Come riconoscere chi vuole suicidarsi? Cosa fare?

Pensi che qualcuno vicino a te voglia suicidarsi? Ci sono dei segnali d’allarme che puoi cogliere per poter intervenire prima del tragico evento.

Rischio suicidio: i segnali d’allarme

Solitamente chi medita di suicidarsi trova questa soluzione come unica, non vede nient’altro attorno e nessun’altra possibilità di salvezza.

Chi vuole compiere quest’atto non si sente capace di affrontare le difficoltà della vita, preferisce morire piuttosto che vivere nella costante angoscia. Si perde il senso della vita. O forse, non si è mai avuto modo di trovare le risposte che si stavano cercando.

Secondo gli studiosi, un’altissima percentuale dei suicidi è connessa con un disturbo emotivo, forse un disturbo dell’umore tant’è che non è così improbabile che chi voglia suicidarsi soffra di depressione: quella condizione di profonda tristezza e di vuoto.

Ma rendersi conto di vivere in uno stato di pensiero suicidario per via di un disturbo importante non è immediato e spesso è necessario rivolgersi ad uno specialista per far emergere il proprio stato interiore.

Tuttavia, ci sono delle precisazioni da fare: non tutti coloro che soffrono di depressione si suicidano, ne tutti coloro che si suicidano soffrono di depressione.

I motivi che spingono al tragico atto possono essere tanti e diversi tra loro non per ultimo una crisi finanziaria, maggiormente tra gli uomini.

Il chiedere aiuto si tramuta con una spinta interiore di morte, in realtà si sta solamente estendendo la propria mano con la speranza d’incontrarne un’altra che sia disposta a sostenere quel peso insostenibile: la condizione si percepisce complicata, così come la sua soluzione.

Un gesto estremo che parla di disperazione e bisogno di ritornare a respirare vita.

Per capire se qualcuno di tua conoscenza pensa al suicidio, devi osservare ed ascoltare dei segnali [Fonte: prevenireilsuicidio.it]:

– parlare del suicidio o della morte;

– dare segnali verbali come “Magari fossi morto” o “Ho intenzione di farla finita”;

– oppure segnali meno diretti come “A che serve vivere?”, “Ben presto non dovrai più preoccuparti di me” e “A chi importa se muoio?”;

– isolarsi dagli amici e dalla famiglia;

– esprimere la convinzione che la vita non ha senso e non ha speranza;

– disfarsi di cose care;

– mostrare un miglioramento improvviso e inspiegabile dell’umore dopo essere stato depresso;

– trascurare l’aspetto fisico e l’igiene.

Con riferimento agli anziani ma non esclusivamente ad essi:

– mettere da parte farmaci;

– comprare armi;

– esprimere un improvviso interesse oppure perdere un interesse per la religione;

– trascurare attività quotidiane di routine;

– fissare un appuntamento medico anche per sintomi lievi.

Con riferimento ai giovani ma non esclusivamente ad essi:

– cambiamenti di umore improvvisi e cambiamenti di personalità;

– indicazioni di problemi di salute, escoriazioni, ferite, faccia contusa a causa di abusi o percosse nell’ambito di frequentazioni;

– improvviso deterioramento dell’aspetto fisico;

– autolesionismo;

– reiterazione di morte e violenza;

– problemi alimentari associati a cambiamenti repentini di peso (a parte quelli associati a diete sotto controllo medico);

– problematiche dell’identità di genere;

– depressione.

Come puoi aiutare chi pensa di suicidarsi?

Non c’è miglior arma che il dialogo, trova il modo per crearne uno senza adoperare giudizio ma ascoltalo gentilmente; è importante fargli comprendere che stai sentendo quello che prova, che capisci le sue emozioni e quello che sta attraversando.

Forse lui farà di tutto per isolarsi, ma mantenendo il ponte del dialogo tra voi potrai farlo sentire meno solo e aprire il varco alla socialità.

Il secondo passo da fare è cercare aiuto, uno psicoterapeuta che potrà sostenerlo e aiutarlo a superare il suo momento disperato.

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