Alluce valgo: cos’è, cause, sintomi e scelta del trattamento

L’attrito dell’alluce valgo con la calzatura ti crea dolore e infiammazione? Hai una prominenza ossea esteticamente evidente al piede e vorresti conoscerne le cause e un possibile trattamento? Ecco come puoi attenuare i fastidi o risolverli.

Alluce valgo: cos’è, cause e sintomi

Hai difficoltà a camminare, rossore e gonfiore nell’evidente prominenza ossea del piede? Molto probabilmente quello di cui ti sei accorto è la presenza dell’alluce valgo: una deformità dell’articolazione meta-tarso-falangea del primo raggio del piede. Difatti, esteticamente è possibile notarne una deviazione laterale.

Nessuna preoccupazione eccessiva, è un disturbo molto comune.

Si stima che a soffrirne sia nel 40% dei casi il sesso femminile rispetto agli uomini e, nonostante il disturbo possa insorgere a qualsiasi età, le donne tra i 40 anni e i 60 anni sono le più colpite.

Non si può non parlare di dolore e/o gonfiore quando si fa rifermento a questo disturbo diffuso. Infatti, il dolore è il sintomo iniziale che, tramite un continuo sfregamento dell’alluce valgo con la calzatura, può evolvere in borsite (processo infiammatorio della borsa sierosa), determinare – inoltre – una callosità dolorosa sulla pianta del piede.

Le conseguenze più temute? Una deformità delle dita piccole o manifestazioni artrosici e, con il tempo, una vera e propria “sindrome posturale dell’alluce valgo”.

Premettendo che spesso l’eziologia non è chiara, le cause possono essere di natura congenita, associarsi a malattie genetiche, a patologie neurologiche o reumatiche, malattie autoimmunitarie o degenerative.

Frequentemente è proprio l’assetto del retropiede a condizionare la deformità evidente.

Per una diagnosi precisa, nonostante sia possibile ipotizzarla alla sola osservazione clinica, bisogna identificare il tipo di alluce valgo e, nei casi più gravi, consigliare una radiografia al piede così da essere indirizzati verso il trattamento più idoneo.

Alluce valgo, che tipo di trattamento?

Non vuoi rinunciare ai tacchi alti o a calzature con la punta stretta?

Potresti rientrare nei casi di un trattamento conservativo ed essere guidato verso l’utilizzo di scarpe comode, di plantari o un tacco non superiore ai 4 cm. I farmaci – su indicazione medica – possono essere una soluzione per ridurre il dolore e l’infiammazione.

Questo tipo di trattamento è indicato per attenuare il sintomo doloroso ma non corregge la deformità.

Le soluzioni conservative non sono abbastanza?

Assisti ad un aggravamento dei sintomi e ad una compromissione estetica sempre più evidente?

È il caso di chiedere un ulteriore consulto, l’alternativa al trattamento conservativo può essere un trattamento chirurgico: esistono più di 100 tecniche che possono essere combinate tra loro, la scelta è determinata dalla valutazione dei fattori clinici e radiografici del caso.

Lo scopo? È quello di correggere la deformità, l’orientamento articolare e l’asportazione della borsite.

Il trattamento chirurgico tradizionale (a cielo aperto) può essere sostituito dalla Chirurgia Mini Invasiva (MIS): esecuzione di una o più piccole incisioni con minor compromissione delle strutture ossee, articolari, tendinee e cutanee.

La chirurgia “percutanea” mininvasiva sembra apportare molti benefici:

  • Riduzione del dolore e dei tempi di recupero nel post-operatorio.
  • Minor tempi chirurgici (15-20 minuti).
  • Migliori risultati estetici.

Ritornare a camminare immediatamente è possibile, consulta il tuo medico.

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