Il virus della rabbia rende i cani aggressivi. Scoperto il motivo

Il virus della rabbia può determinare un cambiamento radicale nel comportamento del suo ospite e ora i ricercatori dell’Università di Alaska-Fairbanks sostengono di avere capito di più su questa malattia.

Anche se sappiamo, infatti, che gli animali con la rabbia diventano più aggressivi, gli scienziati non erano riusciti a capire in che modo il virus sviluppi questo comportamento nel suo ospite.

Il ricercatore principale dello studio, Karsten Hueffer, ha spiegato che “lo studio fornisce, per la prima volta, un meccanismo molecolare dettagliato su come un agente infettivo determini comportamenti specifici“.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso il dato secondo cui tutte le infezioni da rabbia sono trasmesse agli esseri umani dai cani, causando 59mila morti ogni anno.

Circa il 95% delle morti a causa del virus si verificano in Africa e Asia, dal momento che lì non hanno le risorse adeguate per tenerlo lontano.

Heuffer ha osservato che il virus della rabbia ha solo cinque geni, mentre i cani ne hanno 20mila. Lo studioso ha affermato che, anche se il virus ha “poca informazione” e i cani hanno “sofisticati sistemi immunitari e centrali“, la malattia può cambiare il comportamento dell’animale, spingendo ad attaccare altri e consentendo così al virus di diffondersi attraverso la saliva.

Precedenti ricerche hanno dimostrato che una molecola chiamata glicoproteina sulla superficie del virus si aggrappa a taluni recettori muscolari e “rapina” le cellule del muscolo e delle nervature, infettando alla fine il cervello.

Sapevamo che i recettori della acetilcolina nicotinica, che legano il virus ai muscoli, si trovano anche nel cervello e abbiamo presunto che il virus possa legarsi anche a questi recettori“, ha dichiarato Hueffer.

Se il veleno del serpente ha una struttura simile a quella del virus e inibisce questi recettori, abbiamo pensato che, forse, il virus potrebbe anche inibire questi recettori nel cervello. Inoltre, abbiamo pensato che questa interazione possa influenzare il comportamento“.

Hueffer e il co-autore, il Dr. Michael Harris, hanno messo su un esperimento per dimostrare quanto ipotizzato.

Come ha spiegato Harris, è stato scoperto che “i virus si raccolgono negli spazi tra le cellule del cervello durante le fasi iniziali dell’infezione: questi spazi sono quelli in cui comunicano le cellule del cervello. Pensiamo, quindi, che se i virus possono legarsi ai recettori in questi spazi, il virus potrebbe cambiare il comportamento dell’animale infetto“.

Il team ha, quindi, iniettato nel cervello dei topi una piccola quantità di virus della rabbia per osservare se una molecola specifica sulla superficie induca il comportamento frenetico.

Quando abbiamo iniettato una piccola porzione di glicoproteina virale nel cervello dei topi, i roditori hanno cominciato a correre molto più di quelli a cui non è stata somministrata la stessa sostanza”, ha raccontato il dr. Harris. “Questo comportamento può essere notato anche negli animali infetti da rabbia“.

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