Gravidanza e tumore: il coraggio di una madre che non si arrende
Una storia vera che mostra quanto possa essere complesso e coraggioso diventare madre mentre si affronta una diagnosi oncologica.
Diventare madre da sola era il sogno della vita di Emily, ma poche settimane dopo il parto ha scoperto di avere un tumore in stadio avanzato.

Diventare genitore comporta coraggio, desiderio e determinazione. Ma per alcune donne, il percorso può trasformarsi in una prova inattesa e drammatica. È ciò che è accaduto a Emily Hausman, 43 anni, dello Utah, che nel 2025 ha deciso di costruire una famiglia attraverso un donatore di sperma e la fecondazione in vitro.
La sua scelta nasce da anni di riflessione, durante i quali sentiva la propria vita “in pausa”. La maternità le appariva come un passo rinviato in attesa delle “condizioni perfette”. Ma quelle condizioni non arrivavano mai. Così, dopo averci pensato a lungo, Emily ha deciso di diventare madre da sola, senza rinunciare a trovare l’amore in futuro.
Le sue parole lo raccontano chiaramente: “Dopo molta riflessione, ho capito che farlo da sola non significava rinunciare ad avere una famiglia o incontrare la persona giusta un giorno; significava solo che non volevo accontentarmi o legarmi a qualcuno che non era la mia persona“.
Dopo il trasferimento dell’embrione, però, è iniziata una serie di complicazioni mediche che avrebbero messo alla prova chiunque. E che, per lei, sono state soltanto il preludio di una diagnosi ben più grave: un melanoma metastatico scoperto poche settimane dopo il parto.
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Quando la maternità inizia con una complicazione: la gravidanza difficile di Emily
A soli due mesi dall’inizio della gravidanza, Emily ha ricevuto la diagnosi di ematoma sottocorionico (SCH), una condizione che può aumentare il rischio di aborto spontaneo. Si tratta dell’accumulo di sangue tra la parete uterina e il sacco gestazionale, una situazione che spesso causa sanguinamenti ma raramente dolore.
In Italia questa condizione viene monitorata ecograficamente e può richiedere riposo o terapie mirate. Le linee guida confermano che la maggior parte delle donne con SCH porta comunque a termine la gravidanza.
Il quadro clinico di Emily si è complicato proprio mentre perdeva il lavoro a causa di una riduzione del personale. Lei stessa ha ricordato: “Non potevo credere che tutto questo stava accadendo contemporaneamente. Il tappeto mi è stato tirato via da sotto i piedi nel momento più vulnerabile della mia vita“.
Nonostante questo, la gravidanza è proseguita e nel maggio 2025 è nato il suo bambino, Ezekiel.
Le complicazioni postpartum e la lotta contro l’infezione
La gioia del parto è durata poco. Poche settimane dopo, Emily è stata portata d’urgenza in ospedale per un intervento chirurgico: i medici avevano scoperto un coagulo di sangue nell’utero, una condizione che richiede un trattamento rapido per evitare rischi seri.
La guarigione è stata lenta perché, contemporaneamente, Emily stava combattendo una endometrite, un’infiammazione dell’endometrio spesso dovuta a infezioni post-parto o post-procedura ginecologica.
La situazione l’ha profondamente segnata:
“Ero completamente esausta e cercavo di resistere, ma il mio corpo non ce la faceva. Mi sentivo una madre inadeguata e provavo tanta colpa per essere lontana dal mio bambino“.
Gravidanza e tumore: la diagnosi che ha cambiato tutto
Quando avrebbe dovuto essere il momento di recuperare le forze e vivere la maternità tanto desiderata, Emily ha notato che uno dei seni era rimasto duro dopo aver smesso di allattare. Gli esami hanno rivelato qualcosa di inatteso: melanoma metastatico in stadio quattro.
Il melanoma, pur essendo la forma più rara di tumore cutaneo, è la più pericolosa per capacità di diffondersi rapidamente ad altri organi: polmoni, fegato, ossa e cervello.
Nel suo caso, il tumore si era esteso fino al tessuto mammario.
La notizia è stata devastante: “Ero isterica,” ha raccontato. “Continuavo a pensare: ‘Finalmente ho il dono più prezioso, il mio bambino, e sta per finire tutto’.”
Nel Regno Unito, dove la sua storia è stata raccontata, ogni anno circa 15.000 persone ricevono una diagnosi di melanoma, con un’incidenza in costante aumento.
La sopravvivenza a 5 anni per lo stadio quattro è del 27%, un dato che rende ancora più coraggioso il percorso intrapreso da Emily.
Immunoterapia, sostegno economico e la forza di una madre
Emily sta attualmente affrontando le cure con immunoterapia, una terapia che rafforza le difese dell’organismo per combattere il tumore.
Mentre mantenere la positività è già difficile per chiunque, per lei è diventato ancora più complesso quando i sussidi di disoccupazione sono terminati proprio la settimana prima della diagnosi. Gli amici hanno avviato una campagna GoFundMe, che ha raccolto finora circa 82.000 sterline.
Nonostante tutto, Emily resta determinata:
“Sto guardando la mia mortalità in faccia ed è terrificante. Ma ogni volta che vedo il viso del mio bambino, mi ricordo di quanto sono fortunata“.
E il Natale, la sua festa preferita, assume per lei un valore ancora più profondo.
“Lui è circondato da così tanto amore. Potrei non avere molto, ma ho amore e gioia—ed è ciò che voglio che Ezekiel impari durante le feste“.
Gravidanza e tumore: cosa insegna la storia di Emily
La storia di Emily dimostra quanto complesso possa essere affrontare gravidanza e tumore simultaneamente, un tema ancora poco discusso ma clinicamente rilevante.
In Italia nascono ogni anno casi simili, con diagnosi oncologiche durante la gestazione o nel post-parto. Le linee guida dell’AIOM confermano che molti tumori possono essere trattati anche durante la gravidanza, con protocolli adattati alla sicurezza del feto.
Il suo messaggio però supera i confini medici: racconta la resilienza di una madre che continua a lottare per il proprio bambino, anche quando tutto sembra crollare.
Lo sapevi che…?
Il melanoma può insorgere anche in gravidanza: gli ormoni non causano il tumore, ma possono accelerarne la crescita se già presente. Per questo i dermatologi raccomandano controlli periodici dei nei.
FAQ – Le domande più cercate dagli italiani su “gravidanza e tumore”
È possibile affrontare un tumore durante la gravidanza?
Sì. Molte terapie possono essere adattate, ma dipende dal tipo di tumore e dal trimestre.
La gravidanza aumenta il rischio di tumori?
No, ma può accelerare la crescita di tumori già esistenti.
Il melanoma può comparire nel seno?
Raramente, ma può metastatizzare al tessuto mammario.
L’immunoterapia è compatibile col post-parto?
Sì, ma richiede monitoraggio medico stretto.
Cosa fare se si scopre un tumore dopo il parto?
Rivolgersi a un team multidisciplinare: oncologo, ginecologo e psicologo.
Suggerimento
Per le mamme nel post-parto che devono recuperare energie:
➡️ Integratore di ferro per il recupero post-parto – Utile in caso di affaticamento o anemia dopo gravidanza e interventi medici.





