Contrae virus nell’asilo in cui lavora, perde il bambino

Una mamma affranta dal dolore vuole che le donne incinte siano consapevoli dei pericoli causati da un virus che ha ucciso il suo bambino.

Una mamma affranta dal dolore vuole che le donne incinte siano consapevoli dei pericoli causati da un virus che ha ucciso il suo bambino.

La gravidanza di Gemma Carlile, di Newcastle (Regno Unito), era giunta a 16 settimane e 5 giorni quando i medici le dissero che avevo contratto un virus che provoca un rossore brillante sulle guance (che, di solito, si schiarisce e perciò chiamata sindrome della guancia schiaffeggiata) ma può essere pericoloso per le donne che aspettano un bambino.

Dopo aver contratto il virus nell’asilo in cui lavorava – noto come Parvovirus B19 – i medici hanno dato a Gemma la straziante notizia che il suo bambino, appena nato, non stava bene.

Gemma ha raccontato alla stampa locale che “a quasi 18 settimane il mio bambino ha cominciato a mostrare segni di anemia fetale causata dal virus. Dal momento che avevo già un grande ematoma nel mio utero, sono stato riesaminata due giorni dopo, il che ha confermato che il mio bambino stava rapidamente diventando più malato“.

Gemma, 25 anni, e suo marito Terry, 26 anni, hanno detto che il loro bambino avrebbe dovuto subire una trasfusione di sangue nel grembo materno.

Se non fossimo stati d’accordo con la trasfusione avremmo perso il bambino comunque“, ha raccontato la donna.

La coppia ha voluto così dare una possibilità al bambino di combattere accettando la trasfusione ma due giorni dopo hanno ricevuto una notizia straziante.

Gemma ha raccontato: “Ho scelto di dare alla luce il mio bambino e due giorni dopo a 19 settimane è avvenuto il parto indotto“.

Il 28 marzo scorso, quindi, Gemma ha dato alla luce il suo bambino Terence Arthur.

Gemma ha detto: “L’ho spinto nel mondo, era bello e perfetto. Lo abbiamo tenuto e baciato, il dolore e l’amore che ho provato per il mio bambino erano indescrivibili. Quel giorno abbiamo lasciato l’ospedale con le braccia vuote e con il cuore vuoto“.

Ora Gemma, che ha anche un figlio di sette anni di nome Logan, ha lanciato una petizione chiedendo al Governo britannico di proteggere le donne incinte e i loro bambini non ancora nati dalla sindrome della guancia schiaffeggiata.

Gemma vuole che le scuole siano rese consapevoli dei pericoli del virus e che vengano offerti esami del sangue alle donne che potrebbero venire a contatto con il virus.

Gemma spera che alle donne più a rischio possa essere offerto un esame del sangue nel primo appuntamento dalla ostetrica.

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