Radioterapia in prima linea contro i tumori rettali e anali: cinque studi rivoluzionano il trattamento oncologico
Al congresso ESTRO 2025 (Società Europea di Radioterapia e Oncologia), cinque studi clinici presentati da team internazionali, indicano un cambio di paradigma nella gestione di queste patologie: trattamenti meno invasivi, più mirati e capaci di evitare interventi chirurgici spesso invalidanti.
La radioterapia si conferma protagonista nella rivoluzione delle cure oncologiche per i tumori del retto e dell’ano. Al congresso ESTRO 2025 (Società Europea di Radioterapia e Oncologia), cinque studi clinici presentati da team internazionali – e riportati da Nurse Times – indicano un cambio di paradigma nella gestione di queste patologie: trattamenti meno invasivi, più mirati e capaci di evitare interventi chirurgici spesso invalidanti.

Il cancro del retto
Il cancro del retto, che si sviluppa nei tratti finali dell’intestino crasso, colpisce ogni anno oltre 125mila persone in Europa. La chirurgia, finora approccio standard, comporta rischi significativi, tra cui la perdita di funzione sessuale, incontinenza e drastico peggioramento della qualità di vita. Cresce così l’interesse per strategie conservative basate su radioterapia e chemioterapia, capaci di preservare l’integrità del retto, soprattutto nei casi iniziali o localmente avanzati.
Il cancro anale
Più raro ma non meno impattante è il cancro anale, che interessa circa 14mila europei ogni anno. Anche in questo caso la chirurgia può comportare conseguenze irreversibili, come la colostomia permanente. Tuttavia, trattandosi di un tumore più radiosensibile, nuove combinazioni terapeutiche stanno emergendo come valide alternative.
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Radioterapia a dose ridotta per il cancro anale in fase iniziale
Lo studio ACT4 PLATO, guidato dal professor David Sebag-Montefiore, ha dimostrato che una radioterapia IMRT (a intensità modulata) più breve e a dosaggio ridotto garantisce un ottimo controllo della malattia e minori effetti collaterali nei pazienti con cancro anale in fase iniziale.
“I nostri risultati supportano il passaggio a una radioterapia più breve e personalizzata – ha dichiarato il professor Sebag-Montefiore –. Questo approccio riduce l’onere del trattamento sia per i pazienti che per i sistemi sanitari”.
Radioterapia (con o senza chemioterapia) per evitare l’intervento nei tumori rettali
Lo studio STAR-TREC, condotto su 344 pazienti in 37 centri internazionali, ha dimostrato che l’80% dei pazienti trattati con chemioradioterapia e il 61% di quelli trattati con sola radioterapia sono riusciti a evitare la chirurgia dopo un anno.
“Evitare l’intervento chirurgico aiuta a preservare la funzione intestinale e la qualità di vita – ha dichiarato il professor Corrie Marijnen, del Netherlands Cancer Institute –. Questo studio dimostra che le strategie basate sulla radioterapia (sia da sola con un ciclo di trattamento più intensivo, sia in combinazione con la chemioterapia) possono essere una valida alternativa per molti pazienti”.
Immunoterapia + radioterapia: cancro eliminato in due terzi dei casi
Nel Regno Unito, lo studio PRIME-RT ha ottenuto risultati sorprendenti: il 67% dei pazienti trattati con una combinazione di radioterapia breve (5 sedute) e immunoterapia ha mostrato una completa scomparsa del tumore.
“Combinando l’immunoterapia con la radioterapia, stiamo riscontrando tassi di risposta più elevati del previsto, soprattutto con la radioterapia di breve durata”, ha dichiarato il professor Campbell Roxburgh, dell’Università di Glasgow.
Tripla combinazione per aumentare l’efficacia e preservare gli organi
Anche in Cina, lo studio STELLAR II ha testato l’aggiunta dell’immunoterapia a un ciclo breve di radioterapia e chemioterapia. Il tasso di risposta completa è salito al 45,5%, rispetto al 25% con le terapie convenzionali.
“Combinando l’immunoterapia con la radioterapia e la chemioterapia di breve durata, potremmo essere in grado di migliorare i tassi di sopravvivenza e soprattutto, di aiutare un maggior numero di pazienti a evitare l’intervento chirurgico invasivo e i suoi effetti a lungo termine”, ha affermato il professor Jing Jin, del National Cancer Centre, in Cina.
Radioterapia breve + chemioterapia: sopravvivenza aumentata
Il trial di fase III STELLAR, su 591 pazienti seguiti per cinque anni, ha rivelato che la radioterapia a breve durata seguita da chemioterapia migliora la sopravvivenza dell’8,4% rispetto al trattamento standard, senza peggiorare la qualità della vita.
“Questo potrebbe essere un cambiamento per i pazienti, offrendo un’opzione più rapida, altrettanto sicura e potenzialmente più efficace”, ha ribadito il dottor Jing Jin.
Un nuovo capitolo nella cura del cancro del retto
Nel complesso, i cinque studi presentati a ESTRO 2025 ridefiniscono le opzioni terapeutiche per i tumori colorettali, offrendo approcci meno invasivi ma altamente efficaci, capaci di migliorare la sopravvivenza e preservare la qualità della vita.
“Queste scoperte rappresentano un importante passo avanti – ha dichiarato il professor Guckenberger –. Sfruttando strategie radioterapiche avanzate, non solo miglioriamo i tassi di sopravvivenza, ma diamo anche priorità alla qualità della vita dei pazienti in tutto il mondo”.
Con l’emergere di questi nuovi dati, le linee guida cliniche sono destinate a cambiare profondamente, aprendo la strada a un futuro in cui bisturi e colostomia potrebbero diventare, in molti casi, l’eccezione e non più la regola.