Aritmia: qual è il rischio per la nostra salute?

L'aritmia è una condizione in cui il battito cardiaco diventa irregolare o troppo veloce: ecco i rischi e come prevenirla.

L’aritmia cardiaca è una condizione in cui il battito cardiaco diventa irregolare o troppo veloce. Può essere leggera o grave e causare sintomi come palpitazioni, vertigini, stanchezza e mancanza di respiro.

La casistica fa notare come può aumentare il rischio di ictus, insufficienza cardiaca e morte improvvisa. L’insufficienza cardiaca si ha quando il cuore non è in grado di pompare abbastanza sangue per soddisfare le esigenze del corpo.

Quando il battito è irregolare, il sangue può accumularsi e coagulare nelle camere del cuore. Se un coagulo si stacca e arriva al cervello può provocare un ictus. In alcuni casi l’aritmia può causare morte improvvisa. Ciò può accadere quando il cuore smette di pompare sangue in modo efficace causando un arresto cardiaco.

aritmia cardiaca
aritmia cardiaca

Come prevenire l’aritmia cardiaca

Adottare uno stile di vita sano può aiutare a prevenirla. Ciò include tenere una dieta equilibrata, fare esercizio fisico regolarmente, evitare il fumo e limitare il consumo di alcol. Essere in sovrappeso o obesi, infatti, può aumentare il rischio di sviluppare l’aritmia. Anche l’alta pressione e il colesterolo alto sono fattori di rischio. E’ importante monitorare e mantenere sotto controllo soprattutto questi due problemi. Pure lo stress può contribuire allo sviluppo dell’aritmia: il consiglio è di gestirlo attraverso tecniche come la meditazione, lo yoga o la terapia. Se si ha una storia familiare di aritmia cardiaca o altri fattori di rischio, come l’ipertensione o il diabete, è importante sottoporsi a controlli regolari. Se si sospetta di avere un’aritmia o si hanno palpitazioni, vertigini o mancanza di respiro, bisogna consultare un medico per una diagnosi e un trattamento appropriati.

elettrocardiogramma
elettrocardiogramma

Come si può diagnosticare?

L’aritmia cardiaca può essere svelata attraverso una serie di test medici. Il medico valuterà i sintomi del paziente e la sua storia clinica, oltre a condurre un esame fisico per rilevare eventuali anomalie nel battito. Tra i test più comune c’è l’elettrocardiogramma (ECG) che registra l’attività elettrica del cuore. Un altro esame è quello dell’holter. In questo caso è un monitor portatile a controllare il cuore di solito per 24 o 48 ore. Il paziente indossa l’apparecchio durante il normale svolgimento delle proprie attività quotidiane: ciò consente al medico di rilevare eventuali irregolarità. Ci sono poi i test da sforzo, il monitoraggio loop attraverso un dispositivo che viene inserito sotto la pelle del petto e l’ecocardiogramma che sfrutta gli ultrasuoni per riprodurre le immagini del cuore.

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