Dalle gengive al cuore: il batterio che aumenta il rischio di fibrillazione atriale
L’uso regolare di spazzolino, filo interdentale e visite odontoiatriche può prevenire l’infezione da P. gingivalis e quindi ridurre il rischio di fibrosi atriale e fibrillazione atriale.
Uno studio recente pubblicato sulla rivista Circulation, coordinato da ricercatori dell’Università di Hiroshima e riportato da Il Giornale, ha evidenziato come il batterio Porphyromonas gingivalis (P. gingivalis), noto per essere associato alla parodontite, rappresenti una minaccia diretta per la salute cardiovascolare, andando oltre il tradizionale meccanismo infiammatorio.

Meccanismo di azione di Porphyromonas gingivalis sulla fibrillazione atriale
Il batterio, che normalmente risiede nelle gengive, può entrare nel flusso sanguigno attraverso lesioni gengivali e raggiungere il cuore, in particolare l’atrio sinistro. Qui, P. gingivalis promuove la formazione di tessuto cicatriziale (fibrosi), che altera la struttura cardiaca e interferisce con la trasmissione dei segnali elettrici, aumentando così il rischio di fibrillazione atriale (FA), un’aritmia potenzialmente grave.
Lo studio sui topi
In modelli murini, l’infezione con il ceppo aggressivo W83 di P. gingivalis ha mostrato che dopo 18 settimane i topi infetti avevano un rischio di aritmie sei volte superiore rispetto ai controlli, con una probabilità del 30% di sviluppare fibrillazione atriale contro il 5% del gruppo non infetto.
I ricercatori hanno anche rilevato la presenza del batterio direttamente nel tessuto dell’atrio sinistro, associata a un aumento significativo della fibrosi cardiaca.
Evidenze cliniche nell’uomo
L’analisi di tessuti cardiaci di 68 pazienti con fibrillazione atriale ha confermato la presenza di P. gingivalis, con una maggiore carica batterica nei soggetti affetti da gravi malattie gengivali. Questo suggerisce un collegamento diretto tra infezione parodontale e danno cardiaco, confermando che il batterio non agisce solo tramite infiammazione sistemica, ma anche con un’invasione diretta del tessuto cardiaco.
Oltre l’infiammazione: capacità di eludere le difese immunitarie
P. gingivalis possiede la capacità di invadere le cellule ospiti e sfuggire alla distruzione da parte degli autofagosomi, meccanismi cellulari deputati alla pulizia e difesa. Questo gli permette di persistere nel cuore, mantenendo uno stato infiammatorio cronico e promuovendo la fibrosi senza essere eliminato efficacemente dal sistema immunitario.
Implicazioni per la prevenzione e la cura
Lo studio sottolinea l’importanza di una buona igiene orale come possibile strategia per proteggere il cuore. L’uso regolare di spazzolino, filo interdentale e visite odontoiatriche può prevenire l’infezione da P. gingivalis e quindi ridurre il rischio di fibrosi atriale e fibrillazione atriale.
Il team di Hiroshima sta lavorando per sviluppare una collaborazione tra medici e odontoiatri per migliorare la prevenzione e il trattamento delle malattie cardiovascolari correlate a infezioni orali.
In conclusione, Porphyromonas gingivalis rappresenta una minaccia per la salute cardiovascolare non solo attraverso l’infiammazione sistemica, ma anche per la sua capacità di invadere direttamente il cuore, promuovendo la fibrosi e aumentando il rischio di fibrillazione atriale, come dimostrato dallo studio dell’Università di Hiroshima pubblicato su Circulation.