Covid-19, quando sarà disponibile il vaccino italiano Reithera?

Il vaccino Reithera è made in Italy, entrato in fase 2 e potrebbe cambiare le sorti della vaccinazione di massa.

Vaccino Reithera: quanto tempo dobbiamo attendere?

Un vaccino del tutto italiano è entrato nella fase 2 della sperimentazione coinvolgendo più di 900 volontari di 26 centri clinici su tutto il territorio italiano ed uno ad Hannover, in Germania. L’obiettivo è quello di confermare il profilo di sicurezza e la risposta immunitaria indotta dal vaccino, solo in questo modo si potrà procedere alla fase 3 prima dell’immissione in commercio.

L’avanzamento del trial clinico è incoraggiato dai risultati della fase 1: una singola somministrazione è stata ben tollerata e ha generato anticorpi neutralizzanti e linfociti T contro la proteina spike in maniera paragonabile nelle due coorti di adulti e anziani.

La società italiana con sede a Castel Romano ha già ricevuto l’autorizzazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco ed è stato valutato positivamente dal Comitato etico dell’Inmi Spallanzani.

Tuttavia, un comitato indipendente, il cosiddetto Data Safety Monitoring Board, e un comitato di vigilanza, lo Steering Committee, analizzeranno congiuntamente i dati preliminari di sicurezza ed immunogenicità generati nelle prime settimane dopo l’arruolamento, al fine di valutare l’espansione alla successiva Fase 3 in cui verranno arruolati e vaccinati migliaia di volontari.

“Il vaccino made in Italy si avvale di un adenovirus congegnato in modo da non moltiplicarsi (o figliare) nell’organismo umano e addestrato in laboratorio a non sommare, nel genoma umano, le informazioni genetiche che gli saranno affidate”, spiega il Dr. Paolo Maggi, Direttore UOC malattie infettive e tropicali a direzione universitaria, Ospedale di Caserta.

Il bersaglio di questo vaccino, come per altri, sarà la proteina Spike espressa dal coronavirus che decora la superficie del virus formando delle protuberanze caratteristiche facendola sembrare una corona (da qui il nome di coronavirus).

Naturalmente, Reithera andrebbe a stimolare una risposta cellulare nell’organismo con la produzione dei linfociti T che riconoscono le cellule infettate dal virus andandole ad ‘attaccare’ ancor prima che il virus possa replicarsi.

«Il picco di produzione di anticorpi – afferma il Prof. Ippolito alla presentazione dei dati della fase uno della sperimentazione – dopo 4 settimane, resta costante e ha dato prova di sicurezza, di efficacia (92,5%) di una sola dose, simile a quella di altri vaccini con due dosi».

«Se tutto, come prevedibile, andrà per il verso giusto e non interverranno ritardi burocratici – conclude il prof. Maggi – per l’estate sarà disponibile questo vaccino che si avvantaggerà della connotazione di base e totalizzante di italiano, con tutti i vantaggi di prossimità, disponibilità e favore che ne deriveranno».

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