Coronavirus: per quanto tempo sono contagiose le goccioline respiratorie?

Ogni virus ha le sue caratteristiche modalità di trasmissione. Come ricordato dagli esperti, ne esistono tre. Si parla di preciso di trasmissione vettoriale – un esempio utile a tal proposito è il virus zika – di trasmissione per via aerea e di trasmissione tramite droplet, ossia le goccioline che espelliamo quando respiriamo.

I virus trasmessi seguendo quest’ultima via sono i più difficili da controllare. Come evidenziato da diversi virologi, SARS-CoV-2 è un filamento di RNA incapsulato che entra in una cellula per riprodursi e contaminare gli altri. Così avviene la colonizzazione del tratto respiratorio, il suo bersaglio preferito. All’interno di esso SARS-CoV-2 produce virioni, particelle virali infettive.

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Le porte di entrata e di uscita del Coronavirus

Ogni volta che una persona tossisce o starnutisce, si viene a creare una nuvola di droplet, tutti potenziali ‘missili’ in grado di trasportare virioni all’interno del sistema respiratorio.  Queste goccioline vengono espulse anche quando si parla, seppur in quantità più contenute rispetto alle situazioni in cui si starnutisce o si tossisce.

Una persona sana può quindi essere infettata inalando le goccioline emesse da un soggetto che, invece, è contagioso. Come evidenziato dal Dottor Michaël Rochoy, la principale ‘porta d’ingresso’ del virus è la bocca. Quelle di uscita, invece, sono la bocca e il naso.

Il Covid-19 può essere contratto anche toccando oggetti sui quali sono cadute goccioline infette. Queste ultime, infatti, lasciano sulla superficie un determinato carico virale. A questo punto, viene da chiedersi se sia sufficiente una singola gocciolina per infettare. Gli studiosi vedono in questa domanda un interrogativo ancora aperto.

Il motivo è legato al fatto che, almeno per ora, non si sa quale sia la carica virale minima necessaria per contrarre il Covid-19. Fondamentale è poi ricordare che la superficie sulla quale atterrano i droplet influisce tantissimo sulla loro durata.

La trasmissione per via aerea è possibile?

In tutto questo rimane aperto un interrogativo molto importante: il virus può soporavvivere nell’aria anche quando la parte liquida è evaporata? Gli studiosi dell’American Academies of Sciences hanno recentemente messo in primo piano informazioni che ribaltano l’equilibrio a favore della trasmissione del virus tramite bioaerosol e non solo dai droplet spruzzati direttamente sul viso o sulle superfici.

Uno studio condotto da un team dell’Università del Nebraska ha rilevato la presenza di codice genetico del virus nel respiro espulso da pazienti Covid-19 positivi. Nello specifico, l’RNA del virus è stato trovato nell’aria dopo due ore. Non è noto, però, se fosse o meno contagioso. Come misura precauzionale, molti medici consigliano l’utilizzo della mascherina che copre la bocca e il naso.

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