Coppia “devota” si toglie la vita insieme: lui malato di cancro, lei decide di seguirlo
Una storia d’amore profonda finita nel modo più doloroso
Erano descritti come una coppia “devota”. Due anziani coniugi britannici hanno deciso di farla finita insieme, dopo che uno dei due aveva iniziato a soffrire di un grave peggioramento della salute. A rivelarlo è stato un’indagine formale britannica prevista nei casi di morte improvvisa. Una vicenda che ha toccato profondamente la comunità di Whitby, cittadina costiera del North Yorkshire, nel Regno Unito.

I corpi di David e Susan Jeffcock sono stati trovati il 30 luglio nel loro appartamento affacciato sul porto. Avevano già lasciato una lettera al proprio legale per confermare l’intenzione di togliersi la vita. Una decisione consapevole, programmata e – per molti – specchio di un legame profondo e indissolubile.
L’inchiesta, tenutasi a Northallerton, ha ricostruito gli ultimi mesi della coppia, trasferitasi proprio a Whitby dopo la pensione. Una scelta fatta per realizzare un sogno coltivato da tempo. Ma il deterioramento delle condizioni di David, 80 anni, affetto da un tumore alle ossa, ha cambiato ogni prospettiva.
A raccontarlo è stato Kevin Shepherd, nipote di David, durante l’udienza. È sua una delle testimonianze più toccanti.
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La testimonianza del nipote
Shepherd ha spiegato con grande lucidità come la malattia avesse segnato ogni giorno di suo zio, fino a diventare insostenibile. “Posso solo concludere che soffriva così tanto da non voler continuare a peggiorare”, ha dichiarato davanti al coroner.
In quelle parole c’è tutto il dramma di una persona che ha visto svanire la propria autonomia e la propria dignità. E c’è anche l’amore di una moglie che ha scelto consapevolmente di non lasciarlo andare da solo.
Shepherd ha aggiunto infatti:
“Sebbene fosse più giovane, Susan ha scelto di unirsi a David“.
E ha commentato con una frase che ha colpito tutti i presenti:
“Questo per me dimostra la loro devozione“.
Parole che non lasciano spazio a dubbi sulla forza del loro legame.
Una vita insieme, raccontata da chi li conosceva
Durante l’inchiesta, Shepherd ha tracciato un ritratto umano e affettuoso di suo zio. Lo ha definito “un uomo adorabile che ha vissuto una buona vita”.
Ha ricordato la sua giovinezza a Sheffield, il trasferimento in Australia come 10‑pound pom, cioè beneficiario del programma di emigrazione a basso costo del dopoguerra, e il ritorno in patria, dove avrebbe incontrato Susan, l’amore della sua vita.
La coppia aveva scelto di non avere figli. Una decisione personale e meditata che non aveva però impedito loro di viaggiare in tutto il mondo durante le ferie. Un legame libero, costruito sulle reciproche scelte e sulla condivisione.
David aveva lavorato a lungo come tassista; Susan era stata segretaria alla Stanley Tools. Una vita semplice, fatta di quotidianità e di sogni coltivati nel tempo.
Il sogno della pensione a Whitby
Per anni avevano desiderato trasferirsi in un luogo di mare. Whitby era da sempre uno dei loro luoghi preferiti: pittoresco, tranquillo, affacciato su un porto vivace. Al momento della pensione, finalmente, avevano coronato quel progetto.
Si erano stabiliti in un appartamento con vista sul porto. Una vista che – raccontano i familiari – amavano contemplare ogni sera.
Ma negli ultimi mesi le condizioni di David erano precipitate. Tre accessi al pronto soccorso, tra improvvisi mal di testa e difficoltà respiratorie, avevano segnato un peggioramento inesorabile.
La lettera al legale e l’indagine della polizia
Secondo quanto emerso nell’inchiesta, la coppia aveva inviato una lettera al proprio avvocato prima di togliersi la vita. Un documento che esponeva chiaramente le loro intenzioni.
La polizia ha confermato l’autenticità della lettera e ha ricostruito la scena, senza trovare segni di violenza o di interventi esterni. Tutto riportava a un gesto volontario, coordinato e consapevole.
La conclusione del coroner
Jonathan Leach, Senior Coroner del North Yorkshire, ha stabilito che entrambi i decessi sono classificabili come suicidio. Ha sottolineato che la coppia non aveva alcuna storia di problemi di salute mentale, mentre David soffriva di condizioni fisiche in rapido deterioramento.
Un elemento importante, perché l’inquest britannico è un procedimento formale che richiede grande precisione nell’attribuire cause e circostanze della morte.
Uno sguardo umano oltre la tragedia
La storia di David e Susan è una vicenda che apre interrogativi profondi. È un racconto di amore, di dolore, di autonomia personale, ma anche della vulnerabilità che accompagna l’ultimo tratto della vita.
La scelta di morire insieme resta un gesto estremo, impossibile da giudicare con metodi semplici. Ma nelle testimonianze emerge una costante: la loro reciprocità. Un legame che, secondo chi li conosceva, non avrebbe sopportato la separazione.
FAQ
Chi erano David e Susan Jeffcock?
Una coppia britannica in pensione, residente a Whitby, descritta dai familiari come molto unita.
Perché hanno deciso di togliersi la vita?
Lui soffriva di un tumore alle ossa e le condizioni erano in rapido peggioramento; lei ha scelto di seguirlo.
Avevano lasciato un messaggio?
Sì, una lettera indirizzata al loro avvocato, confermando l’intenzione di togliersi la vita.
Avevano problemi di salute mentale?
No, secondo il coroner non avevano alcuna storia clinica di questo tipo.
Chi ha scoperto i corpi?
Le autorità, dopo la segnalazione legata alla lettera inviata al legale.
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