Covid-19, primo caso di contaminazione in un’animale selvatico

L’allerta è stata lanciata dall‘American Animal and Plant Health Inspection Service (APHIS) in una dichiarazione pubblicata online domenica 13 dicembre.

Un primo caso di contaminazione da coronavirus è stato individuato in un animale selvatico, in questo caso un visone, risultato positivo durante un test sulla fauna selvatica effettuato in stretta vicinanza» ad un allevamento di animali da pelliccia colpito dall’epidemia nello Stato dello Utah.

«Questo è il primo animale selvatico nativo in natura con infezione confermata da SARS-CoV-2», ha detto l’agenzia nel suo comunicato stampa. E mentre i risultati di questo test con il tampone nasale sono i primi, il visone in questione rimane ancora oggi l’unico animale selvatico risultato positivo in questa area geografica.

«Al momento non ci sono prove che il SARS-CoV-2 stia circolando o si sia stabilito in popolazioni selvatiche che vivono intorno ad allevamenti di visoni infetti», ha affermato l’ APHIS, poche settimane dopo la scoperta di una mutazione del virus in questo animale, che ha spinto la Danimarca a prendere in considerazione la macellazione di diversi milioni di esemplari.

Poiché nelle ultime settimane sono aumentate le preoccupazioni riguardo alla specie e alla sua capacità di trasmettere il virus all’uomo, i dati raccolti nello Utah sono stati trasmessi all’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) che ora seguirà il dossier.

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