Alfie Evans è morto. Il papà: “Il mio gladiatore si è arreso”

Il piccolo britannico Alfie Evans è morto durante la notte.

Il piccolo britannico Alfie Evans è morto durante la notte.

L’annuncio è stato dato su Facebook dai genitori. Il padre Thomas ha scritto: “Il mio gladiatore si è arreso e ha guadagnato le sue ali alle 2.30, Abbiamo il cuore spezzato. Ti voglio bene figlio mio”.

Il bambino di 23 mesi, che soffriva di una condizione degenerativa del cervello, è stato al centro di una battaglia legale sul proseguimento o meno del supporto vitale. Inoltre, i genitori avrebbero voluto portare Alfie in Italia – al Gemelli di Roma – ma i giudici hanno respinto questa richiesta perché l’hanno ritenuta un’opzione ormai inutile.

Ad Alfie è stata diagnostica una malattia neurodegenerativa associata a una grave epilessia ed era stato in uno stato semivegetativo da più di un anno. Il bambino è stato tenuto in vita dalla ventilazione artificiale nell’unità di terapia intensiva dell’ospedale Alder Hey di Liverpool.

Tra i sanitari e genitori di Alfie, però, è subentrato un clima di disaccordo che ha portato a un rinvio del caso di Alfie all’Alta Corte del Regno Unito affinché un giudice decidesse se il trattamento in essere fosse nell’interesse del piccolo.

Quando la corte non ha deliberato a favore di Kate e Thomas (rispettivamente 20enne e 21enne), i genitori hanno impugnato la decisione e, dopo che anche l’appello è stato perso, la causa è stata deferita alla Corte Suprema.

Mercoledì scorso, però, i giudici della Corte d’Appello del Regno Unito hanno nuovamente respinto il ricorso dei genitori di Alfie.

La sentenza ha respinto le nuove argomentazioni volte a rovesciare la decisione dell’Alta corte, impedendo così al bambino di lasciare la Gran Bretagna per le cure mediche.

Nel Regno Unito la legge prevede che siano i sanitari a decidere se continuare un trattamento con un supporto vitale per un paziente o meno.

Il Governo italiano ha provato, attraverso il conferimento della cittadinanza ad Alfie, di dare un ulteriore elemento ai legali dei genitori per avere il beneplacito del trasferimento del bambino nel nostro Paese ma è stato inutile. Così come gli appelli di Papa Francesco.

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