Come calcolare il periodo fertile? I principali metodi

Sono tantissime le donne che, ogni giorno, si chiedono come calcolare il periodo fertile. Si tratta di una domanda frequente nel momento in cui si cerca una gravidanza naturale. Nelle prossime righe di questo articolo, cercheremo di rispondere assieme a questo interrogativo.

Non dimenticare che, dal momento che le nostre non sono informazioni mediche, di contattare il tuo ginecologo qualora dovessero venirti dubbi sulla tua situazione fisica.

Calcolo ovulazione precisa: come farlo?

Quando ci si chiede come calcolare il periodo fertile in maniera precisa, è necessario innanzitutto conoscere le fasi del ciclo mestruale. Ecco quali sono:

  • Fare preovulatoria
  • Fase ovulatoria
  • Fase luteinica

Se la prima e la terza sono caratterizzate da una durata di circa 14 giorni, nel caso della fase ovulatoria, invece, si parla di 24 ore. Nel corso del ciclo mestruale si colloca la cosiddetta finestra fertile, ossia il periodo durante il quale l’ovulo della donna può essere fecondato dallo spermatozoo.

La durata del periodo fertile comprende la fase ovulatoria, 24 ore, ma anche diversi giorni prima dell’espulsione dell’ovulo da parte del corpo luteo. Il motivo per cui si può parlare di periodo fertile anche nei giorni che precedono la fase ovulatoria vera e propria è legato al fatto che gli spermatozoi sono in grado di sopravvivere per diversi giorni all’interno della vagina (cosa che, invece, non accade per l’ovulo).

Data questa doverosa premessa, possiamo entrare nel vivo dei consigli per calcolare il periodo fertile.

Periodo fertile: i principali metodi di calcolo

Sono diversi i metodi da chiamare in causa quando ci si chiede come calcolare il periodo fertile. Il più semplice è il cosiddetto metodo del calendario. In cosa consiste? Nel segnare sul calendario il giorno in cui sono comparse le mestruazioni e considerare la finestra fertile collocata poco meno di due settimane dopo. Si tratta di un metodo semplice ma non efficace.

L’ovulazione di una donna, infatti, può subire delle variazioni nel corso dei mesi o addirittura in alcuni non avvenire (ricordiamo che i cambiamenti relativi al giorno in cui inizia il flusso non vanno classificati come ritardo mestruale ma come ritardo dell’ovulazione).

Un altro metodo per calcolare il periodo fertile è quello della rilevazione della temperatura basale. Da effettuare ricorrendo a un termometro a mercurio ad hoc – lo si può trovare senza problemi in qualsiasi farmacia – la misurazione in questione andrebbe effettuata sempre alla stessa ora e riportata su un grafico. Attenzione: il termometro a mercurio classico non va bene in quanto non è sufficientemente preciso.

Da rilevare per via vaginale o rettale, la temperatura basale andrebbe presa dal quinto giorno del ciclo fino alla comparsa del flusso successivo.

Nei giorni subito successivi alla fine del flusso mestruale, ossia nella fase follicolare, la temperatura media di una donna fertile è compresa fra i 36 e i 36,9°C. Nel corso di quella luteinica, caratterizzata ciò dalla trasformazione del follicolo in corpo luteo, la temperatura si alza, per poi riabbassarsi poco prima dell’ovulazione. Quando questa sopraggiunge, la temperatura basale – da non prendere mai per via orale, perché i risultati potrebbero essere falsati – si alza fino a 37/37,5°C.

Nei tre giorni in cui la temperatura raggiunge questi parametri, ci sono maggiori probabilità di ottenere una gravidanza.

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