Nuovo test del sangue per l’Alzheimer: costa poco e rileva la malattia prima dei sintomi

Un nuovo esame del sangue per l’Alzheimer arriva nel Regno Unito: potrebbe rivoluzionare la diagnosi.

Più di mille pazienti britannici saranno coinvolti nella sperimentazione di un nuovo esame del sangue per la diagnosi precoce dell’Alzheimer. Un test innovativo, semplice e poco invasivo, che potrebbe ridurre drasticamente i tempi per individuare la malattia, migliorando così il trattamento e la qualità della vita dei pazienti. Lo riporta The Sun.

Un test del sangue per rilevare l’Alzheimer prima dei sintomi

Il test si basa sulla ricerca di biomarcatori legati a proteine anomale che si accumulano nel cervello di chi sviluppa l’Alzheimer, come la proteina p-tau217. La sua presenza nel sangue può essere un indicatore precoce della malattia, anche fino a 20 anni prima della comparsa dei primi sintomi evidenti.

I ricercatori sperano che, se somministrato nelle fasi iniziali – ad esempio quando una persona si presenta per problemi di memoria – questo esame possa migliorare sensibilmente la precisione e la rapidità della diagnosi.

Attualmente, le tecniche più affidabili per diagnosticare l’Alzheimer sono la PET cerebrale e la puntura lombare. Tuttavia, sono invasive, costose e accessibili a pochissimi: solo il 2% dei pazienti riesce a sottoporvisi. Il nuovo test del sangue, invece, costa circa 100 sterline (circa 115 euro) e si esegue con un semplice prelievo.

Lo studio ADAPT: 1.100 pazienti in tutta la Gran Bretagna

Lo studio clinico si chiama ADAPT (Alzheimer’s Disease Diagnosis and Plasma p-tau217) ed è coordinato dall’University College London. Prevede il coinvolgimento di 1.100 persone con sospetto di demenza, selezionate da 20 centri NHS (il servizio sanitario nazionale britannico), compresi ambulatori della memoria distribuiti su tutto il territorio.

Il reclutamento è iniziato da poche settimane presso la Essex Partnership University NHS Foundation Trust, e continuerà coinvolgendo pazienti di diverse etnie, aree geografiche e condizioni socioeconomiche, per rendere i risultati il più rappresentativi possibile.

Il team di ricerca, guidato dal professor Jonathan Schott e dalla dottoressa Ashvini Keshavan, punta a capire se ricevere i risultati del test entro 3 mesi dalla prima visita – rispetto ai 12 mesi del gruppo di controllo – possa influenzare:

  • la rapidità della diagnosi
  • le scelte cliniche successive
  • la reazione dei pazienti
  • la qualità della vita

Obiettivo: diagnosi più accurate e accesso più rapido alle cure

Attualmente, la diagnosi di Alzheimer ha una precisione stimata attorno al 70%. Con questo nuovo test, i ricercatori sperano di superare il 90% di accuratezza.

Il professor Schott, che è anche direttore scientifico dell’organizzazione Alzheimer’s Research UK, ha dichiarato:

“Siamo entusiasti di avviare lo studio ADAPT. Dopo decenni di ricerca, abbiamo finalmente un esame del sangue per l’Alzheimer supportato da solide evidenze scientifiche, comparabile ai test diagnostici di riferimento, ma molto più accessibile ed economico.” — Prof. Jonathan Schott, UCL e Alzheimer’s Research UK

Il tempismo è fondamentale. Oggi abbiamo terapie che possono rallentare il declino cognitivo, ma funzionano meglio se iniziate nelle fasi iniziali della malattia. Una diagnosi precoce significa poter pianificare meglio il futuro, accedere prima ai trattamenti e ridurre l’ansia legata all’incertezza.

Un’esperienza spesso negativa per chi riceve la diagnosi

Nonostante i progressi, oggi molti pazienti ricevono una diagnosi tardiva, quando ormai i sintomi sono già gravi. Lo ha confermato anche la Alzheimer’s Society, la principale organizzazione britannica per il sostegno ai malati.

Fiona Carragher, direttrice ricerca e politiche dell’associazione, ha spiegato:

“Il nostro sondaggio ha rivelato che solo un terzo delle persone con demenza ha vissuto positivamente il percorso diagnostico. Molti riferiscono paura, incertezza e mancanza di supporto.” — Prof. Fiona Carragher, Alzheimer’s Society UK

Per questo, rendere i test più semplici, rapidi e accurati può avere un impatto enorme sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie.

Altre ricerche in corso nel Regno Unito

Questo studio non è l’unico. All’inizio del 2025, team delle università di Oxford e Cambridge hanno avviato un’altra sperimentazione su diversi test del sangue per differenziare i vari tipi di demenza, tra cui:

L’obiettivo è sviluppare un vero e proprio “pannello di test”, capace di orientare i medici fin dalle prime fasi, con diagnosi personalizzate e trattamenti mirati.

Una rivoluzione possibile anche in Italia?

Al momento, questi test non sono ancora disponibili nel nostro Paese al di fuori di progetti di ricerca. Tuttavia, la loro semplicità e il costo contenuto fanno ben sperare.

Se i risultati britannici saranno confermati, l’adozione di esami del sangue per l’Alzheimer potrebbe arrivare anche nel Sistema Sanitario Nazionale italiano. Con vantaggi significativi:

  • Diagnosi più tempestive
  • Riduzione dei costi per esami invasivi
  • Accesso più equo alle cure
  • Maggiore serenità per pazienti e familiari

FAQ – Domande frequenti

Cos’è il test p-tau217?
Un esame del sangue che rileva la presenza di una proteina anomala legata all’Alzheimer.

È già disponibile in Italia?
No, è in fase di sperimentazione nel Regno Unito. Potrebbe arrivare nei prossimi anni.

A cosa serve?
Aiuta a diagnosticare l’Alzheimer in modo precoce e accurato, prima che compaiano i sintomi evidenti.

Sostituirà PET e puntura lombare?
Non ancora, ma potrebbe affiancarli o sostituirli in molti casi, soprattutto grazie alla sua semplicità.

Chi può partecipare allo studio?
Nel Regno Unito, persone con sospetto di demenza, selezionate tramite ambulatori della memoria.

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