Cardiopatia congenita: cos’è, diagnosi, cause e prevenzione

  • Per cardiopatia congenita s’intende la presenza di una malformazione del cuore o dei grossi vasi sanguigni nel neonato o nel feto. Presente, quindi, dalla nascita.
  • La diagnosi della cardiopatia congenita può essere posta durante l’ecografia prenatale, solo in casi meno chiari può essere utilizzata una diagnostica invasiva.
  • Le cause della cardiopatia congenita non sono del tutto conosciute ma ci sono dei fattori di rischio prevenibili.

Nella cardiopatia congenita ad insorgere è un’anomalia nella formazione e lo sviluppo del cuore già dalla vita intrauterina.

Si parla di cardiopatia congenita in presenza di una malformazione del cuore o dei grossi vasi sanguigni nel neonato o nel feto.
Quindi una condizione che si presenta già alla nascita, anche se può manifestarsi mesi o anni più tardi.

Molti genitori si sentono in colpa alla scoperta di questa malattia, tuttavia l’unico modo per affrontarla è accoglierla e seguire un processo di cura mirato. Difatti, esistono differenti tipi di cardiopatie:

1. Semplici: la malformazione riguarda un difetto dei setti o una malformazione valvolare.
2. Complesse: quando si riconoscono più difetti.

In modo specifico, possono classificarsi in:

1. Cardiopatie che producono ostruzione del flusso sanguigno.
2. Cardiopatie congenite cianogene, in cui il flusso sanguigno è anomalo e va dalla circolazione polmonare a quella sistemica, mandando sangue non ossigenato a organi e tessuti.
3. Cardiopatie che producono un cortocircuito tra sinistra e destra (passaggio di sangue da circolazione sistemica a polmonare).

Purtroppo, questi disturbi cardiologici sono spesso correlati a causa di morte improvvisa.

Tuttavia, non tutte le cardiopatie congenite hanno la stessa gravità, alcune si risolvono spontaneamente, in altri casi sarà necessario un ricovero d’urgenza.

Diagnosi della cardiopatia congenita

Ci si può accorgere della presenza di alcuni difetti cardiaci già durante le ecografie prenatali che permettono una diagnosi certa e completa di qualsiasi tipo di cardiopatia congenita.

Solo nei casi in cui è necessaria un’indagine approfondita si dovrà ricorrere ad una diagnostica invasiva:

1. Cateterismo cardiaco: viene introdotta in una vena o in un’arteria del bambino una sonda che arriva al cuore e che permettere di approfondire il quadro clinico;
2. Eco transesofageo: viene introdotta nell’esofago una sonda ecografica. Poiché l’esofago è molto vicino al cuore, si possono ottenere immagini molto dettagliate di svariate strutture del cuore, compresa quella delle valvole cardiache. Il tempo necessario per queste indagini è di diverse ore ed è necessario sottoporre il bambino ad una lieve anestesia. [Fonte: Ospedale Pediatrico Bambino Gesù].

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Quali sono le cause della cardiopatia congenita?

Questa è la domanda che molti genitori si pongono al momento della diagnosi. Per chi ha intenzione di avere un figlio è bene conoscerle in quanto – nonostante le cause siano sconosciute – sono stati identificati dei fattori (ad esclusione di quelli genetici) che possono essere prevenute:

1. Stato nutrizionale della madre: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la carenza di iodio o folati, il sovrappeso o malattie come il diabete sono legate alla comparsa di anomalie congenite nel feto.
2. Alcune infezioni e sostanze tossiche: durante la gravidanza non bisogna consumare alcol o tabacco, oppure alcuni farmaci perché possono favorire la comparsa delle cardiopatie così come contrarre la rosolia (una malattia infettiva acuta esantematica causata da un virus a Rna del genere Rubivirus, della famiglia dei Togaviridae).

È possibile prevenire la cardiopatia congenita?

Rispetto alle cause appena descritte, la risposta è affermativa.
Ecco cosa bisogna fare:

1. Agire sulla dieta alimentare della donna gravida favorendo l’assunzione di vitamine e minerali.
2. Eliminare ogni forma di bevanda alcolica ed anche il fumo di tabacco nelle donne incinte.
3. Se la donna gravida soffre di diabete, deve sempre tener sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue.

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