necessario promuovere una maggiore conoscenza nei confronti delle manovre salvavita, non solo in merito all’utilizzo del DAE ma anche su una serie di tecniche come il massaggio cardiaco, che possono essere apprese da chiunque e consentire a un numero più elevato di persone di intervenire qualora assistano a un arresto cardiaco.

Articoli correlati