Aspirina dopo i 60 anni? Ecco perché può essere pericolosa
Un nuovo studio mette in discussione l’uso dell’aspirina per prevenire infarti e ictus negli over 60. I rischi supererebbero i benefici.

Un’abitudine consolidata — quella di assumere quotidianamente aspirina per tenere lontane le malattie cardiovascolari — è oggi al centro di una revisione critica. Una ricerca condotta su decine di migliaia di pazienti over 60 mette in dubbio l’efficacia di questa pratica nella prevenzione primaria.
Indice dell'articolo
- 1 Uno studio su oltre 37.000 pazienti: cosa è emerso
- 2 Aspirina sotto i 60: possibile effetto protettivo
- 3 Oltre i 60 anni: più danni che benefici
- 4 Il consiglio degli esperti: puntare sulla prevenzione naturale
- 5 Cosa significa per chi ha già superato i 60 anni?
- 6 FAQ – Dubbi frequenti sull’uso dell’aspirina
Uno studio su oltre 37.000 pazienti: cosa è emerso
I ricercatori dell’Institut d’Investigació en Atenció Primària Jordi Gol (IDIAPJGol) hanno analizzato i dati di 37.000 persone ad alto rischio cardiovascolare ma senza precedenti episodi di infarto, ictus o altre patologie cardiache.
L’obiettivo? Valutare se l’uso preventivo dell’aspirina potesse realmente offrire benefici nelle diverse fasce d’età. I dati, raccolti in 14 anni (dal 2006 al 2020), sono stati esaminati in uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Medicine.
Aspirina sotto i 60: possibile effetto protettivo
Nella fascia tra i 40 e i 59 anni, lo studio ha evidenziato un effetto protettivo: l’uso regolare dell’aspirina sembrerebbe ridurre il rischio di eventi cardiovascolari maggiori.
Tuttavia, l’efficacia si perde completamente dopo i 60 anni. In questa fascia d’età, l’assunzione quotidiana di aspirina non ha ridotto l’incidenza di infarti o ictus. Anzi, è risultato più alto il rischio di eventi avversi, come:
- Emorragie gastrointestinali
- Ulcere gastriche
- Anemia da perdita di sangue
Oltre i 60 anni: più danni che benefici
I ricercatori sottolineano che i rischi legati all’uso dell’aspirina negli over 60 superano i benefici attesi, rendendo il suo utilizzo poco raccomandabile in prevenzione primaria.
La dottoressa Lia Alves, prima autrice dello studio, spiega che le evidenze raccolte sono particolarmente affidabili, poiché basate su dati reali provenienti dalla pratica clinica quotidiana.
Il consiglio degli esperti: puntare sulla prevenzione naturale
Il messaggio degli autori è chiaro: prima dell’aspirina, viene lo stile di vita. I ricercatori invitano a concentrare gli sforzi su:
- Alimentazione equilibrata
- Attività fisica regolare
- Controllo della pressione arteriosa
- Stop al fumo
- Gestione del colesterolo
Solo nei pazienti più giovani, con rischio cardiovascolare accertato, l’aspirina può essere valutata caso per caso.
Cosa significa per chi ha già superato i 60 anni?
Se hai più di 60 anni e assumi aspirina per prevenire malattie cardiache ma non hai mai avuto episodi cardiovascolari, potresti rientrare in quella fascia per cui i benefici sono minimi e i rischi aumentano.
Naturalmente non va mai sospesa di propria iniziativa: parlane sempre con il tuo medico. Sarà lui a valutare se è opportuno proseguire o modificare la terapia.
FAQ – Dubbi frequenti sull’uso dell’aspirina
Chi dovrebbe evitare l’aspirina in prevenzione?
Chi ha più di 60 anni e non ha avuto infarti o ictus, soprattutto se ha fattori di rischio per sanguinamento gastrico.
Ci sono alternative all’aspirina?
Sì. Spesso basta adottare uno stile di vita sano e monitorare i fattori di rischio. In alcuni casi possono essere prescritti farmaci diversi, più adatti al singolo paziente.
Posso continuare ad assumerla se me l’ha prescritta il medico?
Sì, ma parlane con lui: ogni caso è diverso e le nuove evidenze potrebbero portare a una rivalutazione.
Vale lo stesso anche per le donne?
Sì. I risultati si applicano a uomini e donne, purché senza eventi cardiovascolari pregressi.