Decesso in ospedale a Milano? Cosa fare ce lo spiega Onoranze funebri La Simonetta dal 1946

La vita è davvero strana, no? Un giorno stai programmando le vacanze estive e quello dopo ti ritrovi a dover gestire la burocrazia post mortem di un familiare. 

E se quel momento difficile accade in una struttura sanitaria, la confusione può diventare ancora più opprimente. Il decesso in ospedale comporta procedure specifiche che, se non conosci, rischiano di trasformarsi in un’ulteriore fonte di stress in un momento già carico di emozioni.

Ho passato gli ultimi dieci anni a seguire casi di cronaca sanitaria e, credimi, ho visto famiglie completamente disorientate di fronte alla burocrazia che segue una dipartita in corsia. Ieri – proprio mentre stavo per chiudere un pezzo sulla sanità lombarda – ho deciso di contattare chi questo processo lo gestisce quotidianamente: le Onoranze Funebri La Simonetta dal 1946, presenza storica a Milano dal lontano 1946.

“La gente non lo sa, ma un decesso ospedaliero innesca un protocollo molto diverso rispetto a quello domiciliare“, mi ha spiegato uno dei responsabili operativi dell’agenzia che ormai conosce ogni reparto di ogni nosocomio milanese. “Quando perdi un caro in ospedale, ci sono moduli, autorizzazioni e tempistiche che vanno rispettate alla lettera. Un errore può significare ritardi e ulteriore dolore per i familiari.”

E mi ha colpito una cosa: mentre parlava, il dipendente di la Simonetta continuava a ricevere chiamate. Tre in mezz’ora. “Sono tutti casi di exitus in strutture sanitarie cittadine”, mi ha confidato con quel mix di professionalità e umanità che solo chi lavora con il lutto sa bilanciare. “In caso di morte in ospedale, i parenti spesso non sanno nemmeno da dove cominciare.”

Cosa fare quindi? Beh, ho pensato che valesse la pena approfondire, perché prima o poi (speriamo il più tardi possibile) questa informazione potrebbe servirti. E magari, se non a te, a qualcuno che conosci.

I primi passi dopo un decesso ospedaliero: cosa devi sapere

Innanzitutto, respira. So che sembra banale, ma quando arriva quella telefonata dall’ospedale, il panico può prendere il sopravvento. In caso di decesso in ospedale a Milano, la prima cosa da fare è presentarsi presso la struttura per il riconoscimento della salma. “È un momento doloroso,” mi spiega un dipendente di Simonetta, “ma è anche l’unico modo per avviare formalmente le procedure burocratiche.”

Ecco alcuni passaggi fondamentali che dovresti conoscere:

  • Il medico ospedaliero redige il certificato di morte – Questo documento è la chiave di tutto il processo successivo e viene compilato direttamente dal personale sanitario
  • L’ospedale conserva temporaneamente la salma – Non c’è bisogno di affrettarsi, la camera mortuaria della struttura ospedaliera mantiene il defunto in condizioni appropriate
  • Hai 24 ore per scegliere l’agenzia funebre – Un tempo sufficiente per prendere decisioni ponderate, ma non infinito

“Il problema è che molte persone pensano che l’ospedale gestisca tutto,” continua Paolo. “E invece dopo la constatazione del decesso in reparto, la burocrazia diventa responsabilità dei familiari.”

Documentazione e burocrazia: il labirinto post mortem

Qui le cose si complicano un po’. Perché, diciamocelo, la burocrazia italiana non è mai semplice, figuriamoci quando si intreccia con il dolore di una perdita.

In caso di morte ospedaliera, dovrai procurarti:

  • Certificato necroscopico (rilasciato dal medico ospedaliero)
  • Nulla osta alla sepoltura (rilasciato dall’autorità sanitaria)
  • Autorizzazione al trasporto (rilasciata dal comune)

“Il problema è che ogni struttura sanitaria milanese ha le sue procedure interne,” mi spiega il dipendente, che coordina i rapporti istituzionali per La Simonetta. “L’ospedale San Raffaele segue un iter diverso dal Policlinico, che a sua volta differisce dal Niguarda. È un ginepraio se non lo conosci bene.”

E indovina un po’? In caso di decesso durante il weekend o in orario notturno, la complessità aumenta esponenzialmente. Gli uffici comunali sono chiusi, alcuni servizi ospedalieri funzionano a regime ridotto, e trovare le figure autorizzate a firmare certi documenti diventa un’impresa.

Perché un’agenzia specializzata fa la differenza

Non voglio fare pubblicità gratuita, davvero. Ma dopo aver parlato con diverse famiglie che hanno attraversato questo processo, è evidente che affidarsi a chi gestisce quotidianamente i casi di decesso in ospedale segna una differenza abissale nell’esperienza complessiva.

“Noi conosciamo personalmente i responsabili delle camere mortuarie di tutti gli ospedali milanesi,” mi confida il dipendente di Simonetta con un pizzico di orgoglio. “Quando ci chiamano per una dipartita al San Paolo o al Fatebenefratelli, sappiamo esattamente quali moduli servono, chi contattare, e come velocizzare le pratiche rispettando tutte le normative.”

Il punto è che quando perdi una persona cara, l’ultima cosa che vuoi è perderti nei meandri della burocrazia. La gestione del lutto richiede energia emotiva, e sprecarla in file agli sportelli comunali o in attese telefoniche interminabili è semplicemente crudele.

Cosa succede dopo che hai contattato l’agenzia funebre

La mia conversazione con lo staff de La Simonetta mi ha permesso di capire che la sequenza post decesso in ospedale segue questi passaggi:

  1. L’agenzia invia un proprio incaricato presso la struttura sanitaria
  2. Viene gestita tutta la documentazione necessaria direttamente in ospedale
  3. Si concordano tempi e modalità per il trasferimento della salma
  4. Solo a questo punto la famiglia deve occuparsi delle scelte cerimoniali

“È incredibile quanto questo alleggerisca il carico sui familiari,” mi racconta Paola, che ha recentemente perso sua madre al Policlinico. “Quando è avvenuto il decesso di mamma in ospedale, ero completamente disorientata. Non sapevo nemmeno che esistessero così tanti certificati da richiedere. L’agenzia ha gestito tutto mentre io potevo concentrarmi su ciò che contava davvero: salutare mia madre.”

E tu, hai mai dovuto affrontare una situazione simile? Ti sei mai chiesto cosa fare concretamente quando arriva quella telefonata che nessuno vorrebbe ricevere?

Ricorda che anche il momento del commiato può essere gestito con dignità e senza stress inutili. Basta sapere a chi rivolgersi.

Consigli finali per non farsi trovare impreparati

Parliamoci chiaro: nessuno vuole pensare alla morte, tantomeno organizzarla. Ma avere qualche informazione di base può fare una grande differenza in un momento di vulnerabilità.

Se hai familiari ricoverati o anziani, potrebbe essere saggio:

  • Conservare i contatti di un’agenzia specializzata in decessi ospedalieri
  • Tenere a portata di mano i documenti d’identità di tutti i familiari (serviranno per le pratiche)
  • Informarsi preventivamente sulle procedure del specifico ospedale

“La cosa più triste,” conclude la Simonetta mentre ci salutiamo, “è vedere persone che oltre al dolore devono affrontare lo stress evitabile della burocrazia. Un lutto ospedaliero può essere gestito con serenità, se sai come muoverti.”

E ora la domanda: ti senti preparato ad affrontare questi momenti? Perché anche se nessuno vuole pensarci, essere informati è il primo passo per proteggere se stessi e i propri cari da stress inutili in momenti già difficilissimi.

Articoli correlati