Covid-19 e influenza, sintomi sempre più persistenti

La stagione natalizia ha portato con sé un aumento significativo dei casi di infezione da SarsCoV-2, congiuntamente all’incremento dell’influenza stagionale. Nonostante gli sforzi di prevenzione mediante vaccinazioni raccomandate, gestione mirata dei pazienti e terapie sintomatiche, la persistenza dei sintomi, soprattutto a carico delle alte vie respiratorie, ha sorpreso numerosi individui.

Sintomi

I sintomi prevalenti, quali rinite, tosse stizzosa, faringite, laringite e febbricola, persistono anche dopo la fine dell’influenza stagionale. Questa condizione, che coinvolge sempre più persone in questi giorni, solleva interrogativi sulla natura della fase post-virus. Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, il Covid ha intensificato l’attenzione su questa fase, rendendo difficile distinguere se i sintomi persistono a causa del coronavirus o dell’influenza, in un intricato mix di patogeni in azione.

Trend dei ricoveri

I dati elaborati fino a metà dicembre negli Stati Uniti d’America evidenziano un aumento significativo dei ricoveri per influenza, con un incremento del 200% rispetto alle quattro settimane precedenti. Parallelamente, i ricoveri per Covid sono cresciuti del 40%. La televisione americana “Nbc News” ha intervistato sette medici provenienti da differenti Stati, ottenendo spiegazioni articolate su questa concomitanza di casi.

“Debito Immunitario”

Gli esperti sostengono che molte persone sono più suscettibili alle malattie respiratorie invernali a causa della mancanza di infezioni recenti o di una vaccinazione. Alcuni potrebbero aver contratto infezioni consecutive, confondendo i sintomi persistenti. La pandemia, con la conseguente riduzione della circolazione dei virus comuni, ha generato un “debito immunitario“, rendendo le persone più vulnerabili alle infezioni. La dottoressa Linda Bell, epidemiologa della Carolina del Sud, avverte che la completa guarigione potrebbe richiedere fino a due settimane o più.

Il risveglio di vecchi virus

L’isolamento durante la pandemia ha limitato l’esposizione ai virus, creando una sorta di oblio riguardo alla durata dei sintomi post-malattia respiratoria. Il “debito immunitario” può rendere i sintomi più gravi di quanto non fossero in passato. La mancanza di protezione indotta dal vaccino aumenta il rischio di malattie gravi e complica il processo di recupero, avvertono i medici.

Una situazione complessa

In conclusione, l’interazione tra SarsCoV-2, influenza stagionale e altri virus respiratori crea una situazione complessa e preoccupante per la salute pubblica. Il persistere dei sintomi richiede una maggiore consapevolezza e strategie di gestione mirate, mentre la promozione delle vaccinazioni rimane fondamentale per mitigare l’impatto sulla salute della popolazione.

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