Cancro al seno triplo negativo: la speranza arriva dal Messico con una molecola rivoluzionaria

Un team di scienziate dell’UNAM ha identificato una nuova molecola, la GK-1, capace di “rieducare” il sistema immunitario contro la forma più aggressiva di tumore al seno.

Il cancro al seno triplo negativo è una delle diagnosi più temute: aggressivo, veloce e difficile da trattare. Ma dal Messico arriva una notizia che potrebbe cambiare il futuro di molte pazienti.

Tumore al seno
Tumore al seno

Nel 2023, in Messico, sono morte 7.980 donne per tumori maligni al seno, secondo i dati ufficiali dell’Istituto Nazionale di Statistica (Inegi). Una cifra drammatica, che fotografa una realtà ancora lontana da soluzioni efficaci, soprattutto per le pazienti con forme avanzate della malattia.

Tuttavia, una speranza concreta sta emergendo dalla ricerca scientifica messicana. Un team di studiose dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) ha identificato una molecola, denominata GK-1, che potrebbe rappresentare una svolta terapeutica. Non si tratta di un semplice farmaco, ma di una strategia innovativa: invece di attaccare direttamente il tumore, la molecola potenzia le difese del nostro corpo, “insegnandogli” a combattere da solo.

Un approccio rivoluzionario contro il cancro al seno triplo negativo

Il cancro al seno triplo negativo (TNBC) è il sottotipo più aggressivo della malattia. Rappresenta circa il 15% di tutti i tumori al seno, tende a svilupparsi più rapidamente rispetto ad altri tipi e ha una maggiore probabilità di metastatizzare in organi vitali come cervello e fegato. Inoltre, colpisce più frequentemente le donne giovani, con un impatto psicologico e sociale particolarmente pesante.

Ma cosa rende così difficile trattare il TNBC?

  • Le cellule cancerose non presentano recettori per estrogeni, progesterone o proteina HER2, che di solito sono bersagli dei trattamenti ormonali o biologici.
  • Le terapie attuali sono limitate a chemioterapia e, nei casi più avanzati, immunoterapia, spesso molto costosa e non sempre efficace.
  • Le recidive sono frequenti e il tasso di sopravvivenza resta più basso rispetto ad altri tipi di tumore mammario.

Come agisce la molecola GK-1 sviluppata all’UNAM

Le dottoresse Edda Sciutto e Gladis Fragoso, dell’Istituto di Ricerche Biomediche dell’UNAM, hanno identificato la molecola GK-1. Il suo funzionamento è affascinante: non colpisce direttamente le cellule tumorali, ma stimola e rieduca il sistema immunitario affinché sia quest’ultimo a combattere la malattia.

Ecco come agisce la molecola GK-1, secondo gli studi preclinici:

  • Meccanismo d’azione innovativo: ripristina la capacità del sistema immunitario di riconoscere il tumore come una minaccia e attaccarlo.
  • Riduzione del tumore: in test preclinici, la molecola ha dimostrato di ridurre la dimensione e il volume dei tumori.
  • Contro la diffusione: ha anche mostrato efficacia nel limitare la proliferazione e la diffusione delle cellule cancerose.
  • Alta sicurezza: è risultata non tossica, non mutagena e priva di effetti collaterali anche ad alte dosi.
  • Successo nei cani: in studi su cani con tumori maligni avanzati, alcuni animali hanno avuto una remissione totale e altri hanno superato l’aspettativa di vita senza sintomi avversi.

Perché questa molecola rappresenta una speranza concreta

Il valore della molecola GK-1 non è solo scientifico, ma anche sociale. Oggi, le pazienti con tumore al seno triplo negativo avanzato spesso affrontano trattamenti costosi, come l’immunoterapia importata, che possono arrivare a centinaia di migliaia di euro. Al contrario, GK-1 potrebbe avere un costo molto più accessibile: si parla di “appena migliaia di pesos”, equivalenti a poche centinaia di euro.

Inoltre:

  • È prodotta artificialmente, quindi non richiede risorse biologiche rare.
  • Verrà testata per la prima volta in fase clinica in Messico, con la prospettiva di validazione a livello internazionale.
  • Potrebbe essere efficace anche in pazienti in fase avanzata, quando il tumore ha già raggiunto altri organi.

Un’opportunità anche per l’Italia?

Anche se la scoperta arriva dal Messico, il suo potenziale ha una risonanza globale. In Italia, secondo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), il tumore al seno è il più diagnosticato tra le donne, con circa 55.000 nuovi casi ogni anno. Tra questi, una percentuale rilevante riguarda proprio la forma triplo negativa.

L’arrivo di una terapia come GK-1 potrebbe:

  • Ampliare le opzioni terapeutiche disponibili.
  • Offrire una soluzione sostenibile in termini economici per il Servizio Sanitario Nazionale.
  • Rappresentare una speranza concreta per centinaia di pazienti che oggi non rispondono ai trattamenti tradizionali.

Cosa rende il cancro triplo negativo così difficile da affrontare

Per comprendere meglio l’importanza di questa scoperta, è utile riepilogare cosa caratterizza il cancro al seno triplo negativo:

  • Non presenta recettori ormonali (né per estrogeno né per progesterone) né la proteina HER2.
  • Cresce e si diffonde più velocemente rispetto ad altri sottotipi.
  • È più comune nelle donne sotto i 40 anni.
  • Ha una maggiore tendenza alla metastasi in organi distanti.
  • Le opzioni terapeutiche sono limitate e meno personalizzabili.

Proprio per queste ragioni, qualsiasi nuova arma terapeutica può fare una differenza enorme nella prognosi e nella qualità di vita delle pazienti.

Un passo avanti verso un futuro più equo nella lotta al cancro

Il lavoro delle ricercatrici dell’UNAM rappresenta una dimostrazione concreta di come l’innovazione scientifica possa nascere anche in contesti non tradizionalmente associati all’alta ricerca biomedica. E, soprattutto, di come la salute pubblica possa trarre beneficio da terapie accessibili, efficaci e locali.

Oggi, la molecola GK-1 è ancora in fase di sviluppo clinico, ma i risultati preclinici sono promettenti. Se supererà i test clinici, potrebbe diventare una delle prime terapie immunologiche realmente accessibili per una delle forme di tumore più letali.

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