Bianca Balti denuncia la mancanza di farmaci oncologici: “Mi state negando la possibilità di vivere in sicurezza”

Bianca Balti torna a parlare pubblicamente dopo mesi di battaglia contro il tumore: stavolta, però, non per celebrare un traguardo, ma per denunciare una situazione che colpisce lei e migliaia di altri malati oncologici.

Quando sembrava finalmente uscita dall’incubo del tumore, Bianca Balti si scontra con un nuovo ostacolo: l’assenza dei farmaci salvavita che dovrebbero proteggerla da una possibile ricaduta.

Bianca Balti
Bianca Balti

Una diagnosi che ha cambiato tutto

Lo aveva annunciato con emozione pochi mesi fa: “A settembre pensavo che sarei morta”. Con queste parole, la top model Bianca Balti aveva condiviso il suo percorso contro un tumore ovarico, diagnosticato nel luglio del 2024. Dopo l’operazione chirurgica di settembre e diversi cicli di chemioterapia, la modella era riuscita a raggiungere una condizione di remissione clinica. Un traguardo tanto sperato, quanto sofferto.

“Otto mesi dopo sono sulla copertina di Vogue”

La gioia della guarigione era esplosa in un post pubblicato con commozione sui social network:

“Poi ho capito che sarei sopravvissuta ma ho pensato che la mia carriera fosse finita per sempre. Otto mesi dopo, tre mesi di remissione e sono sulla copertina di Vogue. Dammi un pizzicotto per favore. Sono troppo fortunata”.
Un messaggio che ha ispirato e commosso migliaia di follower, simbolo di resilienza e speranza.

Ma la serenità è durata poco

Proprio mentre stava ricostruendo la propria vita, Bianca si è ritrovata a fronteggiare una nuova minaccia. Non un ritorno della malattia, ma una realtà che molti malati oncologici conoscono bene: la mancanza di farmaci salvavita.

“Non posso aspettare: questi farmaci mi salvano la vita”

È stata lei stessa a raccontarlo in una serie di storie Instagram, dove ha taggato direttamente alcune aziende farmaceutiche accusandole di gravi ritardi nella distribuzione dei medicinali essenziali per la sua terapia.

“Ho bisogno che vi diate una mossa”, ha scritto con tono esasperato. “Sono una paziente oncologica. I farmaci che sto aspettando non sono facoltativi, mi salvano la vita. Ho una carriera, una vita e delle responsabilità. Devo viaggiare per lavoro. Ma non posso farlo in sicurezza senza le pillole che mi state negando”.

La nuova terapia con gli inibitori PARP

Attualmente, Bianca sta iniziando una terapia con inibitori PARP, una categoria di farmaci indicati per alcune forme di tumore ovarico e che hanno lo scopo di prevenire recidive intervenendo sul DNA delle cellule tumorali. Tuttavia, la disponibilità di questi medicinali non è sempre garantita, nemmeno negli Stati Uniti, dove vive la modella.
Gli inibitori PARP, come spiegato anche da AIRC, sono spesso soggetti a problemi di fornitura, alti costi e complessità burocratiche. E questo sta mettendo a rischio non solo la salute di Bianca, ma quella di tanti altri malati oncologici.

Una denuncia che riguarda tutti

Il grido d’aiuto della modella va oltre la sua situazione personale. Nelle sue parole emerge una frustrazione diffusa tra i pazienti oncologici americani, spesso costretti a fare i conti con un sistema sanitario frammentato e logiche industriali che antepongono il profitto all’accesso alle cure.

“Ho passato ore al telefono e nessuno si assume la responsabilità. Nessuno se ne occupa. State fallendo proprio quando c’è più bisogno di voi. Ed è inaccettabile”.

Migliaia di pazienti nella stessa situazione

Il caso di Bianca non è isolato. Secondo un’inchiesta del New York Times, negli Stati Uniti oltre 15 farmaci chemioterapici risultano in forte carenza da mesi, causando ritardi nei trattamenti e gravi ripercussioni sulla qualità della vita dei pazienti.

I motivi della carenza di farmaci oncologici

Le cause di questa emergenza sono diverse:

  • Interruzioni nella produzione per problemi tecnici.
  • Chiusura di stabilimenti in India e Cina, principali produttori di generici.
  • Difficoltà logistiche nella distribuzione post-Covid.
  • Politiche aziendali focalizzate su farmaci più remunerativi.

Come riportato anche dall’FDA, la situazione richiede un’azione concertata tra istituzioni, industrie e enti regolatori.

Un appello a non essere invisibili

Bianca Balti ha deciso di usare la sua notorietà per dare voce a chi non può denunciare pubblicamente. “Non sono l’unica. Anzi, sono una privilegiata perché ho visibilità. Ma non voglio sentirmi impotente mentre vedo che altri pazienti come me vengono ignorati”, ha dichiarato.

Il suo sfogo ha generato un forte dibattito sui social, attirando l’attenzione di media internazionali e centinaia di testimonianze simili da parte di altri malati oncologici.

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FAQ

Cosa sono gli inibitori PARP?
Farmaci innovativi che bloccano l’enzima PARP, utile per la riparazione del DNA delle cellule. Sono indicati per alcuni tumori ovarici e del seno.

Perché c’è carenza di farmaci oncologici?
Per problemi produttivi, logistici e strategici da parte delle aziende. Molti stabilimenti si trovano all’estero e la domanda è in aumento.

Bianca Balti ha concluso le cure?
No, è in una fase di mantenimento terapeutico dopo la remissione. I farmaci che le mancano servono per evitare ricadute.

Le denunce di personaggi pubblici servono davvero?
Sì. Aumentano la visibilità del problema e spesso portano all’intervento delle autorità o dei media.

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