Pensava fosse solo una sbornia: invece era tifo su un’isola tropicale
Una giovane viaggiatrice britannica ha scoperto in modo drammatico che il suo post‑festa era un’infezione potenzialmente mortale: il tifo.

All’età di 27 anni, Alysha Pyrgotis, originaria di Bradford, ha raccontato di aver pensato davvero di morire dopo aver contratto il tifo su una remota isola di festa in Indonesia, Gili Trawangan, a giugno. Vomito, diarrea estrema e un malessere profondo l’hanno colpita, finché ha capito di essersi ammalata di una malattia che ogni anno provoca quasi 100.000 vittime nel mondo.
Indice dell'articolo
- 1 Come è successo tutto
- 2 Cosa rischiava e perché è stata sfortunata
- 3 Sintomi terribili e la fuga dallo stato di emergenza
- 4 Un viaggio iniziato dopo una rottura e trasformato in speranza di agli altri viaggiatori
- 5 Tifo: sintomi, trasmissione e prevenzione
- 6 Vaccinazione: una protezione efficace ma non totale
- 7 Il messaggio di Alysha per chi viaggia
- 8 FAQ
- 9 📲 Vuoi ricevere notizie di salute e viaggi sicuri?
Come è successo tutto
Alysha ha spiegato di avere avuto dolori fortissimi a muscoli e ossa, oltre a una condizione di delirio e confusione. “Non riuscivo a concentrarmi, ho iniziato a panico”, ha detto. Il compagno di viaggio si è accorto che non si trattava di una semplice sbornia: hanno contattato il gestore dell’ostello e consultato internet, ma sull’isola non c’erano ospedali. Un medico locale ha dovuto intervenire e prelevare il sangue: il risultato è stato chiaro: tifo, infezione batterica che può essere letale in 1 caso su 5 senza trattamento adeguato.
Cosa rischiava e perché è stata sfortunata
Il tifo può essere contratto tramite cibo o acqua contaminati. In luoghi isolati come Gili Trawangan, senza strutture mediche adeguate, Alysha è stata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ha raccontato:
“Pensavo di morire, era davvero grave… Ero quasi alla fine del mio viaggio”.
Non ne ha parlato subito con la famiglia, perché sapeva che erano già sotto stress: “Avevo un volo per la Thailandia, ero terrorizzata,” ha confessato.
Sintomi terribili e la fuga dallo stato di emergenza
“Avevo il corpo che respingeva tutto, anche l’acqua. Per cinque o sei giorni non ho mangiato niente,” ha detto Alysha. Anche sorseggiare acqua la faceva vomitare subito. Dopo sei giorni di flebo in una piccola struttura medica, il test è risultato negativo, e le è stato possibile lasciare l’isola.
Il volo verso Bangkok è stato un incubo: non stava affatto bene, e gli effetti dell’infezione sono durati settimane anche dopo il viaggio.
Un viaggio iniziato dopo una rottura e trasformato in speranza di agli altri viaggiatori
Dopo una rottura sentimentale, Alysha aveva intrapreso un viaggio lungo sette mesi: prima la Thailandia meridionale, poi Cambogia, Vietnam, Laos, Filippine e infine Indonesia.
Ora vuole lanciare un messaggio di prevenzione a chi visita quei luoghi: lavarsi le mani e fare attenzione a cosa si mangia. “Accarezzavo animali randagi e poi passavano ore senza avere acqua per pulirmi, né gel disinfettante,” ha raccontato. Spesso consumava cibo di strada facilmente accessibile, senza preoccuparsi troppo della sua origine.
Tifo: sintomi, trasmissione e prevenzione
Il tifo si trasmette tramite cibi o acqua contaminati e provoca febbre alta, mal di testa, tosse, brividi, stanchezza, dolori, stitichezza, perdita di appetito, diarrea e talvolta eruzione cutanea.
La prevenzione è fondamentale:
- Lavare le mani spesso con acqua e sapone, soprattutto dopo aver usato il bagno e prima di mangiare. Usare igienizzante se non c’è acqua pulita.
- Bere solo acqua in bottiglia o bollita, evitare cubetti di ghiaccio o bevande non sicure.
- Mangiare solo cibo ben cotto, caldo, o frutta sbucciata da te.
Vaccinazione: una protezione efficace ma non totale
Il vaccino antitifico è consigliato a chi viaggia in zone a rischio. Deve essere fatto 6–8 settimane prima del viaggio per essere efficace. Dura circa tre anni, e può essere somministrato come iniezione o in compresse.
Nei casi in cui si viaggia spesso o in zone remote, può essere necessario richiedere un richiamo ogni tre anni.

Il messaggio di Alysha per chi viaggia
Alysha consiglia:
- Lavarsi le mani regolarmente, soprattutto dopo contatto con animali o ambienti non sicuri.
- Scegliere con cura il cibo: evitare alimenti lasciati all’aria, crudi o mal conservati.
- Considerare la vaccinazione prima del viaggio per ridurre il rischio.
FAQ
Come si prende il tifo?
Attraverso cibo o acqua contaminati da feci infette. È comune in zone con scarsa igiene.
Il vaccino è obbligatorio?
No, ma fortemente raccomandato per chi viaggia in Asia, Africa e Sud America.
Quanto durano i sintomi?
Dai 7 ai 21 giorni. Se curata subito, la malattia è risolvibile. Senza cure, può peggiorare rapidamente.
Si può morire di tifo?
Sì, se non trattato. La mortalità può arrivare al 20% senza antibiotici.
Lo street food è sempre pericoloso?
Non sempre, ma va scelto con attenzione: controlla pulizia, refrigerazione e cottura.
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