Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa: i segnali da non ignorare
Malattie croniche intestinali, sintomi sottovalutati
Ogni anno migliaia di italiani convivono con disturbi gastrointestinali cronici, ma in molti casi la diagnosi arriva tardi.

Disturbi come diarrea prolungata, dolori addominali ricorrenti o presenza di sangue nelle feci vengono spesso ignorati o attribuiti a cause meno gravi. Eppure, potrebbero essere i primi segnali di malattie infiammatorie croniche intestinali, come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa.
Entrambe sono condizioni croniche che colpiscono l’intestino e causano infiammazione persistente, con impatto significativo sulla qualità della vita. Secondo le stime, in Italia ci sono oltre 250.000 persone affette da una di queste due patologie e il numero è in costante aumento, soprattutto tra i giovani.
Indice dell'articolo
Sintomi comuni spesso sottovalutati
Uno degli ostacoli principali alla diagnosi precoce è la natura sfumata dei sintomi, che possono facilmente essere confusi con disturbi temporanei come una gastroenterite o una colite da stress.
I medici raccomandano di prestare attenzione a questi segnali:
- Diarrea che dura più di una settimana
- Dolori addominali persistenti o che si ripresentano frequentemente
- Gonfiore intestinale ricorrente
- Presenza di sangue o muco nelle feci
- Perdita di peso non intenzionale
- Senso costante di stanchezza o affaticamento cronico
In presenza di uno o più di questi sintomi, è fondamentale rivolgersi al proprio medico di famiglia o a un gastroenterologo. Una diagnosi precoce può cambiare radicalmente il decorso della malattia e migliorare le prospettive a lungo termine.
Cos’è il morbo di Crohn e come si manifesta
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che può colpire qualsiasi tratto del tubo digerente, dalla bocca all’ano. La causa esatta non è ancora nota, ma si ipotizza un malfunzionamento del sistema immunitario, che attacca erroneamente il tessuto intestinale.
Questa risposta immunitaria anomala porta a infiammazioni croniche, ulcere, cicatrici e restringimenti del lume intestinale.
I sintomi più frequenti includono:
- Crampi e dolori addominali
- Diarrea frequente, anche notturna
- Febbre e perdita di appetito
- Dolori articolari
- Stanchezza persistente
- In alcuni casi, fistole o ascessi perianali
Cos’è la rettocolite ulcerosa
Diversamente dal morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa interessa principalmente il colon e il retto, e causa ulcere e infiammazioni superficiali delle pareti intestinali. Anche in questo caso l’origine è autoimmune, con una forte componente genetica e ambientale.
Tra i sintomi più frequenti:
- Diarrea cronica con sangue
- Tenesmo rettale (sensazione continua di dover evacuare)
- Crampi addominali localizzati nel basso ventre
- Urgenza nell’andare in bagno
- Debolezza e perdita di peso

L’importanza della diagnosi precoce
In Italia, come in molti altri Paesi, la diagnosi di queste patologie arriva spesso tardi, quando ormai i sintomi sono gravi o debilitanti. Secondo alcune associazioni di pazienti, molti malati ricevono una diagnosi solo dopo accessi in pronto soccorso o ricoveri d’urgenza.
Questo ritardo può compromettere la qualità della vita e aumentare il rischio di complicanze: fistole, stenosi intestinali, malnutrizione e, nei casi peggiori, interventi chirurgici per rimuovere tratti dell’intestino.
Come si curano Crohn e rettocolite ulcerosa
Al momento, non esiste una cura definitiva per queste malattie, ma sono disponibili terapie efficaci per controllare l’infiammazione e ridurre i sintomi. Le opzioni includono:
- Farmaci immunosoppressori o biologici
- Corticosteroidi nei periodi di riacutizzazione
- Cambiamenti nello stile di vita: alimentazione equilibrata, gestione dello stress, attività fisica moderata
- In casi gravi, chirurgia per rimuovere le parti colpite dell’intestino
Il piano terapeutico viene sempre personalizzato in base alla gravità dei sintomi, alla risposta ai farmaci e alla situazione clinica complessiva.

Curiosità: lo sapevi che…?
- Il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa colpiscono in particolare le persone tra i 15 e i 35 anni.
- Sono malattie croniche, ma non contagiose.
- Avere un parente di primo grado affetto da IBD aumenta il rischio di sviluppare la stessa condizione.
- Alcune ricerche suggeriscono un legame tra inquinamento atmosferico e aumento dei casi nelle aree urbane.
- Le patologie infiammatorie intestinali sono riconosciute come malattie invalidanti dal Servizio Sanitario Nazionale.
FAQ – Domande frequenti
Come faccio a sapere se ho il morbo di Crohn o la rettocolite?
Solo un medico può fare una diagnosi, spesso attraverso esami del sangue, delle feci, endoscopia o colonscopia.
Quanto tempo può passare prima di ricevere una diagnosi?
A volte anche anni, perché i sintomi vengono confusi con altre malattie. Se persistono, è fondamentale insistere per fare accertamenti.
Esistono esami specifici?
Sì: colonscopia, TAC addominale, risonanza magnetica e analisi di biomarcatori infiammatori.
Le cure funzionano davvero?
Sì, se iniziate tempestivamente e seguite con costanza. L’obiettivo è entrare in remissione clinica, ovvero far sparire i sintomi.
Si può vivere bene con una IBD?
Assolutamente sì. Con una diagnosi precoce, una terapia personalizzata e supporto psicologico, è possibile vivere una vita normale.
Approfondimenti
Cosa sono le fistole?
Le fistole sono canali anomali e patologici che creano una comunicazione tra due cavità interne del corpo, tra organi o tra questi e la cute esterna. Si formano spesso a seguito di infezioni, ascessi, traumi, interventi chirurgici o malattie infiammatorie croniche come il Crohn, con le sedi più comuni che includono ano-rettali, sacro-coccigee e genito-urinarie. Possono essere interne (tra organi) o esterne (verso la pelle), semplici o complesse, e provocano dolore, secrezioni purulente e rischio di recidive se non curate. La terapia prevede solitamente un intervento chirurgico per rimuoverle, mentre quelle congenite o terapeutiche (come artero-venose) richiedono valutazioni specialistiche.
Cosa mangiare in caso di diarrea?
In caso di diarrea acuta è fondamentale seguire una dieta leggera e astringente per ridurre l’irritazione intestinale e favorire il recupero. Preferisci alimenti poveri di fibre e facili da digerire: riso bianco bollito, patate lesse, carote cotte, mela o pera grattugiata (effetto astringente grazie alla pectina), banana matura, pane tostato o grissini. Sono utili anche tisane al finocchio o al limone e brodo vegetale filtrato. Bevi molta acqua a piccoli sorsi o soluzioni reidratanti (acqua, zucchero e sale) per prevenire la disidratazione. Evita latte, latticini, caffè, alcol, cibi grassi, fritti, legumi, verdure crude e frutta acida fino a miglioramento completo.





