Carenza di ferro: quali sono le cause, i sintomi e il trattamento

Quella del ferro è una carenza molto comune al mondo e rientra tra le anemie. Come capire se ne sei affetto? Continua nella lettura.

Carenza di ferro: cos’è?

La carenza di ferro è il tipo più comune di anemia detta anche anemia sideropenica e s’instaura quando nell’organismo i livelli di ferro non sono nella norma e considerato che il ferro gioca un ruolo chiave nella formazione del sangue e nel trasporto d’ossigeno, la stanchezza e il fiato corto saranno i primi sintomi a manifestarsi.

Ogni cellula del nostro corpo ha bisogno del ferro, una sua carenza comporterebbe una minor produzione di emoglobina che trasporta l’ossigeno dai polmoni al resto del corpo. Insomma, l’energia necessaria per svolgere le funzioni essenziali dell’organismo è data proprio dal ferro.

Giornalmente hai bisogno di assumere una determinata quantità di ferro tramite l’alimentazione e questa varia in base al sesso e l’età.

Secondo le raccomandazioni della Società Nutrizionale Tedesca (DGE), gli uomini dovrebbero consumare dieci milligrammi di ferro al giorno e le donne 15 milligrammi. Le donne hanno un bisogno maggiore a causa delle mestruazioni, poiché con il sangue perdono anche ferro.

Le donne incinta hanno bisogno di 30 milligrammi e le donne che allattano hanno bisogno di 20 milligrammi al giorno. A partire dalla menopausa, le donne riducono il loro fabbisogno.

Dopo aver cercato di chiarire l’importanza del ferro nel corpo, è importante riconoscere le cause e i sintomi della carenza di ferro.

Le cause

1) Emorragie e sanguinamenti. Il primo evento fisiologico a cui pensare sono le mestruazioni stesse che determinano una perdita di sangue e quindi una riduzione dei livelli di ferro. Oppure nell’organismo può esserci una perdita di sangue interna (polipi, tumore, ulcera).
2) Insufficiente apporto di ferro nell’alimentazione. Se stai facendo una dieta molto severa o soffri di disturbi alimentari potresti non apportare la giusta quantità di ferro nel tuo organismo. Potresti introdurre nella tua dieta alimenti quali carne bovina, carne di cavallo, cereali integrali, legumi secchi e fagioli freschi, etc.
3) Scarso assorbimento di ferro. In questo caso l’alimentazione c’entra poco, il problema può essere un deficit nel metabolismo che non permette di assorbire il ferro; è probabile in alcune condizioni (colite ulcerosa e morbo di Crohn, celiachia, tumori, etc.).
4) Gravidanza e allattamento. Il feto ha bisogno di svilupparsi e quindi l’apporto di ferro deve essere maggiore, quello introdotto potrebbe essere insufficiente.

I sintomi

Quelli che possono essere dei sintomi lievi, nel tempo possono diventare più evidenti e ‘sentiti’ [Fonte: humanitas.it]:

1) Estremo affaticamento e debolezza (astenia).
2) Pallore.
3) Irritabilità.
4) Mal di testa.
5) Insonnia.
6) Fiato corto e mancanza di respiro.
7) Dolore toracico.
8) Vertigini e capogiri.
9) Mani e piedi freddi.
10) Unghie fragili.
11) Perdita di capelli.
12) Accelerazione del battito cardiaco.
13) Bruciore alla gola.
14) Scarso appetito.
15) Formicolìo alle gambe.

Trattamento

Per prima cosa è possibile introdurre il ferro tramite una dieta equilibrata ricca di questo minerale, quando questo non è sufficiente si può ricorrere ad integratori (che non correggono il deficit) o farmaci (in forma ferrosa sono i più utilizzati).

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