Muore a 25 anni di rabbia in Francia: cosa sapere su questo virus letale

Un giovane di 25 anni è morto di rabbia in Francia: il virus è letale e può colpire anche in Europa.

Hai mai pensato che la rabbia potesse ancora uccidere nel 2025? Eppure, è esattamente ciò che è accaduto a Perpignan, nel sud della Francia. Un giovane di soli 25 anni è deceduto dopo essere stato infettato da questo virus mortale. La rabbia, benché scomparsa da tempo in Europa occidentale, continua a rappresentare una minaccia reale, soprattutto a causa di animali provenienti da Paesi dove il virus è ancora presente.

Ambulanza
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Cos’è la rabbia e come si trasmette

La rabbia è una malattia virale altamente letale che colpisce il sistema nervoso. È causata da un virus appartenente alla famiglia dei Rhabdoviridae, genere Lyssavirus. Il contagio avviene attraverso la saliva di mammiferi infetti – in particolare cani, gatti e pipistrelli – e si trasmette soprattutto tramite:

  • Morsi
  • Graffi
  • Leccate su ferite aperte o mucose

Il virus non può attraversare la pelle integra, motivo per cui il contatto con animali sospetti non rappresenta sempre un pericolo immediato. Tuttavia, ogni lesione della pelle rappresenta una potenziale porta d’ingresso per l’infezione.

La situazione in Francia (e in Italia)

Secondo il Ministero della Salute francese, la rabbia non è più endemica nella Francia metropolitana dal 2001. Tuttavia, esistono ancora casi sporadici, legati principalmente a:

  • Pipistrelli infetti
  • Animali importati illegalmente da Paesi dove il virus è ancora in circolazione

L’ultimo caso, che ha sconvolto l’opinione pubblica, riguarda un giovane di origine algerina residente a Pia, nei Pirenei Orientali. Il ragazzo è morto il 25 settembre 2025 all’ospedale di Perpignan, dopo una settimana di ricovero.

Un caso tragico: cosa sappiamo del giovane morto a Perpignan

A riportare per primo la notizia è stato il quotidiano L’Indépendant. Secondo quanto emerso, il giovane è stato ricoverato il 18 settembre con sintomi compatibili con la rabbia. Il diagnostico definitivo è arrivato solo il giorno prima del decesso, grazie agli accertamenti del Centro nazionale di riferimento per la rabbia dell’Institut Pasteur.

Un comunicato ufficiale dell’ospedale di Perpignan, consultato anche dal sito Femme Actuelle, ha confermato il caso. Le autorità sanitarie locali hanno mantenuto il massimo riserbo per rispettare la privacy della famiglia e non hanno fornito ulteriori dettagli sulla modalità del contagio.

Le indagini epidemiologiche in corso

Attualmente è in corso un’indagine epidemiologica per individuare l’origine del virus e le modalità esatte del contagio. Le attività di prevenzione e controllo coinvolgono:

  • Il Centro antirabbico di Perpignan
  • Il Centro nazionale di riferimento dell’Institut Pasteur
  • Le squadre di sorveglianza dell’ARS (Agenzia Regionale della Salute) Occitania

Secondo le autorità, la rabbia non si trasmette da uomo a uomo, ma per precauzione tutto il personale sanitario entrato in contatto con il paziente è stato vaccinato. Nessuno è stato posto in quarantena.

La rabbia è mortale nel 100% dei casi: ecco i sintomi

Uno degli aspetti più inquietanti della rabbia è che, una volta comparsi i sintomi, non esistono cure efficaci. Secondo l’Institut Pasteur, il virus è neurotropo: colpisce il sistema nervoso centrale, senza provocare lesioni visibili nel cervello.

I sintomi principali includono:

  • Agitazione e confusione mentale
  • Ansia e irritabilità
  • Iper-salivazione
  • Alterazioni del ritmo cardiaco
  • Idrofobia: spasmi involontari alla vista dell’acqua
  • Coma e morte entro pochi giorni

L’incubazione può durare da uno a due mesi, ma in alcuni casi anche meno. Quando compaiono i primi segnali clinici, la progressione è rapida e irreversibile.

Cosa fare in caso di morso o contatto con un animale sospetto

Il Ministero della Salute italiano e i centri antirabbici raccomandano alcune misure immediate in caso di morso, graffio o contatto con saliva su pelle lesionata:

  1. Lavare immediatamente la ferita con acqua e sapone.
  2. Risciacquare abbondantemente.
  3. Disinfettare accuratamente.
  4. Consultare un medico per verificare il vaccino antitetanico e valutare l’uso di antibiotici.
  5. Contattare un centro antirabbico, soprattutto se l’animale non è identificabile.

E se l’animale è conosciuto?

  • Deve essere sottoposto a osservazione veterinaria per 15 giorni.
  • Se muore, il suo cadavere deve essere analizzato per la ricerca del virus.

Vaccinazione post-esposizione: l’unica vera arma

Se la persona non ha ancora sviluppato i sintomi, è possibile evitare la malattia attraverso la vaccinazione post-esposizione. Si tratta di un protocollo di immunizzazione che, se iniziato tempestivamente, è altamente efficace.

La rabbia in Italia: serve ancora attenzione?

Sebbene in Italia la rabbia non sia presente in forma endemica, esistono rischi legati all’importazione illegale di animali, soprattutto cuccioli provenienti da Paesi dove il virus è ancora diffuso (ad esempio Nord Africa, Est Europa, Asia). Anche i pipistrelli possono rappresentare un pericolo, benché i casi siano rarissimi.

Come proteggersi

  • Non avvicinarsi ad animali randagi o selvatici, soprattutto all’estero.
  • Controllare la provenienza degli animali adottati.
  • Vaccinare gli animali domestici.
  • In caso di viaggio in aree a rischio, considerare la vaccinazione preventiva.

FAQ – Domande frequenti sulla rabbia

La rabbia esiste ancora in Europa?
Sì, anche se è molto rara. I casi sono isolati e spesso legati a animali provenienti da Paesi a rischio.

Come si manifesta la rabbia nell’uomo?
Con sintomi neurologici gravi: agitazione, confusione, iper-salivazione e, nei casi più avanzati, idrofobia e coma.

È possibile curare la rabbia?
Solo prima dell’insorgenza dei sintomi, con la vaccinazione post-esposizione. Dopo, è letale nel 100% dei casi.

È obbligatoria la vaccinazione per gli animali domestici?
Sì, in molte regioni è obbligatoria per i cani. È comunque fortemente raccomandata anche per gatti e furetti.

Cosa fare in caso di contatto con un animale sospetto?
Lavare la ferita, disinfettare, consultare un medico e contattare un centro antirabbico.

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