Cos’è il citomegalovirus, il virus che ha strappato a Selvaggia Roma la sua prima figlia

Non esistono terapie definitive per prevenire o curare l’infezione congenita da CMV durante la gravidanza. La prevenzione si basa principalmente su misure igieniche.

L’influencer e personaggio televisivo Selvaggia Roma ha condiviso pubblicamente numerosi dettagli sul battesimo della figlia Luce, celebrato nei giorni scorsi a pochi mesi dalla nascita della bambina, avvenuta nell’ottobre 2024. L’evento è stato particolarmente significativo perché, durante i festeggiamenti, il compagno Luca Teti le ha fatto una romantica proposta di matrimonio davanti a familiari e amici.

Il battesimo di Luce ha rappresentato per Selvaggia Roma un momento di rinascita dopo il dolore per la perdita della prima figlia, Mia, come lei stessa ha ricordato nelle sue dichiarazioni pubbliche e nei post social.

Il dramma della perdita della prima figlia

Selvaggia Roma ha raccontato pubblicamente, qualche mese fa, il dramma vissuto durante la sua prima gravidanza, quando ha perso la figlia che portava in grembo a causa del citomegalovirus. L’influencer ha condiviso la sua esperienza in diverse interviste televisive, in particolare a “Verissimo”, spiegando che la diagnosi è arrivata dopo gli esami di routine nei primi mesi di gestazione: il citomegalovirus, un virus appartenente alla famiglia degli herpesvirus, è generalmente poco pericoloso per gli adulti ma può risultare fatale per il feto.

Nonostante la consapevolezza del rischio elevato e la bassa percentuale di successo, Selvaggia Roma ha deciso di portare avanti la gravidanza. Tuttavia, al quinto mese, dopo un’amniocentesi, ha ricevuto la notizia che la bambina era stata contagiata dal virus e che le conseguenze sarebbero potute essere gravissime, tra cui cecità e altre problematiche permanenti.

La gravidanza si è conclusa tragicamente con un parto indotto durato 17 ore, durante il quale la piccola Mia è nata senza vita. Selvaggia Roma ha descritto questa esperienza come una tragedia che non augurerebbe a nessuno, sottolineando il dolore e il trauma vissuti sia fisicamente che psicologicamente.

Il sostegno del compagno Luca Teti è stato fondamentale per affrontare questo lutto. Adesso per la coppia la figlia Luce rappresenta la rinascita dopo il buio di quella dolorosa esperienza.

Leggi anche: Prevenzione, la migliore alleata, la storia di Rachele: “Viva grazie a uno screening gratuito”

Cos’è il citomegalovirus

Il citomegalovirus (CMV) rappresenta uno dei rischi infettivi più rilevanti durante la gravidanza, soprattutto se l’infezione viene contratta per la prima volta (infezione primaria) mentre si è incinte. Ecco i principali rischi associati:

Rischi per il feto

– Il virus può essere trasmesso dalla madre al feto attraverso la placenta, con un rischio di trasmissione che arriva fino al 40% nei casi di infezione primaria.

– L’infezione congenita da CMV è la causa più frequente di infezioni congenite nel mondo e può avere conseguenze anche molto gravi.

– Nell’85-90% dei casi i neonati infetti sono asintomatici alla nascita, ma possono comunque sviluppare complicanze a lungo termine, come deficit uditivi.

– Nel 10-15% dei casi, invece, i neonati manifestano sintomi gravi, tra cui:

– Sordità congenita (la complicanza più frequente)

– Ritardo mentale e disabilità intellettiva

– Microcefalia (testa e cervello più piccoli del normale)

– Disturbi della vista, inclusa la cecità

– Paralisi cerebrale

– Convulsioni

– Ittero (ingiallimento della pelle e degli occhi)

– Epatosplenomegalia (ingrossamento di fegato e milza)

– Calcificazioni cerebrali

– Ritardo di crescita intrauterina

– In alcuni casi, morte intrauterina o neonatale.

Rischi per la madre

– Generalmente la madre non presenta sintomi evidenti o ha solo sintomi lievi simili a quelli influenzali (febbre, stanchezza, dolori muscolari).

– Il rischio maggiore riguarda la possibilità di trasmettere il virus al feto, soprattutto se l’infezione avviene nel primo trimestre.

Diagnosi e prevenzione

– La diagnosi si basa su esami sierologici (ricerca di anticorpi IgM e IgG) e, in caso di sospetta infezione fetale, amniocentesi.

– Non esistono terapie definitive per prevenire o curare l’infezione congenita da CMV durante la gravidanza.

– La prevenzione si basa principalmente su misure igieniche: lavare spesso le mani, evitare il contatto diretto con saliva e urine di bambini piccoli, non condividere oggetti personali come posate e bicchieri.

Articoli correlati