Chi porta gli occhiali è più intelligente? Cosa dice la ricerca

Può sembrare un cliché ma una nuova ricerca genetica suggerisce che coloro che portano gli occhiali sono davvero più intelligenti.

Può sembrare un cliché ma una nuova ricerca genetica suggerisce che coloro che portano gli occhiali sono davvero più intelligenti.

I ricercatori dell’Università di Edimburgo (Scozia) hanno analizzato i dati genetici di 44.480 persone.

Ebbene, gli studiosi hanno scoperto che, nel complesso, i più intelligenti avevano quasi il 30% in più di probabilità di avere geni che indicavano la necessità di portare occhiali da lettura rispetto a chi ha avuto un punteggio mediocre.

Pubblicata sulla rivista Nature Communications, la ricerca ha anche associato una maggiore capacità cognitiva ai geni noti per svolgere un ruolo positivo nella salute cardiovascolare.

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Il team di ricerca ha esaminato 148 regioni genomiche correlate a una migliore funzione cognitiva, di cui 58 che non sono state precedentemente segnalate.

Gli studiosi hanno spiegato che i risultati potrebbero aiutare a capire il declino delle funzioni cognitive che si verificano con le malattie e con l’età delle persone.

A causa dell’assetto dello studio, però, non è possibile affermare perché vi sia una correlazione genetica tra intelligenza, problemi di vista e salute cardiovascolare.

Tuttavia, la dott.ssa Gail Davies, del Centro per l’invecchiamento cognitivo e l’epidemiologia cognitiva dell’Università di Edimburgo, che ha guidato la ricerca, ha dichiarato: “Questo studio genetico, il più grande sulla funzione cognitiva, ha identificato molte differenze genetiche che contribuiscono all’ereditabilità delle capacità di pensiero. La scoperta di effetti genetici condivisi sulle condizioni di salute e sulla struttura del cervello fornisce una base per esplorare i meccanismi attraverso i quali queste differenze influenzano le capacità di pensiero per tutta la vita“.

Coloro che hanno partecipato allo studio hanno affrontato una serie di test di riflessione che sono stati poi misurati con un punteggio relativo all’abilità cognitiva generale.

Tutti poi sono stati sottoposti a test genetici che hanno esaminato il DNA e nessuna delle persone ha avuto demenza o ictus.

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