Il futuro della chemioterapia? Un farmaco mirato che non danneggia i tessuti sani
Un farmaco riprogettato a livello molecolare elimina le cellule tumorali senza danneggiare i tessuti sani.
La chemioterapia è efficace, ma spesso brutale: combatte le cellule tumorali… e anche quelle sane.
Stanchezza cronica, nausea, perdita dei capelli, immunosoppressione, danni agli organi. Chi ha affrontato un trattamento chemioterapico conosce bene quanto possano essere debilitanti gli effetti collaterali. È il prezzo da pagare per cercare di fermare un cancro.

Ma se fosse possibile colpire solo le cellule malate, lasciando intatte quelle sane? Questa non è più solo un’ipotesi futuristica: un team di ricercatori della Northwestern University, negli Stati Uniti, ha sviluppato una versione innovativa e nanometrica di un farmaco chemioterapico classico, in grado di eliminare i tumori senza effetti tossici evidenti.
Pubblicata sulla rivista scientifica ACS Nano, questa scoperta potrebbe rivoluzionare il trattamento della leucemia mieloide acuta (LMA), una forma aggressiva di tumore del sangue difficile da curare. E potrebbe segnare un prima e un dopo nella lotta al cancro.
Indice dell'articolo
Nanomedicina strutturale: la precisione al servizio della vita
L’approccio è tanto innovativo quanto ingegnoso: i ricercatori hanno riprogettato la struttura molecolare di un farmaco tradizionale, il 5-fluorouracile (5-FU), trasformandolo in una nano-struttura chiamata “acido nucleico sferico” (SNA).
Questa struttura, simile a una minuscola sfera rivestita da catene di DNA, permette di incorporare il farmaco all’interno delle cellule tumorali, evitando i tessuti sani. In pratica, un farmaco che normalmente si disperde nel corpo, colpendo tutto e tutti, diventa un “missile intelligente” che mira solo all’obiettivo.
“La chemioterapia tradizionale è spesso poco solubile e altamente tossica”, spiega Chad A. Mirkin, direttore dello studio. “Con questo nuovo approccio, abbiamo ottenuto un farmaco 12,5 volte più efficace nella penetrazione delle cellule tumorali e 20.000 volte più potente nella loro eliminazione”.
Test promettenti contro la leucemia mieloide acuta
I primi esperimenti sono stati condotti su modelli animali affetti da leucemia mieloide acuta, una patologia del sangue che compromette la produzione dei globuli bianchi, indebolendo il sistema immunitario e mettendo a rischio la vita.
I risultati parlano chiaro:
- Il farmaco in formato SNA ha penetrato le cellule tumorali 12,5 volte meglio rispetto al farmaco tradizionale.
- È stato fino a 20.000 volte più efficace nell’eliminare le cellule leucemiche.
- Ha rallentato la progressione della malattia di 59 volte.
- Nessun effetto collaterale evidente è stato riscontrato.
“Nei modelli animali siamo riusciti a fermare completamente la crescita dei tumori. Se questo risultato verrà replicato anche negli esseri umani, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui trattiamo il cancro”, sottolinea Mirkin.
Come funziona questa chemioterapia mirata
Il principio alla base del nuovo approccio è semplice ma efficace: il 5-FU, nella sua forma classica, è poco solubile. Solo meno dell’1% riesce a dissolversi nei fluidi biologici, il che lo rende difficilmente assorbibile dal corpo.
Con l’utilizzo delle SNA, questo problema viene superato. Le cellule tumorali, in particolare quelle mieloidi, esprimono sulla loro superficie dei recettori specifici che riconoscono le nano-strutture e le assorbono spontaneamente. Una volta all’interno, gli enzimi cellulari degradano il rivestimento di DNA e rilasciano il farmaco, che colpisce la cellula dall’interno.
Il risultato? Le cellule malate vengono distrutte selettivamente, mentre i tessuti sani restano intatti.

Dalla teoria alla pratica: quali prospettive?
Il team di ricerca ora intende:
- Espandere gli studi su modelli animali più complessi
- Ottenere i finanziamenti necessari per iniziare la fase clinica sull’uomo
Se tutto andrà secondo le previsioni, questo farmaco potrebbe trasformare la chemioterapia in un trattamento molto più sicuro ed efficace.
“Non si tratta solo di un farmaco più potente, ma di una strategia completamente nuova per somministrare la chemioterapia”, ribadisce Mirkin. “Possiamo concentrare il trattamento solo dove serve, senza inondare tutto il corpo”.
Lo sapevi che…?
- Le SNA (acidi nucleici sferici) sono una tecnologia sviluppata nel 1996, ma solo negli ultimi anni hanno trovato applicazione clinica.
- Sette terapie basate su SNA sono già in fase di sperimentazione clinica per altre malattie, tra cui il cancro al cervello e il melanoma.
- La leucemia mieloide acuta colpisce ogni anno circa 3.500 persone in Italia, con un’incidenza in aumento soprattutto tra gli over 60.
Domande frequenti
Che cos’è la nanomedicina strutturale?
È un campo della medicina che utilizza nanostrutture progettate a livello molecolare per veicolare farmaci in modo preciso nel corpo umano.
Il nuovo farmaco è già disponibile per i pazienti?
No, attualmente è in fase di sperimentazione preclinica. Serviranno ulteriori studi su animali e poi test clinici sugli esseri umani.
Quali sono i vantaggi rispetto alla chemioterapia tradizionale?
Maggiore efficacia, minori effetti collaterali, e una somministrazione mirata che risparmia i tessuti sani.
La tecnologia SNA è sicura?
Nei modelli animali non sono stati rilevati effetti tossici. Tuttavia, la sicurezza definitiva potrà essere confermata solo attraverso studi clinici.





