Il cancro alla prostata e la scoperta della vitamina K: cosa dice la scienza

Una nuova ricerca suggerisce che un derivato della vitamina K potrebbe contrastare il cancro alla prostata resistente alle terapie.

Quanto è diffuso il cancro alla prostata? E perché se ne parla così tanto? In Europa, è il tumore più diagnosticato tra gli uomini. Eppure, nuove ricerche stanno accendendo la speranza su un trattamento insospettabile: un precursore della vitamina K, chiamato menadione, avrebbe rallentato la crescita del tumore nei modelli animali.

Cos’è la prostata e perché può ammalarsi

La prostata è una ghiandola piccola ma fondamentale, parte integrante dell’apparato riproduttivo maschile. Si trova appena sotto la vescica e avvolge l’uretra. La sua funzione principale è produrre il liquido prostatico, che nutre e trasporta gli spermatozoi. Quando questa ghiandola si ammala, le conseguenze possono essere gravi.

Fattori di rischio del tumore alla prostata includono:

  • Dieta ricca di grassi
  • Consumo eccessivo di carne rossa
  • Fumo
  • Storia familiare di cancro alla prostata

Queste abitudini contribuiscono in modo significativo all’aumento dei casi diagnosticati ogni anno.

Perché è così difficile da trattare?

Sebbene nella maggior parte dei casi il tumore sia trattabile, alcune forme risultano resistenti alle terapie convenzionali, come la chirurgia, la radioterapia o i farmaci anti-androgeni. Proprio per questi casi, la scienza continua a cercare approcci alternativi. E qui entra in gioco uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Science.

Una vitamina dimenticata entra in scena

Il team del Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL) ha condotto una ricerca pionieristica sul menadione, una forma sintetica di vitamina K. Questo composto è comunemente presente nelle verdure a foglia verde ed è noto per il suo ruolo nella coagulazione del sangue.

Ma c’è di più: secondo i ricercatori, il menadione avrebbe interrotto i processi di sopravvivenza delle cellule tumorali nella prostata dei topi.

Un fallimento si trasforma in intuizione

La ricerca nasce quasi per caso. Inizialmente, il National Cancer Institute voleva testare gli effetti della vitamina E nella prevenzione del cancro alla prostata. Il trial, che coinvolgeva 35.000 uomini, era progettato per durare fino a 12 anni. Ma dopo soli tre anni, i risultati sono stati scoraggianti.

Gli uomini che assumevano vitamina E non solo non beneficiavano di alcuna protezione, ma sembravano avere un rischio maggiore di sviluppare il tumore.

È a quel punto che un ricercatore ha suggerito:

“Se un antiossidante non funziona, forse un pro-ossidante sì”.

Nasce così l’idea di testare il menadione, una sostanza pro-ossidante, ovvero in grado di aumentare lo stress ossidativo nelle cellule tumorali fino a renderle incapaci di replicarsi.

Risultati promettenti nei modelli animali

L’esperimento ha coinvolto topi a cui era stato indotto un cancro alla prostata. Quando è stato somministrato il menadione, i ricercatori hanno osservato:

  • Blocco della crescita tumorale
  • Distruzione selettiva delle cellule cancerose
  • Deplezione di un lipide essenziale chiamato PI(3)P

Secondo il prof. Lloyd Trotman, autore senior dello studio, “il menadione attacca le cellule tumorali prosciugando le loro riserve di PI(3)P, un grasso vitale per la sopravvivenza del tumore”.

Cosa rappresenta il PI(3)P per le cellule tumorali?

Il PI(3)P è un fosfolipide chiave nel metabolismo cellulare, una specie di “carburante” che le cellule tumorali usano per sopravvivere e moltiplicarsi. Senza questo composto, le cellule iniziano un processo di autodistruzione, noto come apoptosi.

L’effetto del menadione non è stato casuale: ha mirato esattamente a quel punto debole.

E per gli esseri umani? Siamo ancora lontani

Attenzione però: i risultati finora riguardano solo modelli animali. Gli esperimenti sugli esseri umani non sono ancora iniziati. Ma il potenziale è talmente interessante che potrebbero partire presto trial clinici di fase I.

Nel frattempo, alcuni medici mettono in guardia sull’uso fai-da-te di integratori a base di vitamina K, soprattutto in caso di:

  • Assunzione di anticoagulanti
  • Problemi epatici
  • Interazioni farmacologiche

Come sempre, è fondamentale consultare un medico prima di prendere qualsiasi supplemento.

Aspetto Dettagli
Composto Menadione (vitamina K3)
Effetto osservato Riduzione della crescita tumorale nei topi
Meccanismo Esaurimento del PI(3)P e morte cellulare
Fase della ricerca Solo su modello animale

Sfatato un mito: gli antiossidanti non sono sempre amici

Per anni si è pensato che gli antiossidanti fossero la chiave per prevenire il cancro. Ma questo studio suggerisce il contrario: in alcuni casi, aumentare lo stress ossidativo nelle cellule tumorali potrebbe essere una strategia più efficace.

Il ruolo degli antiossidanti è più complesso di quanto si pensasse. Non tutti i composti “naturali” sono sempre utili, e alcuni possono addirittura avere effetti opposti.

FAQ

Il menadione è un integratore che posso acquistare?
Sì, ma non è consigliabile assumerlo senza controllo medico, soprattutto se si seguono terapie farmacologiche.

Posso aumentare la vitamina K con la dieta?
Sì. Mangiare verdure a foglia verde come spinaci, cavoli e bietole è un modo sicuro per incrementare l’apporto naturale di vitamina K.

Questo trattamento funziona anche per altri tumori?
Al momento, i risultati sono validi solo per il tumore alla prostata nei modelli animali.

La vitamina E è pericolosa?
Non è pericolosa in sé, ma non protegge dal cancro alla prostata. In alcuni studi, ha addirittura mostrato un effetto negativo.

Iscriviti gratis ai nostri canali per non perdere nessun nostro post!

Telegram: iscriviti qui
WhatsApp: iscriviti qui

Articoli correlati