L’amore a prima vista esiste. Ecco quanto tempo basta

Lo studio (molto ambizioso) di una coppia di psicologi sul concetto di bellezza.

L’amore a prima vista esiste davvero e scatena un flusso di piacere simile all’euforia innescata dallo zucchero.

Lo hanno scoperto gli psicologi.

L’esperienza della bellezza è stata oggetto di fascino per i filosofi per millenni ma gli psicologi hanno faticato a misurarla concretamente.

Quasi tutti i filosofi che l’hanno affrontata, da Platone a Kant, hanno abbracciato il fatto che la bellezza è negli occhi di chi guarda e, per sperimentare quella bellezza, chi la guarda deve studiare acutamente il soggetto.

La maggior parte conclude che è un’esperienza ineffabile che potrebbe durare minuti, giorni o anche una vita.

Tuttavia, un nuovo studio degli psicologi della New York University ha scoperto che si tratta di una cosa molto più semplice: hanno scoperto che ad una persona basterebbe un solo secondo per percepire la bellezza.

Inoltre, quando una persona vede qualcosa di bello, sperimenta un’intensa scossa di piacere.

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La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Current Biology ed è solo una parte di un enigma più ampio che è oggetto del progetto di studio  dei ricercatori Denis Pelli, professore di psicologia alla New York University e della dottoranda Aenne Brielmann: cercare di capire come ‘misurare0 la bellezza per approfondire meglio come essa influenzi le nostre azioni durante la quotidianità.

“La bellezza è notoriamente soggettiva e dovrebbe essere intrattabile dalla scienza ma alcune delle sue proprietà chiave seguono semplici regole”, ha affermato Pelli al Daily Mail. “I filosofi hanno sempre pensato che la sensazione della bellezza sia un tipo speciale di piacere. Tuttavia, la nostra analisi mostra che la sensazione della bellezza possa essere semplicemente un piacere molto intenso“.

Gli studiosi, per indagare, hanno analizzato quasi 2.500 anni di scrittura e ricerca sulla bellezza: dal filosofo greco Platone al filosofo tedesco del XVIII secolo Alexander Baumgarten, dal drammaturgo dell’Ottocento Oscar Wilde al primo psicologo Gustav Fechner, insieme alla ricerca più recente nelle neuroscienze.

Lo studio si è concentrato sul settore crescente dell’estetica empirica, una branca della psicologia che esamina i modi concreti per misurare come le persone sperimentino la bellezza e l’arte.

Ad esempio, una misura classica della bellezza che è persistita nel tempo è la bellezza asimmetrica. Tuttavia, Brielmann ha affermato: “Si dovrebbe essere cauti a non generalizzare eccessivamente la bellezza. Le medie ignorano le grandi differenze di gusto“.

Il marchio di bellezza di Marilyn Monroe, ad esempio, “è un’eccezione clamorosa alla regola generale secondo cui la simmetria esalti la bellezza“.

I ricercatori hanno anche messo in evidenza delle prove osservative a sostegno di una affermazione secolare dei filosofi, ovvero che l’esperienza della bellezza sia una sensazione di piacere. Più si ammira qualcosa di bello, più aumenta il piacere.

È scontato che l’esperienza della bellezza richieda una contemplazione prolungata. Ma il nostro studio rivela che una frazione di secondo sia sufficiente“.

Brielmann e Pelli puntano a dimostrare che tali esperienze aumentino l’attività in uno dei centri del piacere presenti nel cervello noto come corteccia orbito-frontale.

I ricercatori affermato che una comprensione più chiara della bellezza potrebbe cambiare il modo in cui comprendiamo il processo decisionale e che il loro studio potrebbe offrire alcuni punti di riferimento empirici per farlo. Con buona pace del romanticismo…

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