Alzheimer innescato dalla scarsa igiene orale? La scoperta di uno studio

Da qualche tempo gli scienziati ritengono che la demenza dovuta all’Alzheimer possa essere una malattia infettiva. Tuttavia, i ricercatori non sono riusciti a capire i processi esatti di questa infezione. Ora, un nuovo studio ha stabilito che esiste effettivamente un legame tra l’Alzheimer e un’infezione batterica.

Ricercatori guidati dal microbiologo Jan Potempa dell’Università americana di Louisville hanno scoperto il batterio Porphyromonas gingivalis, che è responsabile di malattie dentali e gengivali nel cervello dei pazienti deceduti di Alzheimer.

Successivamente, gli autori hanno osservato, in un esperimento sul topo, che l’infezione da P. gingivalis produce una colonizzazione del cervello nei ratti e un aumento della produzione di Aβ1-42, un componente delle placche amiloidi.

Nel cervello ciò ha innescato un aumento della produzione della proteina antibatterica beta-amiloide, i cui depositi sono legati all’Alzheimer. Allo stesso tempo, i ricercatori hanno trovato nel cervello i gingipain. Questi sono enzimi tossici formati dai batteri. Li hanno trovati anche nel cervello di un defunto a cui non era mai stata diagnosticata la malattia di Alzheimer.

Le gingipain, inoltre, sono risultate neurotossiche sia in vitro che in vivo, con effetti dannosi sulla tau, una proteina necessaria per il normale funzionamento dei neuroni. I ricercatori valutano questo come un segno che il morbo di Alzheimer non porti alla malattia di denti e gengive, ma viceversa.

A offrire alla comunità scientifica internazionale questo ulteriore importantissimo spunto per la ricerca delle cause di questa patologia neurodegenerativa è stato un gruppo di ricerca collaborativa pubblico-privata che ha coinvolto numerose università americane, polacche, norvegesi, australiane, neozelandesi.

Per Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, questa è una settimana importante per la ricerca sull’Alzheimer e la notizia arrivata direttamente dalle pagine della rivista scientifica Science Advances.

Nello specifico, secondo i ricercatori, questi esperimenti suggeriscono che gli inibitori delle gingipain potrebbero essere efficaci nel trattamento della colonizzazione cerebrale da parte di P. gingivalis e probabilmente contribuire a proteggere dai processi neurodegenerativi tipici dell’Alzheimer.

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